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15 Settembre, 2002
Sintesi dei risultati elettorali
Netta vittoria alleanza Pdl-Lega, nove punti alla Camera e al Senato. Bossi grande vincitore. Udc di Casini non arriva al 6%. Alla Sinistra nessun seggio in Parlamento. Stracciati gli exit poll. Alla destra Sardegna, Campania, Liguria, Abruzzo e Calabria

Il Popolo delle libertà ha vinto le elezioni con un ampio margine sul Partito democratico e Silvio Berlusconi è a un passo dal suo ritorno a Palazzo Chigi. Il Pd non è riuscito ad agganciare il blocco rivale, restando diversi punti indietro al Pdl. Ma i risultati più clamorosi di queste elezioni vengono dal boom della Lega Nord, che ha vinto a man bassa in tutto il Nord, e dal disastroso flop della Sinistra arcobaleno, che resterà fuori dal Parlamento. Buono il risultato di Antonio Di Pietro, non va male nemmeno l'Udc, che lascia il Cavaliere ma mantiene i suoi voti, mentre i socialisti di Boselli e la Destra di Storace restano al palo.

BERLUSCONI: "Sono commosso per il risultato elettorale", ha detto Berlusconi, che ha annunciato di voler governare per cinque anni e ha teso la mano all'opposizione per fare insieme le riforme, "riesumando" le proposte della bicamerale. "Abbiamo di fronte mesi difficili, richiederanno grande forza", ha aggiunto il Cavaliere. Per la formazione del governo, il leader del Pdl ha detto di avere le idee chiare e di aver incassato il sì degli alleati; nella squadra, di dodici ministri, ha detto, ci saranno "almeno quattro donne". Due dei ministri, ha precisato, saranno della Lega Nord; Gianni Letta dovrebbe essere uno dei due vicepresidenti del consiglio. Per Gianfranco Fini, invece, Berlusconi pensa alla presidenza della Camera (ma il diretto interessato dice che si deciderà nei prossimi giorni), mentre il ministro degli Esteri sarà Franco Frattini. Lo stesso Fini ha detto che la coalizione ha intenzione di governare per cinque anni e ha commentato la telefonata tra Walter Veltroni e Berlusconi dicendo che "si apre una fase nuova".

VELTRONI: Appena il risultato si è stabilizzato, ha chiamato Berlusconi per dargli atto della vittoria e augurargli buon lavoro "come accade nelle democrazie occidentali". Il leader del Pd ha anche ribadito la volontà di fare insieme le riforme e ha sostenuto che la maggioranza di centrodestra "avrà difficoltà a stare insieme". Umberto Bossi ostenta sicurezza e rilancia sul federalismo fiscale "che il Nord vuole assolutamente".

IL QUADRO: Stando ai dati (quasi definitivi) del Viminale, la vittoria del centrodestra è solida e dovrebbe garantire un'ampia maggioranza parlamentare, tanto ala Camera quanto al Senato. Alla Camera, con circa 59mila sezioni scrutinate su 61062, il Pdl la Lega e il Mpa ottengono insieme il 46,5% (37% il Pdl e 8,5% la Lega, l'1% il Mpa), contro il 37,6% del Pd e dell'Italia dei valori (33,3 il partito di Veltroni, 4,3 il partito di Di Pietro). Al Senato, a scrutinio quasi concluso, l'alleanza Pdl-Lega-Mpa ha il 47,1% (38 il Pdl, 8,1 la Lega, 1% Mpa) mentre Pd e Idv si fermano al 38,1% (33,8 il Pd, 4,3 l'Idv). Tra le due coalizioni dovrebbero esserci almeno 30 seggi di scarto.

SINISTRA: Un disastro, invece, il risultato della Sinistra arcobaleno, che poteva contare su un serbatoio del 12% ma crolla, nei dati del Viminale, al 3,2% al Senato e al 3,1% alla Camera. Con questi risultati, per la prima volta nella storia repubblicana, in Parlamento non siederà nessun rappresentante della sinistra radicale: i suoi elettori, evidentemente, hanno scelto il "voto utile" in favore di Veltroni o l'astensione.

UDC: Non hanno invece tradito Pier Ferdinando Casini gli elettori dell'Udc, che hanno dato ai centristi il 5,7% dei consensi al Senato (dove dovrebbero arrivare due senatori centristi tra i quali Totò Cuffaro) e il 5,6% alla Camera. Tra i centristi al Senato non ci sarà invece Ciriaco De Mita che, dopo aver opposto al Pd il suo gran rifiuto, fallisce il seggio a Palazzo Madama e lascia il parlamento dopo oltre 40 anni e 11 legislature.

DESTRA E SOCIALISTI: La Destra di Storace e i socialisti di Boselli hanno perso la scommessa, entrambi fermi ben al di sotto della soglia di sbarramento del 4%. In Parlamento non ci saranno dunque nemmeno esponenti socialisti.
La sinistra radicale, uscita sonoramente sconfitta, è in pieno caos. Fausto Bertinotti ha ammesso la "sconfitta netta", e ha annunciato la sua uscita di scena perchè "non ci sono uomini per tutte le stagioni". Il crollo, nonostante la richiesta di Bertinotti di aprire una fase costituente della sinistra, apre uno scontro interno alla Cosa Rossa, con il Pdci che attacca per l'assenza della falce e martello nel simbolo e le minoranze del Prc che chiedono a Bertinotti il congresso.
Terremotato anche il partito socialista: Enrico Boselli ha annunciato di voler passare la mano nella guida del partito. Tra le forze fuori dai blocchi maggiori, solo l'Udc può cantare vittoria. "Abbiamo tenuto botta in una situazione difficilissima" ha detto Casini, che ha confermato la volontà di non votare la fiducia a Berlusconi. Non vince la scommessa del 4%, invece, la Destra. E Francesco Storace, pur senza nascondere la delusione, si consola con una previsione: 'Il governo Berlusconi non durerà a lungo".

 


       



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