15 Settembre, 2002
PD, ripartiamo dal nostro popolarismo
Intervista al Segretario provinciale del PD Mauro Fanti - da pdcremona.it
La “questione settentrionale” ha avuto un peso decisivo sull’esito di queste elezioni ?
"E’ vero, anche se la definizione di “questione settentrionale” è, a mio avviso, fuorviante. Non è un fenomeno basato sulla differenziazione geografica e, quindi, culturale. Rappresenta, in realtà, la difficoltà per il centrosinistra di modernizzare la sua offerta politica e renderla vincente nei confronti delle comunità più moderne e innovative del nostro Paese. In queste regioni sono già accaduti fatti straordinari che hanno modificato il modo di produrre, di vivere, di pensare. Al Nord, prima che altrove, la società è cambiata perché si è compiuto il passaggio dall’economica industriale a quella post industriale. L’elettorato ha progressivamente abbandonato quelle forze politiche che non hanno saputo ridefinire se stesse rispetto alla mutata realtà socio economica".
Il Pd ha dedicato un’attenzione sufficiente a questo tema?
"Il Partito Democratico, anche grazie al contributo di uomini come Pizzetti, ha saputo iniziare un percorso credibile, ha raccolto questa sfida realizzando un programma avanzato sui temi cui è legata la questione settentrionale. Ma il PD ha anche scelto di separare il suo destino di forza riformista da quella della sinistra radicale. L’elettorato ha compreso il valore di queste scelte e l’ha premiato con il voto".
Eppure non è bastato al PD per vincere.
"Gli italiani non hanno dimenticato che per due volte il centro sinistra ha avuto la possibilità di governare e per due volte è caduto a causa delle sue divisioni e ambiguità. Il PD non poteva rimontare tutto lo svantaggio generato da questo deficit di credibilità. Grazie a Veltroni però si è arrivati ad un grandissimo risultato".
Ora quali saranno i prossimi passi ?
"Se, come credo, il PD dovrà essere il Partito dei Riformisti italiani per i prossimi venti anni e oltre, ora occorre costruirlo. Dedicargli energie e capacità. Selezionare una nuova classe dirigente e dare ad essa la possibilità di innovare la politica, di modernizzarla, di renderla meno lontana dal quotidiano".
Torniamo al voto. Un giudizio sull’affermazione della Lega.
"Il successo è indiscutibile. Il consenso che ha registrato la Lega però va ben al di là di quello dell’elettorato leghista, è un fenomeno più complesso. Gli uomini del Carroccio hanno saputo ben intercettare anche il malessere diffuso di migliaia di elettori scontenti. In questo senso il successo della Lega è il frutto anche di un vuoto. Un vuoto di proposta delle altre forze politiche su temi cruciali".
Quali per esempio?
"Sul fatto che i temi del federalismo fiscale, del peso della burocrazia, della qualità dei servizi pubblici, della questione immigrati e della sicurezza siano centrali spero non ci siano più dubbi. Le urne hanno chiarito in modo lampante di cosa i cittadini vogliono che i politici si occupino".
Il tema della sicurezza: nel centrosinistra c’è chi continua a definirlo un problema “percepito” ma non “reale”. Lei come la pensa in proposito?
"Se un fenomeno è “percepito” vuole dire che produce degli effetti “reali”. Quindi esiste e va affrontato. Troppo spesso lo Stato fornisce ai cittadini l’impressione che la microcriminalità sia tollerata, perché “micro”. In realtà le persone, e soprattutto gli anziani, traggono il loro senso di insicurezza dai reati cosiddetti “minori” che accadono sotto casa piuttosto che da fatti criminosi gravi che sentono o leggono sui media".
Immagino che la sconfitta “bruci”. Di cosa c’è bisogno ora per riprendere il cammino?
"Di un bagno di umiltà. Lo dico per primo a me stesso. Come ha detto giustamente Chiamparino dobbiamo ripartire dall’ascolto della persone, dei loro problemi quotidiani, dei loro affanni. Si riparte da lì, dalla nostra autentica vocazione popolare".
L’ultima domanda è naturalmente sulle scadenze elettorali del 2009. Il centrodestra è ormai lanciatissimo.
"Consiglio il centrodestra di aspettare a cantare vittoria. In tempi non sospetti insieme ad altri esponenti del PD abbiamo realizzato un documento che si intitola “Per Cremona: un grande progetto politico”. Contiene tutti gli elementi di analisi necessari per dare vita ad un’ azione politica che ci consenta di guardare con fiducia alle scadenze elettorali del 2009. Va solo attuato. Come ha scritto Tony Blair nelle società moderne è la capacità di innovare che fa la differenza. Innovare vuol dire saper progettare il futuro perché esso generi sviluppo e benessere sociale, ma significa anche offrire a Cremona una speranza, un obiettivo, una sfida, un sogno".
 
Fonte pdcremona.it
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