15 Settembre, 2002
Chi non grida per gli ebrei non può cantare in gregoriano!
Pax Christi Italia polemizza con Fides in difesa dell*uso della Bandiere della Pace
In altre occasioni ci si stracciava le
vesti perché si toccavano valori “non
negoziabili”. Ora forse, almeno le vesti
non sono a rischio. Anzi. A rischiare
la pelle oggi sono ... le bandiere.
Soprattutto quelle della pace.
"Come mai uomini di Chiesa ( laici
o chierici che siano) hanno per tutti
questi anni ostentato la bandiera arcobaleno
e non la croce come simbolo
di pace? Sarebbe interessante
interrogare uno per uno coloro che
forse anche inconsapevolmente, hanno
affisso sugli altari, ingressi e campanili
delle chiese lo stendardo arcobaleno",
scrive solennemente l'agenzia
vaticana Fides.
Per quel che ci riguarda, nessuna
difesa d'ufficio. Certo, in quel popolo
colorato ci siamo ritrovati anche
noi, in più di una circostanza, semplicemente
con un 'segno' che parla
a tutti al di là di lingua, razza o religione.
A Sarajevo con don Tonino
Bello, sotto l'assedio del 1992, o in
Kossovo, in Iraq, in Palestina, in
Congo. In Burundi, in Salvador e in
tante manifestazioni, come la Perugia-
Assisi.
Resta solo un simbolo. Di pluralismo,
di rispetto delle diversità, di
Pace come valore supremo senza
ideologie né steccati. E potremmo
benissimo vivere da pacifisti anche
senza bandiera. Ma senza la Pace
proprio no . Perché "la pace non è
una delle mille 'cose' che la Chiesa
evangelizza. Non è uno scampolo del
suo vasto assortimento. Non è un
pezzo, tra i tanti, del suo repertorio.
Ma è L'unico suo annuncio" (don
Tonino Bello).
Mentre, accanto ad Aldo Capitini
a noi importa "fondamentalmente
l'impiego di questa modestissima vita,
di queste ore o di questi pochi
giorni; e mettere sulla bilancia intima
della storia il peso della mia persuasione",
assistiamo inermi allo
sgretolamento della democrazia.
Con applausi tristissimi si calpesta
la giustizia e il valore supremo dell'uguaglianza.
Con tappeti rossi e passeggiate
nei giardini vaticani si incontrano
i potenti, mentre i poveri
della terra continuano a morire di
fame.
E poi ricordiamo che la bandiera
della pace non è mai stata benedetta
da nessuno.
Mentre benedizioni solenni sono
state date - usando proprio il simbolo
della croce di Cristo - ad aerei militari,
carri armati, missili e ogni genere
di strumento di guerra!
Di fronte a tutto ciò, ci piace raccogliere
segni costruttivi di pace.
Mons. Giovanni Nervo, presidente
della Caritas Nazionale degli anni
Settanta, ha scritto (Settimana n.19-
11 maggio 2008): "Come si può dire
che sono delinquenti perché clandestini?
Questa è la linea della Lega,
sostenuta anche con il voto di molti
cattolici, proprio nei paesi di maggiore
frequenza religiosa. Come cristiani
non abbiamo nulla da dire su
questo? Chi respinge l'uomo immagine
di Dio, non respinge Dio?".
Per andare oltre i simboli e compiere
gesti concreti, ci domandiamo:
perché non cogliere questo momento
di fatica per fare scelte chiare, di
pace? Perché tutte le parrocchie non
chiedono, ad esempio, al Presidente
del Consiglio di rendere pubblico
l'elenco delle banche coinvolte nell'
export di armi e non scrivono alla
propria banca per sapere se anch'essa
è coinvolta?
Riprendiamo il lavoro per un nuovo
sogno possibile. Oltre ogni paura,
perché come scrive il card. Tettamanzi
- "militarizzare le città serve
solo ad aumentare il senso di smarrimento
e la paura. Perché la paura
non passa per decreto legge".
E le comunità cristiane hanno un
ruolo importante. Per questo abbiamo
voluto raccogliere un mosaico di
voci, interno alla Chiesa e colorato
proprio come una bandiera, per ripartire
e continuare a sperare.
L'ultimo
tassello lo lasciamo al vescovo di
Alba, mons. Sebastiano Dho: "Tenendo
conto della larga adesione anche
nelle nostre terre a forze politiche
sociali ispirate a teorie razziste e
xenofobe, siamo convinti che un serio
esame di coscienza s'imponga urgentemente
per le comunità cristiane,
poiché qui si tratta di veri valori
"non negoziabili" (la dignità della
persona e la vita stessa) e occorre
perciò ricordare a tutti, smascherando
ogni ipocrisia o illusione, ciò che
ha scritto in tempi drammatici ed
eroici il grande martire vittima del
nazismo D. Bonhoeffer :”'Chi non
grida a difesa degli ebrei non può
cantare in gregoriano!”
Pax Christi Italia
 
|