15 Settembre, 2002
Mulino di Spinadesco messo in sicurezza
Partono in questi giorni i lavori. Prima fase di un complesso progetto che prevede il restauro e la valorizzazione dell’antica struttura.
Partono in questi giorni i lavori per la messa in sicurezza del Mulino di Spinadesco, prima fase di un complesso progetto che prevede il restauro e la valorizzazione dell’antica struttura con la realizzazione di un museo dell’arte molitoria, di un centro di documentazione e studio e di servizi per l’accoglienza quali sale convegni, ristorante, bar e altre attrezzature.
Si tratta del terzo intervento che parte fra quelli previsti sugli otto monumenti da salvare contenuti nel protocollo d’intesa firmato nel 2006 fra la Provincia di Cremona e la Sovrintendenza ai Beni architettonici di Brescia, Cremona e Mantova. Uno strumento utilizzato per la prima volta in Italia e che sta producendo ottimi risultati: sono già partiti, infatti, gli interventi su Villa Obizza di Ricengo, nel Cremasco (la messa in sicurezza si è conclusa pochi giorni fa) e su Villa Medici del Vascello di San Giovanni in Croce.
Quello di Spinadesco è il mulino più interessante del nostro territorio. Ha origini risalenti al XV secolo e presenta tracce di epoche precedenti. Si tratta di un complesso molto articolato di grande interesse per le testimonianze dell’arte molitoria. Gli edifici sono stati edificati a partire dal nucleo più antico che comprende il mulino lungo il corso d’acqua Vicenengo e con successive aggiunte e modificazioni di una corte più recente con le caratteristiche tipiche della cascina cremonese. Il mulino costituisce un’importante testimonianza dell’arte molitoria e dell’architettura rurale della provincia di Cremona. Inoltre la presenza dei macchinari e degli ingranaggi con le preziose carpenterie in legno ancora funzionanti ne fanno una vera rarità. Purtroppo l’edificio è molto degradato con crolli di parti consistenti della copertura. Era necessario un intervento urgente prima che fosse troppo tardi.
Così l’Azienda ospedaliera di Cremona, proprietaria del Mulino, la Provincia e il Comune di Spinadesco hanno firmato un protocollo d’intesa per avviare gli interventi di messa in sicurezza, restauro e valorizzazione.
Il progetto, redatto da Ermentini Architetti di Crema, prevede due fasi: la prima consiste nell’intervento urgente di messa in sicurezza, ed è quella ormai avviata. La seconda fase consiste nel progetto vero e proprio di restauro.
Le opere relative al primo lotto, che riguarda la copertura del corpo principale, già autorizzate in questi giorni dal Sovrintendente arch. Luca Rinaldi, garantiranno l’edificio da infiltrazioni e crolli e sono necessarie per passare alla fase successiva di restauro e recupero generale.
Grande soddisfazione per l’avvio dei lavori viene espressa dall’assessore provinciale al Territorio Agostino Alloni: “Dopo Villa Obizza e Villa Medici del Vascello – dice Alloni – ora si parte con i primi lavori anche a Spinadesco. E il prossimo obiettivo è la Sinagoga di Ostiano, per il cui recupero abbiamo iniziato alcuni ragionamenti con il sindaco. Vorrei sottolineare come questi risultati estremamente positivi siano stati raggiunti in tempi molto rapidi, grazie all’impegno di tutti i protagonisti ma soprattutto grazie alla loro volontà di lavorare insieme, in sinergia, condividendo veri e propri “patti” sulle cose da fare e sui tempi per farle. E’ questo, credo, un grande valore aggiunto che può rendere perseguibili anche obiettivi molto ambiziosi. Un doveroso ringraziamento al Sovrintendente architetto Rinaldi, che come noi ha creduto fortemente in questi obiettivi. E un grazie anche all’associazione “La Corte del Mulino”, nata proprio con l’obiettivo di salvare l’antico edificio e gestirne la valorizzazione. Proprio l’associazione curerà la prima apertura al pubblico del Mulino di Spinadesco: nei giorni dei campionati mondiali di pesca, che si svolgeranno a Spinadesco dal 5 al 7 settembre il mulino sarà visitabile e una mostra illustrerà il progetto di recupero e quindi ciò che il Mulino potrà diventare”.
Analoga soddisfazione viene dal sindaco di Spinadesco, Ferruccio Peccati, secondo il quale la condivisione del progetto e la gestione della futura struttura renderanno Spinadesco e la sua comunità protagoniste: il futuro museo di Spinadesco si configura infatti come un “ecomuseo” che “nasce dal basso, dalla comunità locale che desidera salvaguardare le testimonianze del passato non in maniera rigida e vincolistica ma viva e partecipata. Si tratta di realizzare una rete, un centro di documentazione che contenga e valorizzi le informazioni sul prezioso patrimonio di conoscenze dell’arte molitoria e della cultura agricola dell’intero territorio provinciale. Vi saranno ospitate tutte le schede e le localizzazioni di tutti i mulini collegati in un percorso di visita che partirà proprio da Spinadesco”.
Secondo il presidente della Provincia Giuseppe Torchio il procedere spedito della concretizzazione del protocollo sui monumenti da salvare dimostra, oltre all’impegno e alla sinergia, l’attenzione della Provincia alla valorizzazione dei tutto il territorio e delle sue vestigia storiche, artistiche e architettoniche, nell’ottica che ci vede impegnati nella realizzazione del Distretto culturale. La particolarità dell’intesa con la Soprintendenza, infatti, è di avere individuato edifici e complessi non localizzati nelle città più importanti, ma spersi nel territorio e a volte abbandonati e dimenticati. E’, secondo Torchio, una grande operazione culturale, educativa e sociale, che può contribuire a mantenere forte il legame della comunità con l’intero territorio, aumentando la capacità e la volontà comune di mantenerne e valorizzarne la bellezza e la vivibilità.
 
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