15 Settembre, 2002
10 agosto, una riflessione ed un sentimento
Una lettera di Giorgino Carnevali sull'amore, la famiglia e il ferragosto
La notte di San Lorenzo, il 10 di agosto, m’ha ispirato sia una riflessione che un sentimento: ma che cavolo di famiglia e’ quell’accozzaglia di persone che sono i separati, i conviventi, i figli fuori dal matrimonio, dell’uno o dell’altro coniuge, gli amanti, i cornuti, i cornuti amanti, gli amanti dei cornuti…?
“…..E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!”
da “10 Agosto” (di G. Pascoli)
E vualà, ecco fatto direttore, sebbene “in goppa o ferragosto”.…mi sono reso reperibile! Odi, odi (che non è l’abbreviativo di…godi!): marito, padre…ora anche nonno mi ritrovo.
Che soddisfazioni, “però”, riservano una vera FAMIGLIA!
Già, eppure non riesco a capacitarmi di come oggi le famiglie, certe famiglie, tante famiglie, moltissime famiglie, vadano in frantumi per sciocchezze!”.
Prendendo spunto da “codesti” celebrati e struggenti versi del romagnolo Giovanni Placido Agostino Pascoli, rievocanti la morte del padre ucciso in una imboscata proprio il 10 di agosto.…beh, l’altra notte, col naso all’insù, mi sono ritrovato alla ricerca di qualche ben augurante stella cadente.
Così ho puntato gli occhi al cielo per desiderare un AMORE DURATURO. Sissignore, signor direttore. Desiderare la stabilità di coppia è fondamentale.
Vabbene l’affetto, vabbene la buona volontà, vabbene il rispetto ma la coppia non funziona più come ‘na volta (monito collettivo), perché si è talmente presi da se stessi, dai problemi quotidiani, dal proprio egoismo….che non si riesce più a capire quelli (i problemi) del proprio partner. I tempi cambiano, oh! si se cambiano.
Mi domando: “Ma…non dovrebbero cambiare al meglio?” Allora? Allora perché non trovare “punti in comune”, partendo da momenti di aspirazione, di impegno, di reciproco interesse, epperchèno anche di sacrificio, di rinuncia? Perché allora la maggiore libertà, l’autonomia d’azione, i facili “costumi” non dovrebbero aiutare meglio le relazioni, una volta più claustrofobiche? Nossignore, signornò, troppo facile! In realtà questa che chiamiamo “libertà”, che si traduce in assenza di vincoli esterni, sembra far crescere poco le coscienze, cosìcche spesso, a me sembra che si traduca in caos e veda prevalere l’egoismo, anziché il rispetto per gli altri, soprattutto per se stessi.
Non ci si meravigli dunque se in Italia, in questi ultimi 15 anni (fonti giornalistiche alla mano) siano letteralmente “saltati” 120 mila matrimoni all’anno. Divorzi e separazioni hanno registrato un continuo aumento. “Ma se l’amore è finito…è finito, porca miseria, basta!”. E così, senza neppure tanto riflettere, a cuor leggero, si forma un’ altra famiglia, una nuova famiglia. E giù…nuove povertà, nuovi figli, nuovi alloggi, nuovi assegni mensili di mantenimento, perché, a Dio volendo, devi pure necessariamente mantenere sia “gli uni che gli altri”, o no? Risultato: si calcola che siano circa 500.000 i neo-separati “costretti” dal caro prezzi di case, affitti e “compagnia briscola”, soprattutto dall’incognita della nuova avventura familiare….a “turnaa indree” a casa da mamma e papà, chiedendo loro ospitalità.
Diceva un saggio: “…non è colui che può ciò che vuole, ma colui che riesce a volere ciò che deve”. Caro direttore, davvero bisognerebbe ritornare a distinguere la “libertà” dalla “licenza”, che è ben altra cosa.
Ma tant’è che…così va il mondo!
Manco a farlo apposta, due lucenti stelle, in quella magica notte, sono apparse nel firmamento, quasi a suggellare quel vincolo “duraturo” d’amore con Gabriella. Toh, alla faccia degli invidiosi e degli scettici….il nostro desiderio s’è avverato!
giorgino carnevali
 
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