15 Settembre, 2002
Liberalizzazioni, la destra vuole cancellarle
Il governo tenta il dietrofront dal decreto Bersani - A rischio 5.000 posti di lavoro e 2.000 parafarmacie
Due anni fa, quando i tassisti protestavano contro le liberalizzazioni di Bersani, il centrodestra li difese a spada tratta. E il loro leader storico, Loreno Bittarelli, é stato candidato per la destra nelle elezioni dell'aprile scorso, ma in posizione non sicura, dunque non é stato eletto.
Adesso il governo delle cosidette Libertà prova a tornare indietro anche sul capitolo delle liberalizzazioni farmaceutiche: i senatori del Pdl, Maurizio Gasparri e Antonio Tomassini, hanno presentato un disegno di legge sul sistema farmaceutico italiano che praticamente punto alla sostanziale cancellazione del precedente decreto Bersani. Secondo il Movimento nazionale liberi farmacisti e la Federazione esercizi farmaceutici, se la proposta Gasparri-Tomassini venisse approvata sarebbero a rischio ben cinquemila posti di lavoro. Inoltre ci sarebbe la chiusura di duemila parafarmacie.
«Il progetto prevede di riportare sotto il controllo delle farmacie tutti i farmaci oggi venduti nelle parafarmacie, lasciando ai supermercati una quantità esigua di medicinali costituiti da un numero ridotto di unità posologiche», denunciano in una nota le due associazioni. Se la proposta di legge di questi "liberisti della domenica" andasse in porto verrebbe meno la maggior concorrenza, ed i connessi risparmi per i consumatori, introdotti dal decreto Bersani.
Per fermare questo ritorno al passato, il Movimento nazionale liberi farmacisti e la Federazione esercizi farmaceutici, chiedono «l'immediato ritiro del disegno di legge». Se questo non dovesse avvenire le due organizzazioni minacciano di portare il problema «davanti alla Corte Costituzionale, alla Comunità Europea e alla Corte di Giustizia». Ma non è tutto: le due associazioni intendono aprire una causa risarcitoria contro il Governo in quanto non si può, dicono nella nota, «giocare sulla pelle dei cittadini consentendo prima una parziale liberalizzazione del settore per poi cancellare tutto al cambio di coalizione».
Sul tema interviene anche Pier Luigi Bersani, artefice dell'ondata di liberalizzazioni realizzate nel 2006 dal governo Prodi: «Parlamento e governo ascoltino le ragioni dei parafarmacisti». Bersani sottolinea che il suo decreto ha «garantito sconti sui farmaci» ed ha «prodotto più di 5000 nuovi posti di lavoro, in particolare tra i giovani laureati in farmacia». L'esponente democratico si dice preoccupato per la proposta Gasparri-Tomassini e ritiene che con il governo Berlusconi si stia tornando indietro su più fronti, «dalla scuola alle liberalizzazioni, dalla lotta all'evasione fiscale alla sicurezza».
 
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