15 Settembre, 2002
Il coraggio di Mario di Massimo Negri Casalmaggiore.
Una testimonianza per il 25 aprile.
Il coraggio di Mario. Una testimonianza per
il 25 aprile. Cari amici di Welfare Cremona,
in occasione del 25 Aprile vorrei accennare
a due episodi di resistenza individuale aventi,
come denominatore comune, una buona dose
di coraggio civile.
Il primo, noto, riguardaArturo Toscanini che esiliò in America (a
New York) dopo che a Bologna, nel 1931,
si era rifiutato di dirigere, prima di un
concerto, l’inno fascista Giovinezza, Giovinezza
ricevendo, in cambio, uno schiaffo da un
gerarca. Il secondo esempio lo traggo, invece,
dal libro di Mario Mantovani, Partigiani
di pianura tra Oglio, Adda e Po (Ed. Stampa
Alternativa). Sono racconti precisi di fatti
veri accaduti nel ventennio e durante la
guerra
di liberazione. In uno di essi si narra di
Adamo, alunno della quinta elementare a Camairago,
un piccolo paese del lodigiano, che si rifiuta
nel 1937 di cantare Giovinezza, giovinezza
prima di cominciare le lezioni. La maestra,
stizzita, lo apostrofa davanti a tutti con
le parole:
“Forse ci conviene lasciarlo perdere. Sì,
lasciamolo perdere, tanto quello finirà su
un mucchio
di paglia”. Adamo, ferito, spera che la scuola
finisca presto per andare nella stalla a
lavorare
con suo padre. Tanto finirà su un mucchio
di paglia rimarrà una dolorosa spina per
il resto della
sua vita. La vicenda rafforza, però, il carattere
di Adamo che, dopo l’ 8 Settembre, diventa
partigiano su in montagna per poi ritornare,
a guerra finita, alla sua occupazione di
bergamino.
Nell’ estate del 1945 nel piccolo paese di
Camairago “erano riprese le vecchie abitudini.
Di nuovo si affollavano le osterie, si passavano
le sere a giocare a carte attorno ai tavoli
e
soprattutto a discutere di politica. Monarchia,
repubblica, comunisti, socialisti, democristiani.
Viva la pace, avevano scritto con la calce
bianca sul muro di una casa all’ entrata
del paese.
Viva la pace”.
Mi sia permesso di concludere la lettera
con una nota personale. Ricordo, con una
stretta
al cuore, un incontro con Mario Mantovani
sul finire dell’estate 2006 a una serata Arci
al Cascinetto di Cremona. Era in programma
un suo concerto ispirato al libro. Egli era,
infatti, un cantautore oltre che uno scrittore
e i suoi spettacoli erano un mix di letture
e
di canzoni. Purtroppo il maltempo impedì
il concerto. Tuttavia ebbi l’ opportunità
di
parlarci, sotto il porticato, e di bere una
birra assieme. Poi, presa la chitarra, intonò
un motivo di Georges Brassens. Fu una bella
emozione, a sigillo della nostra amicizia.
Di lì a poco, lui si ammalò e, dopo una dura
battaglia, il male se l’ è portato via.
Grazie, Mario, per tutto quello che ci hai
lasciato. Che la terra ti sia lieve.
Cordiali saluti
Massimo Negri – Casalmaggiore (CR)
 
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