15 Settembre, 2002
Presentato il progetto *Sguardi preziosi 2008*
Tutti i detenuti, ma anche il personale addetto alla sicurezza e all’amministrazione della Casa circondariale di Cremona, potranno se lo vorranno, sottoporsi gratuitamente a una visita oculistica e ortottica.....
Tutti i detenuti, ma anche il personale addetto alla sicurezza e all’amministrazione della Casa circondariale di Cremona, potranno se lo vorranno, sottoporsi gratuitamente a una visita oculistica e ortottica, nella quale verrà effettuata un’anamnesi del soggetto e verranno dati consigli medici e comportamentali utili per prevenire patologie della vista.
E’ questo, in sintesi, il progetto “Sguardi preziosi 2008”, promosso dalla sezione provinciale dell’Unione italiana ciechi e dal comitato provinciale della Croce Rossa Italiana con la collaborazione dell’Azienda ospedaliera di Cremona e il sostegno economico della Provincia e del Comune.
Il progetto, che si svolgerà dal 3 al 7 novembre nel carcere di Cremona, è stato presentato nella sede della Provincia dal presidente Giuseppe Torchio, dall’assessore comunale Maura Ruggeri, dal presidente provinciale dell’Unione italiana ciechi Genuino Iuzzolino, da Eleonora Ducoli Parisi del Comitato provinciale della Croce Rossa, dalla direttrice della Casa circondariale Ornella Bellezza e dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera Piergiorgio Spaggiari.
Proprio sull’importanza della prevenzione, e quindi sulla positività dell’iniziativa, ha insistito Torchio nel suo saluto iniziale. “Questo progetto è un modo concreto – ha detto – per rendere effettivo il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione, ma anche per rendere effettivo l’impegno alla prevenzione contenuto nella legge di riforma sanitaria del 1978. D’altra parte, ha concluso Torchio, solo attraverso sinergie come quella messa in campo per “Sguardi preziosi” si riescono a fare cose egregie come questa, garantendo un diritto che è uguale per tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, razza, condizione sociale.
Iuzzolino ha ricordato come il progetto nasca dalla ormai lunga collaborazione fra Unione Italiana Ciechi e Croce Rossa Italiana. Riguardo all’iniziativa, la cultura scientifica viene dall’Iapb, una Ong legata all’Unione ciechi che, fra l’altro, fornisce il laboratorio oftalmico mobile montato su un camper.
Perché nel carcere? Perché, ha detto Iuzzolino, siamo contrari a ogni barriera, sia fisica che virtuale. E il carcere è il luogo dove affermare, anche attraverso questa iniziativa, tale principio. Ha poi ringraziato Provincia, Comune e Ospedale “che sono gli enti con cui collaboriamo da anni e che hanno sempre mostrato sensibilità alle nostre proposte”.
E’ poi toccato alla direttrice della Casa circondariale descrivere le modalità di svolgimento delle visite, non prima di avere detto delle titubanze iniziali, vista la particolarità del luogo. Ma il momento della visita può anche essere un importante momento di riflessione, nel quale ci si ferma un attimo per pensare a se stessi, per volersi un po’ bene, e questo va anche al di là del puro valore sanitario. Nei confronti dei detenuti è stata fatta una campagna di informazione e di sensibilizzazione.
Le visite ai detenuti verranno effettuate nell’ambulatorio interno al carcere, mentre per il personale sarà a disposizione il camper con l’ambulatorio mobile.
La rappresentante della Croce Rossa ha sottolineato come Cremona sia una delle poche province in cui la Cri ha aderito subito alla convenzione con l’Unione ciechi per svolgere attività e progetti in comune. “E continueremo su questa strada”, ha assicurato.
Infine la parola al direttore generale dell’Azienda ospedaliera, che metterà a disposizione gli oculisti e gli ortottici.
Il prof. Spaggiari ha ricordato il recente potenziamento dell’unità operativa di oculistica nell’ospedale cittadino, con personale giovane e altamente qualificato, proveniente anche da esperienze all’estero.
Nella sanità, ha aggiunto, è meglio, anche e tanto più in periodi difficili come l’attuale, investire nella prevenzione piuttosto che dover spendere moltissimo per intervenire sulle patologie. Ma se la sanità pubblica non avesse il supporto del volontariato, sarebbe più isolata dalla società., una società che nella sua organizzazione tende a emarginare chi è affetto da malattie invalidanti come quelle della vista. Dunque, ha concluso, grazie alle due associazioni che sono gli attori di questo progetto, che noi supportiamo mettendo a disposizione la nostra professionalità.
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