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15 Settembre, 2002
Accordo con Rifondazione si o no? di Gian Carlo Storti
La presa ti posizione di Claudio Turati, successiva alla iniziativa dell’Ulivo sui temi del Welfare mi ha fortemente stupito. Di fatto è una chiusura ad un proposta di accordo. Ritengo invece che su questi temi si debba insistere e non demordere.

Accordo con Rifondazione si o no?

La presa ti posizione di Claudio Turati, successiva alla iniziativa dell’Ulivo sui temi del Welfare mi ha fortemente stupito. Di fatto è una chiusura ad un proposta di accordo. Ritengo invece che su questi temi si debba insistere e non demordere.

E’ difficile ragionare su delle formule o della frasi ad effetto sulla “ privatizzazione degli ospizi” ecc.

Mi permetto di rilanciare invece sui contenuti di una politica a sostegno di un Welfare “ non fai da te”, ma come abbiamo detto un Welfare “ per te” , per la persona.

Credo che al centro debbano esserci le politiche, le scelte di contenuto che debbono tendere a migliorare la situazione ed a rispondere ai vecchi e nuovi bisogni.

Di seguito quindi evidenzio una scaletta di problemi sui quali gradirei che si aprisse con rifondazione un confronto , di merito appunto.

Come è noto la Regione Lombardia sta smantellando la rete di integrazione Socio-Sanitaria e riduce l’ASL ad un puro ente burocratico, come si dice in gergo ad un “ ente strumentale” che deve applicare le sole direttive della Giunta Regionale.

Negli anni precedenti la Regione ha tagliato come è noto piu’ di 300 posti letto nelle Case di Riposo , ma nel contempo l’ASL non ha aumentato le risorse per il territorio e per l’integrazione socio-sanitaria.

Le rette nelle RSA sono, in questi anni aumentate, per responsabilità della Regione Lombardia.

Per stessa ammissione della Direzione ASL, nella nostra realtà, siamo agli stanziamenti piu’ bassi della Lombardia.

Ancora oggi., nel solo distretto di Cremona, abbiamo piu’ di 600 anziani nelle liste di attesa, che hanno cioè diritto ad entrare nelle Case di Riposo ma non vi sono i posti .

O meglio i posti ci sono ma non sono finanziati dalla regione.

E’ a questi anziani non autosufficienti che dobbiamo dare una risposta.

Essi sono abbandonati alle famiglie, con pochi sostegni, a volte, nei casi piu’ fortunati curati da bandanti che hanno buona volontà, passione, ma con scarse conoscenze professionali.

E’ per questi motivi piu’ generali che i Sindaci hanno votato contro il bilancio dell’ASL, con siderandolo un pesante strumento di destrutturazione del Welfare Locale.

In questo anno poi l’ASL si è ritirata anche dalla gestione delle liste di attese. Questa competenza sta ora passando, in varie forme ai comuni. E’ una occasione che non possiamo mancare.

Individuiamo quindi nella risposta ai 600 anziani in lista di attesa- una delle priorità su cui lavorare nei prossimi mesi.

Le nostre proposte.

chiedere all’ASL:
1.di mantenere i 2500 posti letto nelle case di riposo
aumentare in maniera forte gli stanziamenti per l’ADI ( l’assistenza domiciliare integrata)
2. utilizzare le risorse provenienti dalla legge 328 ( legge Turco) , oggi a disposizione, dei distretti per fornire a questi anziani
a. forti servizi domiciliari ( sad) tramite i vaucher ( buoni per acquistare servizi)
b. e buoni economici a quelle famiglie che utilizzano personale di assistenza regolarmente assunto.

Non possiamo non affrontare il problema delle badanti.

Non possiamo far finta che non esista.

O interveniamo, per offrire formazione, sicurezza in modo tale che si esca dal nero,o la famiglia , di fronte al problema farà sa sé….Andrà dove potrà risolvere il problema.

Lo sforzo che dobbiamo compiere è quello di far si che queste figure non sia ai margini del processo assistenziale, ma siano dentro, integrate con le massime professionalità possibili.

Se non faremo questo, la famiglia piu’ abbiente avrà le risorse per acquistare i posti letto privati nella Casa di Riposo e quella piu’ povera utilizzerà l’extracomunitaria clandestina con poca professionalità e tanta buona volontà e pazienza nel seguire una persona anziana non autosufficiente.

Vanno quindi messe in rete, in sinergia, le associazioni, il mondo laico e cattolico, le cooperative sociali facendo sì che su questo versante- la risposta alle 600 famiglie che hanno anziani in liste di attesa- sia data a 360 gradi:
La domiciliarità è infatti la nuova fronteria dell’assistenza. Le nostre strutture pubbliche sono in grado di porsi questi obiettivi.

Evidenziati i nodi su cui lavorare appare inevitabile ragionare sugli strumenti per realizzare le politiche.

Come trasformare le IPAB: in ASP (azienda servizi alla persona) o in Fondazione.

Entro il 30 settembre p.v. le Ipab ed i Comuni della Lombardia dovranno decidere le modalità della loro trasformazione a seguito della legge regionale di recente approvata dalla maggioranza di centro destra con il voto negativo del centro sinistra.

E’ utile ricordare che la legge regionale, richiesta dalla riforma dell’assistenza, voluta dal precedente governo di centro sinistra ( legge Turco 328) , avrebbe avuto lo scopo di trasformare le IPAB ed il loro rapporto con i Comuni nell’ottica di costruire un sistema integrato dei servizi sociali e sanitari.

Siamo di fronte invece ad una legge che non valorizza il ruolo dei comuni pone la regione in una posizione di egemonia, nominando fra l’altro il 40% dei componenti il consiglio di amministrazione come se le aziende per i servizi alle persone fossero aziende di emanazione regionale e che rispondono alle sue politiche.

Riteniamo, che in questo contesto il ricorso alla Fondazione , con uno statuto adeguato, possa essere uno strumento positivo che fra l’altro permetterà di coinvolgere le strutture di volontariato e la cooperazione sociale con un maggiore partecipazione.

E’ ovvio che come DS riteniamo che i diritti dei lavoratori non debbano essere abbassati.

Positiva ed inevitabile ,appare la scelta del Comune di Cremona di costruire una S.p.A. per il Welfare che unifichi, finalmente dopo 20 anni, le competenze delle due IPAB e dei servizi sociali comunali.

Sarò lieto di continuare a discutere.
Gian Carlo Storti
Responsabile Welfare-Sanità , Democratici di Sinistra di Cremona
26.04.03
 


       



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