15 Settembre, 2002
Secco no al nuovo parco del Pianalto della Melotta
Ipotesi risalente a dieci anni fa per la quale la Regione non ha coinvolto Enti e Associazioni locali
Ipotesi risalente a dieci anni fa per la
quale la Regione non ha coinvolto Enti e
Associazioni locali
Secco no al nuovo parco del Pianalto della
Melotta
L’11 si riunirà la Commissione regionale
per decidere: Provincia contraria
La confusa questione legata alla creazione
del nuovo parco del Pianalto della Melotta
nel territorio cremasco, che potrebbe interessare
3400 ettari di terreno, due centri abitati
e moltissime costruzioni e aziende poste
in otto comuni risale, nelle sue origini,
a 10 anni fa, a seguito della segnalazione
da parte di un privato interessato ad evitare
un insediamento zootecnico nelle adiacenze
dell'Albera, in comune di Salvirola. La pratica
è stata esaminata quattro anni dopo dalla
Provincia e sviluppata dal settore Ambiente
della Regione senza il benché minimo confronto
con il mondo produttivo agricolo e con uno
scarso e tardivo confronto con gli Enti locali
interessati.
Il settore Territorio della Provincia non
è stato coinvolto, mentre il settore Agricoltura
è totalmente contrario e nel frattempo sono
diventati operativi nuovi strumenti di protezione
e sostenibilità ambientale quali il Parco
Locale di Interesse Sovracomunale che riguarda
la medesima area, estendendosi anche fino
alle “Tombe Morte” di Genivolta. Dopo la
consultazione di ieri degli Enti locali,
che ha dato riscontro totalmente negativo,
con pesanti pronunciamenti da parte delle
organizzazioni economiche, la posizione del
presidente della Provincia, Giuseppe Torchio,
al riguardo è inequivocabilmente contraria:
a decidere le sorti del territorio interessato
sarà una commissione regionale composta,
tra gli altri dall'architetto Boccaccia,
già presidente Aler-Iacp Cremona e dal dott.
Morato della Soprintendenza alle Belle Arti
di Brescia, che si riuniranno l’11 novembre
prossimo presso il settore Ambiente della
Regione Lombardia
“La richiesta di dichiarazione di notevole
interesse pubblico ai sensi dell'articolo
136 del decreto legge 42 del 2004 registra
il totale dissenso da parte di Comuni, Provincia
e Associazioni produttive interessate. Gli
effetti di blocco delle attività per un piano
paesaggistico che consegna alla Soprintendenza
alle Belle Arti di Brescia le chiavi di ogni
attività urbanistica e produttiva dell'intera
area è inaccettabile” spiega il presidente
Torchio, “A questo punto la Regione deve
prendere atto di essere arrivata in grave
ritardo e con una proposta che nessuno intende
accettare in un'area che si é già data strumenti
importanti di tutela come il PLIS. La mano
sinistra dovrebbe sapere quanto già in atto
con la mano destra e chiudere una vicenda
che determina un forte allarme nel territorio.
Speriamo che qualcuno si ricordi che nella
stessa zona hanno appena autorizzato l'ampliamento
della terebrazione di pozzi di idrocarburi
e forse bisognerà dotare gli uffici di un
telefono e i funzionari della voglia di scambiarsi
le informazioni"
Fonte: Provincia di Cremona
 
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