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15 Settembre, 2002
I Democratici di Sinistra sono per l'astensione.
Bisogna ricordare che se il licenziamento è nullo per motivi discriminatori, perché determinato da ragioni sindacali, politiche, religiose, di razza, di lingua o di sesso, la reintegrazione nel posto di lavoro si applica a tutte le imprese a............

I Democratici di Sinistra sono per l'astensione.

Bisogna ricordare che se il licenziamento è nullo per motivi discriminatori, perché determinato da ragioni sindacali, politiche, religiose, di razza, di lingua o di sesso, la reintegrazione nel posto di lavoro si applica a tutte le imprese a prescindere dalla loro dimensione occupazionale .Da qui dobbiamo partire per discutere del referendum di domenica.

Votare No è sbagliato perchè verrebbe interpretato come volontà di ridurre le protezioni del lavoro subordinato.

Il fronte del NO è soprattutto composto da quanti ritengono la legislazione del lavoro eccessivamente rigida e le garanzie da smantellare. Non è questa la nostra posizione.

Se vincesse il NO, si negherebbe la necessità di riconoscere i diritti e le tutele anche a chi attualmente ne è privo. Nemmeno questa è la nostra posizione. Il tema dell’allargamento modulato dei diritti è enorme e interessa molti milioni di lavoratrici e lavoratori oltre a quelli che lavorano nelle imprese con meno di 16 dipendenti. E si può realizzare solo mediante una riforma come quella proposta nella Carta dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e negli altri progetti di legge elaborati e presentati nell’ultimo anno da parte dell’Ulivo.

Votare SI è sbagliato perché estendere questa disciplina nelle piccole imprese, anche in quelle con un solo dipendente, significa non vedere che anche tra imprese esistono differenze: che la potenzialità economica è diversa, che il clima aziendale è diverso.

La scelta del SI, pur motivata da intenti di tutela, può avere ricadute negative, si accentuerebbe il divario tra lavoro subordinato stabile e tutte le altre tipologie di lavoro precario, il cui utilizzo in questo modo finirebbero per crescere.

Il referendum è uno strumento inadeguato a realizzare l’obiettivo condivisibile dell’estensione di diritti e di tutele.

Il referendum rischia solo di essere una ulteriore spinta al lavoro nero, al lavoro sommerso, alle collaborazioni coordinate e continuative, ai lavori a termine, alla forma dell’associazione in partecipazione. Il piccolo imprenditore tenderà, se non per particolari professioni, a non assumere lavoratori stabili.

Noi diamo una indicazione di astensione attiva.

E’ un preciso modo di scegliere e di indicare una posizione.

E’ proprio per questo che nei referendum abrogativi di leggi vigenti è richiesto il superamento del quorum. Per evitare che si decida sulla base della prevalenza di indicazioni di voto di una minoranza della popolazione. Per consentire di esprimere una precisa scelta, una volta non condiviso il referendum.

E’ chiaro che le motivazioni che ci portano all’astensione sono totalmente diverse da quelle, strumentali, del Governo.

E’ nota la nostra contrarietà alla legge 30 sul mercato del lavoro. Così come è da tempo che sosteniamo che non va apportata alcuna modifica peggiorativa all’articolo 18.

Per un anno intero sono state elaborate proposte: la Carta dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, il progetto sui diritti di sicurezza sociale, la riforma del processo del lavoro. E l’Ulivo si è anche fatto tramite per presentare in Parlamento le proposte frutto della elaborazione della CGIL.

In vista del referendum è stato presentato uno specifico provvedimento d’urgenza che contiene le principali innovazioni frutto dell’elaborazione in materia di lavoro e che potrebbero consentire di migliorare da subito la situazione attualmente presente nel mondo del lavoro: incrementando la protezione nel mercato del lavoro (cassa integrazione guadagni e indennità di disoccupazione riformate, migliorate, estese), dettando tutele specifiche e adeguate alle collaborazioni coordinate e continuative, intervenendo soprattutto nei confronti delle fasce più deboli di lavoratrici e di lavoratori, nelle piccole imprese e nei confronti dei momenti della vita professionale in cui anche chi è più forte rischia di essere discriminato o emarginato o espulso dal mondo produttivo.

Il nostro impegno è quello di difendere lo Statuto dei lavoratori e di allargare i diritti 


       



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