15 Settembre, 2002
Intervista con Giovanni Bignami, candidato alle Europee per il PD
Ricercatore da quarant’anni, astrofisico di livello mondiale, Professore di Astronomia presso l’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia, esperto di politica per l’Università e la ricerca.
Giovanni Bignami, ricercatore da quarant’anni, astrofisico di livello mondiale, Professore di Astronomia presso l’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia, esperto di politica per l’Università e la ricerca, è candidato alle Elezioni Europee del 6 e 7 giugno nella Circoscrizione Nord Ovest per il Partito Democratico.
1) Giovanni Bignami, perché è importante votare alle elezioni europee il prossimo 6 e 7 giugno?
Le scelte del Parlamento Europeo indirizzano e, in parte, condizionano le scelte dei parlamenti nazionali. In Italia, il 75% delle leggi approvate dal Parlamento hanno origine da norme dell’Unione. Quindi è importantissimo votare alle elezione Europee. L’Europa non è qualcosa di astratta e distante, l’Europa siamo noi e solo facendo sentire la nostra voce potremo influire sulla politica Europea.
2) Lei si presenta non come politico di professione, ma come studioso esperto di politica della ricerca e della quale si è sempre occupato.
L’Europa degli scienziati è nata prima dell’Europa dei politici. Io ho iniziato a lavorare all’interno di collaborazioni scientifiche europee nel 1967, mentre preparavo la mia tesi in Fisica. Da allora ho sempre lavorato in collaborazioni europee attraverso il CERN, l’Agenzia spaziale Europea (ESA) e l’Osservatorio Europeo Australe (ESO). Sono stato Presidente del consiglio scientifico dell’ESA del 2003 al 2006 e ho coordinato la scrittura del documento Cosmic Vision 2015-2025, che indirizza la futura attività dell’Agenzia. Sono stato direttore del CESR a Toulouse, uno dei più grandi centri di ricerca spaziale in Francia e sono consulente della Max Planck Gesellschaft tedesca. Posso, quindi, dire di avere una ottima conoscenza del funzionamento dei grandi enti di ricerca Europei accoppiato ad una esperienza diretta in ambito francese e tedesco. Aggiungo che parlo fluentemente inglese e francese e discretamente tedesco, spagnolo e russo.
3) Cosa si ripromette di fare qualora venisse eletto?
Vorrei sfruttare la forza trainante dell’Unione Europea per contribuire al miglioramento dell’Università Italiana. L’Università Italiana DEVE crescere in Europa. Gli studenti italiani DEVONO fare esperienze europee nel loro corso di studi. Io credo sei necessario creare la figura dello studente europeo, del dottorando europeo e, infine, del docente/ricercatore europeo. I docenti universitari, per esempio, dovrebbero poter insegnare nelle diverse Università della UE e i ricercatori dovrebbero essere liberi di muoversi. Solo così si potrà migliorare la qualità delle Università italiane (oggi piuttosto in basso nella classifica mondiale) e dare più opportunità di lavoro ai nostri studenti. L’Europa offre molte possibilità (e molti finanziamenti) che spesso l’Italia non sa cogliere. Questa situazione DEVE cambiare e io sono la persona giusta per fare partire il cambiamento.
4) Solo Ricerca nella sua agenda di Deputato Europeo?
La ricerca è il punto di partenza per attivare il circolo virtuoso che produce innovazione e brevetti. Questa è l’unica via per aumentare la competitività italiana a livello internazionale e creare un lavoro di qualità per i nostri giovani che sono spesso costretti ad una situazione di avvilente precariato. Da professore io dico che il nostro vero capitale sono proprio loro, i nostri giovani, ed è su di loro, sul loro entusiasmo, sulla loro inventiva che dobbiamo puntare. La mia ricetta si basa sulla ricerca fondamentale accoppiata allo sforzo di trovare applicazioni appetibili dal punto di vista industriale. Non dobbiamo dimenticare che il WEB è stato inventato venti anni fa dai fisici del CERN per scambiarsi dati in modo efficiente con colleghi in altri laboratori. Oggi il WEB ha completamente cambiato la nostra vita.
5) Perché dare a lei una preferenza?
Capisco che ci siano istanze locali e candidature “politiche”, tuttavia, visto che si possono dare tre preferenze, mi sembrerebbe opportuno che una venisse data all'università e alla ricerca, per salvaguardare il futuro dei nostri figli. Nei periodi di recessione tutti i grandi stati investono nella ricerca. Io vi chiedo di investire su un candidato che si batterà per migliorare la ricerca italiana dall'Europa.
Fonte: www.giovannibignami.it
 
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