15 Settembre, 2002
Incontri con i Maestri della Giuria:Natalia Lomeiko
La città e la Fondazione Stradivari accompagnarono i suoi esordi e la sua affermazione sulla scena internazionale
Incontri con i Maestri della Giuria:Natalia
Lomeiko: un affetto speciale mi lega a Cremona
XII Concorso Triennale Internazionale “Antonio
Stradivari”
La città e la Fondazione Stradivari accompagnarono
i suoi esordi e la sua affermazione sulla
scena internazionale.
Un affetto che lei stessa definisce “speciale”
lega Natalia Lomeiko -interprete acclamata
in tutto il mondo e membro della selezionatissima
giuria del Concorso Triennale - a Cremona.
La città e la Fondazione Stradivari accompagnarono,
infatti, i suoi esordi e la sua affermazione
sulla scena internazionale.
Giovanissima, partecipò al Concorso Stradivari.
Cosa ricorda di quell’esperienza?
Effettivamente nel 1998 stavo debuttando
nel circuito dei grandi concorsi internazionali.
Devo ammettere che è stata una tra le competizioni
più impegnative alle quali abbia partecipato.
Ricordo la tensione che accompagnò le cinque
prove previste dal regolamento. Tuttavia
ne valse la pena e fu un’emozione straordinaria
suonare al Ponchielli davanti al pubblico
cremonese, che mi sostenne con un calore
generosissimo.
Qualche anno dopo, la stessa Triennale collaborò
alla realizzazione di un disco, per l’etichetta
“foné”, nel quale suonava il Guarneri del Gesù appartenuto a Paganini,
cosa può dirci di questa incisione?
Fu un’esperienza memorabile. E fu anche una
sfida riuscire a suonare un intero concerto
con questo celeberrimo strumento, nonostante
mi fossero state concesse solo un paio di
ore per comprenderne il carattere. Anche
in quell’occasione fu determinante il sostegno
del pubblico.
Durante la Paganiniana del 2003, con Mengla
Huang suonò un duetto di Berio: quale ruolo
ha il violino nella musica contemporanea?
Questi duetti di Berio sono pagine ricche
di contenuti interesanti. Suonarli fu un’esperienza
intensa, ma anche assai divertente.
In generale, dopo aver suonato diverse prime
esecuzioni assolute, mi sono convinta che
sia importante – almeno nel mio caso – riuscire
a comprendere i contenuti emotivi del brano.
E questo è ugualmente vero per pezzi antichi
o moderni. E se questi contenuti sensibili,
comunque siano resi - attraverso una particolare
sequenza ritmico-dinamica, effetti sonori,
armonici o dissonanze, oppure tutte queste
cose insieme - mi portano ad avvertire qualcosa
mentre li suono, ritengo utile e affascinante
l’esperienza di quella pagina.
In conclusione: quale repertorio predilige?
Soprattutto mi interessa continuare ad imparare
e, se possibile, ampliare il mio repertorio.
Mi affascinano il periodo Romantico e la
prima metà del Novecento. Ma ugualmente suono
e studio anche gli altri stili o periodi.
Ugualmente trovo interessante l’esperienza
della musica contemporanea. Così, nel 2006,
con la Filarmonica di Auckland Philharmonia
diretta Christopher Knapp, ho interpretato la prima
esecuzione assolta di “Aoraki Concerto”,
per violino e orchestra, scritto dal compositore
neozelandese Chris Blake.
Lo scorso anno, invece, ho registrato un
brano, dal titolo 'Snow woman' scritto e
dedicato a me da Cheryl Frances Hoad, un
giovane compositore inglese ricco di talento.
Sarà pubblicato quest’anno dell’etichetta
Toccata Records.
Prossimamente tornerò in sala d’incisione
per registrare, con Yuri Zhislin, duetti
di Bruni and Halvorsen per la casa discografica
Naxos.
Fonte:
Epoché - Agenzia Giornalistica Culturale
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