15 Settembre, 2002
Saluto di commiato (di Vincenzo Filippini)
Il segretario generale-direttore del Comune di Cremona lascia l*incarico con questo intervento in Consiglio Comunale
Prima dell’avvio dei lavori, il Presidente del Consiglio Comunale ha dato la parola al Segretario-Direttore Generale del Comune, Vincenzo Filippini che, in procinto di lasciare il suo incarico, ha pronunciato il seguente saluto di commiato:
Signor Sindaco, Signor Presidente del Consiglio Comunale, Signori Assessori e Consiglieri, Cittadini,
dopo quasi cinque anni di intenso servizio come Segretario Generale e Direttore Generale del mio Comune lascio nei prossimi giorni i miei incarichi. Lo voglio fare da uomo delle Istituzioni come ritengo di essere, a cui non è dato più di tanto parlare con sentimenti di amarezza e di delusione per ciò che è avvenuto in questi ultimi mesi e che hanno riguardato la mia persona e i ruoli che ricopro. Il “tritacarne mediatico” quasi costruito ad arte per delegittimare il ruolo e quindi la struttura è stato veramente ingiustificato ma questo è ormai il livello, basso e piatto, con cui ci dobbiamo confrontare.
L’uomo delle Istituzioni al contrario ha un profondo rispetto per gli organismi che le stesse esprimono, per i suoi collaboratori, per la gente a cui è necessario garantire attività e servizi sempre migliori e non può certo tener conto dei tanti aspetti a volte poco nobili del contesto amministrativo. Vivendo “border line” con la politica deve essere un attento osservatore di tutte le dinamiche, vigile a non farsi trascinare a livelli incompatibili con la sua dignità professionale.
Ecco perché l’uomo delle Istituzioni deve esprimersi sempre con competenza, disponibilità, professionalità, misura, deve saper rispettare sempre in prima persona, le regole del gioco, ma soprattutto non perdere mai l’etica del suo agire, umana e professionale. In questi cinque anni ho cercato di interpretare questi valori al meglio, così come ho sempre fatto con tutte le Amministrazioni di qualsiasi estrazione con cui per oltre 30 anni ho lavorato e la stima e il rispetto, anche a distanza di anni, è sempre stato attuale e reciproco.
La nuova Amministrazione di Cremona, scaturita dalle ultime consultazioni elettorali, ha fatto una precisa scelta: quella di dividere i ruoli di Segretario Generale e di Direttore Generale.
Una scelta legittima, di cui non mi è dato conoscere i motivi anche se intuibili, ma che l’uomo delle Istituzioni deve rispettare anche se la ritiene, come me tanti altri, una strada poco convincente per tante ragioni: le dimensioni dell’ente, le sue caratteristiche ed esigenze di media realtà territoriale, le esperienze maturate in passato, i risultati che il ruolo congiunto ha sempre dato, la semplificazione e la efficienza ed efficacia che un unico soggetto, se professionalmente preparato, riesce a dare in un contesto locale come Cremona, e, non ultima, l’economicità della formula.
Ma forse il metro di giudizio non è sempre la competenza, la professionalità, i risultati, l’esperienza, la conoscenza di meccanismi e dei percorsi, la correttezza dell’agire e del rapportarsi, il saper fare in maniera dignitosa il proprio, a volte difficile, lavoro. Ciò che conta è spesso altro.
L’uomo delle Istituzioni convinto di ciò, e che, oltretutto, non è possibile ricoprire, così come mi è stato chiesto, una sola parte di questo “unicum” professionale laddove per cinq anni lo si è fatto nella sua globalità, non poteva rimanere. È come chiedere ad un primario, ad un certo punto del suo percorso, di proseguire l’attività medica come assistente nello stesso reparto in cui per anni ha coordinato e gestito in prima persona la direzione della struttura.
La mia indisponibilità a ricoprire, come mi è stato proposto, il solo ruolo di Segretario Generale, è sempre stata chiara da subito e sempre ribadita. Lo dissi al Prof. Corada che mi ha dato l’opportunità 5 anni fa quando mi chiamò per venire a lavorare nella mia Città e l’ho ripetuto sempre e da subito al Sindaco Prof. Perri a cui feci anche la proposta di sperimentare un anno di mia permanenza qui come Segretario e Direttore Generale per consentire alla nuova Amministrazione di conoscere la struttura, le attività, gli organici e nello stesso tempo sviluppare proposte nuove in base ai nuovi e mutati indirizzi politici. Non è stata accolta forse perché tutto era già stato deciso.
Chiarezza, trasparenza e correttezza istituzionale: questo è il valore aggiunto di un uomo delle Istituzioni. Non certo la capacità diffusa in molti di questuare, millantare o volgersi supinamente a favore di vento.
E se alle grandi domande della vita si risponde con la propria esistenza, il proprio vissuto, è evidente che certe risposte e scelte conseguenti, come quella che ho fatto, poi alla fine costano, sotto vari punti di vista. Ma certi valori, l’ho ripetuto sempre, non sono commerciabili o monetizzabili. Alla fine è la stima personale e il rispetto verso certi comportamenti la controprestazione che più conta e che più ha valore.
Quelli trascorsi come Segretario e Direttore Generale della mia città sono stati anni molto intensi, faticosissimi ma assai positivi almeno per me, caratterizzati da importanti risultati e traguardi per la città stessa che ha anche apprezzato in più occasioni le attività e i servizi che ha prodotto e che produce questa struttura comunale.
Le donne e gli uomini di questo grande apparato hanno nella stragrande maggioranza, lavorato per dare le risposte adeguate ai cittadini, ben consapevoli, io con loro, che tutto è comunque migliorabile.
Ma è evidente che le cose che funzionano in un ente così complesso come il Comune capoluogo non fanno notizia, vengono date per scontate e acquisite, ma in determinati momenti in cui le risorse non sufficienti o le difficoltà dell’agire pubblico nei servizi sembrano poco in linea rispetto alla sempre maggior richieste, il poter garantire, come avviene nella nostra città, un livello di efficienza di tutto rispetto, costituisce a volte un impresa.
A volte volgere lo sguardo al di là dei propri confini aiuta a meglio apprezzare ciò che di positivo riusciamo a fare sul nostro territorio e per la nostra comunità.
Se si sono gestiti al meglio servizi ed eventi ciò è avvenuto anche grazie ai dirigenti, alle posizioni organizzative e al personale di questo Ente, alla loro professionalità e disponibilità, al confronto a volte severo a volte aspro ma sempre leale, con le rappresentanze sindacali di categoria e aziendali. Una struttura organizzativa che spero non venga smantellata, ma se del caso ricalibrata in ragione dei nuovi indirizzi, perché se così fosse ne soffrirebbe la Città.
Non voglio in questa occasione entrare nel merito di ciò che è stato fatto, delle iniziative e attività attuate e concretizzate in questi anni. Sarebbe stucchevole e poco elegante. Le lascio agli atti e al giudizio di chi le ha vissute.
Saluto quindi lei Sig. Sindaco, i suoi Assessori, il Presidente del Consiglio e i membri di questo Consiglio Comunale con un particolare grato ricordo al Sindaco, Giunta e Consiglieri della passata Amministrazione con i quali ho avuto un ottimo rapporto di stima e fiducia reciproca. Ingredienti indispensabili perché qualsiasi ente, istituzione possa realmente funzionare per la Città e per chi vi abita.
Termino, scusandomi per l’ampiezza del mio intervento, col citare una frase di Hemingway che mi ha sempre colpito, e che mi ha molto aiutato in questo ultimo non facile periodo: “Ai più importanti bivi della vita non c’è segnaletica”.
Ecco perché anche in questa occasione, e grazie anche alla mia splendida famiglia che ha spesso subito le mie scelte, mi sono affidato ai miei valori e alla mia etica convinto di aver fatto la cosa giusta.
Con stima un grazie a tutti in particolare ai miei più stretti collaboratori che mi hanno in molte occasioni sopportato, ai tantissimi che mi hanno dimostrato la loro “meravigliata e stupita” solidarietà e l’augurio sincero a voi e a chi, anzi a coloro che prenderanno il mio posto, perché nei rispettivi ruoli si possa dare a Cremona, alla mia Città, il miglior futuro.
 
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