15 Settembre, 2002
Il No di Lega Ambiente alla cava di Caravaggio.
Il sindaco di quella municipalità, beato lui, non se ne preoccupa e sostiene che prosciugata una fonte, si può trovare il modo di procurarsi l’acqua altrimenti
Il No di Lega Ambiente alla cava di Caravaggio.
Il sindaco di quella municipalità, beato
lui, non se ne preoccupa e sostiene che prosciugata
una fonte, si può trovare il modo di procurarsi
l’acqua altrimenti
Con atto del 12 gennaio la Giunta regionale
lombarda ha deliberato a favore del reinserimento
nel piano cave della provincia di Bergamo
dell’ambito estrattivo Ate g 38, a Caravaggio.
Lo stralcio era stato voluto dal Consiglio
regionale, con un voto trasversale agli schieramenti,
in considerazione degli enormi danni ambientali
che avrebbe causato l’escavazione di sabbia
e ghiaia direttamente in falda. Il prosciugamento
di fontanili posti a valle (tra i quali rientra
quello da molti ritenuto “sacro” del Santuario)
e la distruzione dell’oramai secolare sistema
irriguo della pianura sarebbero inevitabilmente
seguiti ai lavori di cavatura del materiale
da un sito idrogeologicamente così delicato
come quello di Caravaggio.
Il sindaco di quella municipalità, beato
lui, non se ne preoccupa e sostiene che prosciugata
una fonte, si può trovare il modo di procurarsi
l’acqua altrimenti. Insomma, “morto un papa”
se ne fa’ un altro. Peccato che le risorse
idriche non siano inesauribili e che proseguendo
lungo la strada dello sfruttamento sconsiderato,
un ampio lembo della Padania sia destinato
non solo a cambiare volto, ma a sprofondare
nel degrado. Con pragmatismo (??), qualcuno
risponderà che non c’è problema, basta spostarsi.
Dove migreremo? Nell’Africa Sub-Sahariana,
o direttamente su di un altro pianeta?
Anche il Presidente della provincia di Cremona,
si dice tranquillo e fiducioso: noi, come
la stragrande maggioranza dei cittadini,
non lo siamo affatto. Come ambientalisti,
ci inquieta la prospettiva di un drammatico
mutamento del paesaggio ed il venir meno
di un’indispensabile risorsa per l’agricoltura
dell’Alto cremasco. Come cittadini ed elettori,
ci disturba constatare che la volontà dei
nostri rappresentanti in Consiglio regionale
è stata completamente ignorata, e senza alcuna
plausibile motivazione. La maggioranza degli
eletti, senza riguardo ai partiti di appartenenza,
aveva deliberato di stralciare il sito di
Caravaggio dal piano cave; il Tar, al quale
l’impresa interessata era ricorsa, aveva
chiesto di meglio motivare tale deliberazione:
la Giunta, con proprio, autonomo atto di
reintegro del sito estrattivo, ha palesemente
disatteso tanto le decisioni prese in Consiglio
quanto le indicazioni specificamente espresse
dalla giustizia amministrativa.
Legambiente dell’Alto Cremasco, assieme a
enti, istituzioni, associazioni, amministrazioni
locali e rappresentanti della Chiesa che
vorranno ancora una volta impegnarsi per
la salvaguardia delle caratteristiche e dell’identità
del territorio, metterà in campo tutte le
iniziative possibili volte ad impedire la
scellerata realizzazione di una cava che,
localizzata in falda, non solo danneggerebbe
irreparabilmente l’ambiente, ma, con tutta
evidenza, si porrebbe anche in contrasto
con fondamentali norme di tutela delle risorse
idriche previste dal diritto comunitario
e nazionale, e formalmente integrate nella
stessa legislazione regionale.
p. il Circolo
Il presidente, Oscar Stefanini
La segretaria, Stefania Licini
CIRCOLO ALTO CREMASCO altocremasco@legambiente.org
 
|