15 Settembre, 2002
PD Cremona. Candidature regionali: perché non possiamo non ricorrere allo strumento delle Primarie
Il PD di Cremona deve decidere come selezionare le due candidature al Consiglio Regionale della Lombardia nelle elezioni del prossimo mese di Marzo.
Il PD di Cremona deve decidere come selezionare le due candidature al Consiglio Regionale della Lombardia nelle elezioni del prossimo mese di Marzo.
Disponibili ad accettare la candidatura sembrano essere quattro uomini e due donne. Come scegliere le due candidature?
In considerazione delle indicazioni che provengono dallo Statuto regionale (e dal regolamento al quale fare riferimento) ed anche in forza di ragionevolezza e buon senso, io credo non ci sia a disposizione del PD altro strumento se non le Primarie dei cittadini.
Per le seguenti, sintetiche e ragionevoli "7 motivazioni":
1) il PD sta ancora costruendo la propria immagine ed il proprio profilo. La cosa richiede impegno e tempo. Ma se c'è un dato che già oggi ci caratterizza rispetto gli altri partiti agli occhi degli italiani, questo è l'utilizzo delle "Primarie" come strumento di selezione delle figure dirigenti del nostro Partito. L'utilizzo di strumenti diversi (ad es: l'ampia consultazione degli iscritti, della quale in qualche area del Partito si sta ragionando) sarebbe difficile da motivare senza dare l'idea di un ritorno ad antiche modalità ormai superate nella coscienza collettiva del "nostro popolo";
2) noi siamo chiamati a selezionare le candidature che hanno le maggiori chances di vittoria rispetto all'obbiettivo. Non altro è il nostro compito! Non credo possano esserci dubbi: per giungere alla scelta dei nomi che assicurino le migliori possibilità di calamitare voti e simpatie verso il PD è più utile passare attraverso la consultazione di un ampio numero di nostri elettori invece di limitarsi al parere di un numero molto più ristretto di persone, anche se iscritte al Partito. Non fosse che per la "legge dei grandi numeri".....;
3) limitarsi alla "ampia consultazione degli iscritti" potrebbe facilmente indurre il ritorno di antichi dissapori del tutto autoreferenziali, che non solo sarebbero dannosi in sè, ma risulterebbero anche del tutto inutili e comunque portatori di un negativo spreco di energie;
4) dobbiamo avere la capacità di scegliere le due candidature che abbiano le maggiori chances di vittoria, perché il vero obbiettivo che abbiamo davanti è conseguire un risultato che consenta di mantenere al centrosinistra cremonese almeno un seggio in Consiglio regionale. La cosa non è scontata. Per la prima volta dal 1970 - anno di fondazione dell'Ente Regione - il centrosinistra cremonese, infatti, corre il rischio di non essere rappresentato in Consiglio regionale. Sarebbe un dato disastroso che giungerebbe a suggello finale di una fase negativa iniziata qualche anno fa con la perdita del Comune di Soresina, con la sconfitta che abbiamo evitato solo all'ultimo minuto al Comune di Cremona, nel 2004, grazie alla disponibilità recuperata in extremis della candidatura di Gian Carlo Corada e sviluppatasi poi negli utlimi 3 anni con la sconfitta nel Comune di Crema e, quest'anno, al Comune ed alla Provincia di Cremona;
5) nel caso si decidesse di non utilizzare lo strumento delle Primarie aperte ai cittadini, ci troveremmo nella seguente situazione, evidentemente contradditoria e paradossale: per eleggere il segretario di un partito - che è pur sempre, in ultima istanza, un'associazione privata - avremmo chiamato (dicembre 2009) a scegliere i cittadini-elettori; mentre per la scelta di candidati a cariche istituzionali (dunque pubbliche) ci saremmo limitati a chiedere (febbraio 2010) il parere degli iscritti ad una "associazione pur sempre privata" e non dei cittadini. Condizione quantomeno bizzarra e poco razionale;
6) come rispettare poi la "parità di genere" - altra condizione qualificante la nostra identità? La lista del PD di Cremona alle Regionali sarà composta da due candidati. Dunque sarà sufficiente decidere in via preventiva che uno sarà un uomo e l'altro una donna;
7) ciò definito ed in presenza - come tutto lascia presagire - di "disponibilità fuori equilibrio" sul piano dell'appartenenza di genere (quattro uomini e due donne), risulterà ragionevole e corretto assegnare a ciascun elettore delle Primarie la possibilità di dare una preferenza secca. E, a risultato conseguito, assegnare la candidatura all'uomo ed alla donna che abbiano ottenuto il maggior numero di voti.
Deo Fogliazza
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