15 Settembre, 2002 OLTRE 500 FIRME CONTRO IL NUCLEARE IN PROVINCIA BORDO: “LA NOSTRA PROPOSTA DI PETIZIONE POPOLARE E’ GIA’ UNA VITTORIA: GRANDE PARTECIPAZIONE”.
OLTRE 500 FIRME CONTRO IL NUCLEARE IN PROVINCIA
BORDO: “LA NOSTRA PROPOSTA DI PETIZIONE POPOLARE
E’ GIA’ UNA VITTORIA: GRANDE PARTECIPAZIONE”.
Sono già più di 500 i no al nucleare raccolti
da “Sinistra, ecologia e libertà” che nei
giorni scorsi ha lanciato una petizione popolare
rivolta al consiglio provinciale di Cremona
affinchè venga adottata una delibera che
dichiari il territorio provinciale denuclearizzato
e indisponibile ad accogliere siti nucleari.
I banchetti che i militanti dei Vendoliani
hanno messo in campo hanno da subito riscontrato
il plauso di molti cittadini che hanno firmato
e chiesto informazioni in merito.
“Il governo – spiega Franco Bordo, candidato
per Sel alla Regione Lombardia - ha deciso
per un ritorno del nucleare nel nostro paese,
con un obiettivo dichiarato di produrre il
25% dell’energia dall’atomo. Per arrivare
a questo obiettivo l’Italia dovrebbe localizzare
e costruire sul territorio nazionale 8 reattori
nucleari. Il costo medio stimato oggi di
una centrale atomica da 1600 Mw è vicino
ai 6 miliardi di euro. Semmai l’Italia decidesse
di costruire alcune centrali nucleari, passerebbero
almeno 10-15 anni prima della loro entrata
in funzione, e quindi non riuscirebbe a rispettare
l’accordo vincolante europeo 20-20-20 ( secondo
cui entro il 2020 tutti i paesi membri devono
ridurre del 20% le emissioni di CO2 del 1990).
Se l’Italia decidesse di puntare sul nucleare,
dirotterebbe sull’atomo anche le insufficienti
risorse economiche destinate allo sviluppo
delle rinnovabili, e al miglioramento dell’efficienza
energetica e costruire quella struttura imprenditoriale
diffusa che garantirebbe la creazione di
molti posti di lavoro sul modello di quanto
fatto in Germania dove ad oggi sono impiegati
circa 250.000 lavoratori. Noi a questo sistema
non ci stiamo. A partire da Cremona”. Ecco
dunque la proposta che finora ha avuto un
gran successo: dichiarare “il territorio
provinciale denuclearizzato”, contrario quindi
alla produzione di energia nucleare; vietare
su tutto il territorio provinciale l’installazione
di centrali che sfruttino l’energia atomica
e garantire la massima trasparenza e partecipazione
nel processo di individuazione dei siti di
stoccaggio per rifiuti radioattivi derivanti
anche da centrali dismesse dopo il referendum
del 1987