15 Settembre, 2002
Gravi casi di inquinamento da arsenico nelle falde acquifere della golena del Po.
Queste analisi fanno presupporre che tutta la falda sia inquinata da questo subdolo e pericoloso veleno
Gravi casi di inquinamento da arsenico nelle
falde acquifere della golena del Po.
Queste analisi fanno presupporre che tutta
la falda sia inquinata da questo subdolo
e pericoloso veleno
Durante la seduta del Consiglio Provinciale
di ieri è stata trattata l’interrogazione
presentata da Giuseppe Torchio e Massimo
Araldi sui gravi casi di inquinamento da
arsenico nelle falde acquifere della golena
del Po. In due pozzi privati di Motta Baluffi,
a due km di distanza, si è riscontrata in
50mg/lt la percentuale di arsenico. Queste
analisi fanno presupporre che tutta la falda
sia inquinata da questo subdolo e pericoloso
veleno. Il problema è risolto al di qua dell’argine
maestro, in quanto gli acquedotti comunali
servono il 100% delle abitazioni; ma al di
là dell’argine, nella golena, non ci sono
alternative possibili all’utilizzo dei pozzi
privati.
L’assessore all’ambiente Gianluca Pinotti,
rispondendo all’interrogazione, ha affermato
di aver incontrato il Comitato delle “Case
di Golena” e di avere concordato una sequenza
temporale con riguardo al protocollo d’intesa
sottoscritto il 4 giugno scorso dalla precedente
Giunta provinciale con ATO, ARPA e Regione
Lombardia per il monitoraggio della qualità
dell’acqua. L’intesa a suo tempo sottoscritta
prevedeva che nel primo semestre, ormai decorso,
venissero acquisiti i dati storici e nel
secondo si elaborassero precise linee di
intervento nelle aree golenali. Nel prossimo
mese di giugno, insieme al sindaco di Motta
Baluffi, Giovanni Vacchelli, verrà organizzata
un’apposita iniziativa onde fornire i primi
elementi riferiti ai dati acquisiti.
Secondo Giuseppe Torchio, si tratta di soluzioni
e indicazioni positive, ma assolutamente
inadeguate alla complessità dei fenomeni.
Non si scordi infatti che, come ci è stato
dimostrato dall’episodio della “marea nera”
del Lambro, quasi sempre questi inquinamenti
sono esogeni: nascono in altre province,
e si scaricano sul nostro territorio, che
si tratti di inquinamento dell’aria, dell’acqua
o del suolo.
Il problema, dunque, chiama in causa direttamente
la Regione e il Governo. Da troppo tempo
non si sviluppano iniziative adeguate per
il sud della Lombardia, sempre più destinato
ad essere luogo di raccolta delle peggiori
nefandezze ambientali. Negli anni ’70-’80,
invece, durante le giunte Guzzetti e Golfari,
grazie alla spinta dell’assessore Vercesi,
era stato sviluppato un vero e proprio progetto
per la Lombardia sud-orientale, poi stranamente
mai più ripreso. Si ha quindi l’impressione
che la massa degli investimenti - dalla nuova
Fiera di Milano, a Rho-Pero, a Expo 2015,
alle Ferrovie Nord Milano, a Malpensa - sia
concentrato nell’area nord-occidentale della
Regione.
Gioverebbero inoltre, per affrontare i problemi
del delicato equilibrio ambientale delle
zone di golena, rimpinguare i finanziamenti
già decisi dal governo Prodi (i 180 milioni
dei fondi FAS) e poi scomparsi con l’attuale
Governo. Le province dell’Emilia Romagna,
con iniziativa bipartisan, ha assunto efficacemente
l’iniziativa presso il Ministero per riottenere
quei fondi. E’ necessario che le province
padane della Lombardia assumano un’analoga
iniziativa per ottenere in tempi brevi quella
considerazione tante volte promessa ma altrettanto
spesso dimenticata dal Pirellone.
 
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