15 Settembre, 2002
CREMONA. GLI ARCHI DI PALAZZO COMUNALE
Il violino appare nella prima metà del XVI secolo e ha in Andrea Amati il primo dei liutai cremonesi
CREMONA. GLI ARCHI DI PALAZZO COMUNALE
Il violino appare nella prima metà del XVI
secolo e ha in Andrea Amati il primo dei
liutai cremonesi che si distingue nella costruzione
di strumenti ad arco. Alcune considerazioni,
di non poco peso, danno un consistente contributo
al sostegno di questa tesi: il fatto che
Andrea Amati sia nato attorno al 1505 ridimensiona
decisamente l'importanza che si è creduto
di attribuire alla città di Brescia, in quanto
patria del violino con Gasparo Bortolotti
da Salò, nato nel 1540; il gruppo di strumenti
commissionati da Carlo IX di Francia, poco
dopo la prima metà del XVI secolo, ad Andrea
Amati dimostra che a quel tempo, quando Gasparo
da Salò era poco più che ventenne l'arte
del liutaio cremonese fosse conosciuta ben
oltre i confini italici. Due dei figli di
Andrea, Antonio e Gerolamo, si dedicano alla
liuteria e lavorano nella bottega del padre.
Nicolò Amati, figlio di Gerolamo, si afferma
nel XVII sec. proseguendo il cammino nel
solco dei suoi predecessori. Dalla seconda
metà del XVII secolo lavora in Cremona il
più celebre dei liutai: Antonio Stradivari.
Nascono così i più grandi capolavori che
la storia della liuteria conosca. Un posto
fra i grandi della liuteria cremonese spetta
a Giuseppe Guarneri del Gesù il quale, benché
più giovane di Stradivari di circa mezzo
secolo, gli sopravvive di pochi anni. Inutile
sarebbe ricercare in Guarneri del Gesù la
raffinatezza di linee espresse dagli Amati
e da Stradivari nei loro lavori. Piuttosto
sembra lecito pensare che le attenzioni maggiori
del maestro siano rivolte a problemi di carattere
acustico: la prontezza del suono, in strumenti
dal taglio vigoroso, senza per altro che
questa ultima si dissoci dalla capacità di
penetrazione e al tempo stesso dalla dolcezza.
Andrea Amati
il Carlo IX, 1566 c. – violino
Questo violino faceva parte di un gruppo
di strumenti costruiti per la corte di Carlo
IX di Francia, gruppo formato da piccoli
violini, grandi violini, viole e violoncelli,
ed è uno dei soli quattro superstiti tra
i violini di grande formato. È uno strumento
ancora pienamente efficiente, in ottimo stato
di conservazione. Sul fondo sono visibili
ampie tracce dello stemma di Carlo IX. Sulle
fasce si nota invece ancora parte del motto
"Pietate et Justitia". La Commissione
preposta a redigere il verbale peritale,
nel maggio del 1966 riconobbe il grande valore
artistico e storico dello strumento e concluse
che esso era idoneo sotto tutti gli aspetti".
Proveniente dalla famosa collezione Henry
Hottinger, passato in seguito alla Casa Wurlitzer
di New York, fu acquistato presso quest'ultima
dall'Ente Provinciale peril Turismo di Cremona,
e donato poi alla città il 25 febbraio 1966.
Antonio e Gerolamo Amati
la Stauffer, 1615 – viola
La viola di proprietà di S.H. Danks, prima
viola dell'orchestra B.B.C. di Londra, fu
acquistata dalla fondazione musicologia W.
Stauffer di Cremona nel mese di maggio 1966
e depositata presso la collezione "Gli
Archi del Palazzo Comunale di Cremona".
In realtà la viola è stata costruita da Gerolamo,
in quanto il fratello Antonio era morto nel
1607. L'etichetta porta però anche il nome
di Antonio perché Gerolamo utilizzò sempre
la stessa fino al termine della sua attività.
La viola, finemente lavorata, presenta un
eccellente stato di conservazione. La vernice,
tutta allo stato originale, è di un bel colore
bruno dorato. La qualità sonora della viola
si basa su un indiscutibile equilibrio timbrico
fra le quattro corde.
Nicolò Amati
l'Hammerle, 1658 – violino
Costruito su forma grande, questo strumento
rappresenta degnamente l'arte di Nicolò Amati,
che più di tre secoli fa portò la liuteria
ad un notevole livello. Violino di squisita
fattura, ricco di vernice originale possiede
straordinarie qualità acustiche che denunciano
l'appartenenza dello stesso ad un'unica matrice:
la prestigiosa scuola cremonese. Proveniente
dalla collezione di Teodoro Hammerle, fu
posseduto in seguito da Henry Hottinger;
successivamente passò alla Casa Wurlitzer
di New York, dalla quale fu acquistato per
iniziativa dell'Ente Provinciale per il Turismo
di Cremona nell'autunno del 1966 con sottoscrizione
cittadina "un dollaro per il Nicolò
Amati".
Antonio Stradivari
il Clisbee, 1669 – violino
Lo strumento, dono dei coniugi Evelyn e Herbert
Axelrod, è del primo periodo della produzione
stradivariana dove il riferimento alle opere
di Nicolò Amati appare evidente pur mostrando
già la forte personalità di Stradivari. Il
violino è entrato a far parte della collezione
"Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona".
Francesco Ruggeri
1675 – violino
Considerato dagli esperti di pregevole fattura
e di notevole qualità acustica, questo violino,
è stato concesso in comodato gratuito al
Comune di Cremona. Il violino, il 27 ottobre
1937, in occasione del Bicentenario Stradivariano
svoltosi a Cremona, venne sottoposto all'esame
di una commissione internazionale composta
da: Fridolin Hamma, Simone Fernando Sacconi,
Leandro Bisiach senior, Mario Corti, Ignazio
Caporali, Paolo Deschamp, Max Moller che
ne attestò l'autenticità e lo definì un bellissimo
esemplare di Francesco Ruggeri detto il "Per"
. Vi è anche un ulteriore certificato di
autenticità compilato dalla casa Beare di
Londra del 24 marzo 2006.
Giuseppe Guarneri (figlio di Andrea)
il Quarestani, 1689 – violino
Attribuito, come si legge nell'expertise
redatta dalla casa John & Arthur Beare,
di Londra, a Giuseppe Guarneri, figlio di
Andrea, il violino, sempre secondo detta
expertise, è stato costruito nel laboratorio
del padre Andrea nell'anno 1689, come risulta
dalla etichetta originale collocata nell'interno
dello strumento. Questo violino va considerato
come un esempio caratteristico del primo
periodo della produzione del maestro cremonese,
anche se sono da escludere, da questa valutazione,
le "effe" che sono state allargate.
Strumento di bella fattura, possiede notevoli
qualità acustiche. Per la costruzione sono
stati impiegati legni pregevoli, dall'acero
con marezzatura molto pronunciata, all'abete
rosso con venatura molto fine al centro;
la vernice è di un caldo arancio bruno su
fondo più chiaro. Il violino è di proprietà
del Comune di Cremona.
Antonio Stradivari
ex Cristiani, 1700 – violoncello
La Fondazione W. Stauffer, l'11 novembre
2005, ha acquistato il violoncello "Cristiani"
costruito da Antonio Stradivari nel 1700.
Si realizzava così il sogno del presidente
della fondazione, Paolo Salvelli, di affiancare
alle altre celebri opere che costituiscono
la collezione "Gli archi di Palazzo
Comunale di Cremona" un violoncello
in modo da completare strumentalmente la
forma che costituisce l'ensemble quartettistica
(2 violini, 1 viola e 1 violoncello). Il
suo stato di conservazione è eccezionale;
la bellezza dell'acero del fondo si accoppia
alla particolare qualità dell'abete rosso
della tavola armonica e all'eccellenza della
vernice. L'equilibrio fra le quattro corde
e la prontezza di emissione del suono pongono
questo strumento tra le opere più significative
di Stradivari. Il nome di questo strumento
ricorda quello della giovane violoncellista
Lisa Cristiani che lo possedette e alla quale
Mendelssohn dedicò la "Romanza senza
parole" op. 109.
Antonio Stradivari
il Cremonese, 1715 – violino
Conosciamo poco più di dieci violini costruiti
nel 1715, tra questi l'Alard, il Tiziano,
l'Imperatore, il Bazzini, il Rode: quello
appartenente alla civica collezione di Cremona
può figurare degnamente tra i primissimi
di questo gruppo. È un violino di grande
formato. La bellezza del lavoro viene esaltata
dalla particolare qualità del legno impiegato
dal maestro cremonese, e da una vernice arancione
dorato, tutta allo stato originale. Strumento
generosissimo di voce, anche nelle zone meno
favorite, dimostra una straordinaria vitalità.
Eccezionale l'equilibrio timbrico dalle note
gravi alle acute. La corda di Sol è particolarmente
dotata sul piano del volume; la capacità
di penetrazione e di espansione della voce
di questo strumento ben si accomunano ad
una straordinaria prontezza di emissione
della voce stessa. Acquistato nel 1961 dall'Ente
Provinciale per il Turismo di Cremona presso
la Casa W. E. Hill & Sons di Londra,
venne in seguito donato alla città.
Antonio Stradivari
il Vesuvius, 1727 – violino
Nel 1977 Remo Lauricella, violinista e compositore,
in visita alla collezione "Gli Archi
del Palazzo Comunale di Cremona", confidò
al conservatore, che era sua intenzione donare,
dopo la sua morte, il suo strumento, conosciuto
come "Vesuvius" del 1727 di Antonio
Stradivari. Lauricella moriva il 19 gennaio
2003, il Comune di Cremona venne informato
che, in una clausola dell'ultimo testamento
era stato previsto il lascito del suo violino
"Stradivarius Vesuvius", al sindaco
e ai consiglieri in carica della città di
Cremona. Scattò un'entusiasmante gara di
solidarietà e di iniziative per raccogliere
fondi necessari per pagare l'imposta di successione.
Il 3 novembre 2005 una delegazione cremonese,
guidata dal sindaco Gian Carlo Corada, ritirò
da Londra il violino.
Giuseppe Guarneri (detto del Gesù)
1734 – violino
Già nel 1830 il violino apparteneva alla
famiglia italiana Bravi Mazzo; il 22 febbraio
del 1916 veniva in possesso di un certo D.
Saluzzo. Nell'aprile del 1924 la casa di
Hjorth di Copenaghen lo vendeva a H.L.Wessel,
abitante in quella città. Dal 1972 al 1977
è stato usato dal celebre violinista Pinchas
Zukerman per concerti in tutto il mondo e
per la registrazione di numerosi dischi.
È' uno degli strumenti meglio conservati,
appartenenti al secondo periodo del maestro
cremonese. Costruito con bel legno, posside
eccellenti qualità acustiche; la vernice
è di colore giallo arancio su fondo dorato.
Il violino, di proprietà della Fondazione
musicologia "Walter Staufffer",
è stato acquistato nell'aprile del 1980 e
depositato presso la collezione "Gli
Archi del Palazzo Comunale di Cremona".
Enrico Ceruti
lo Stauffer, 1868 – violino
Enrico Ceruti, figlio ed allievo di Giuseppe,
nacque a Cremona nel 1806. Il suo nome di
battesimo era, in effetti, Riccardo Fabio
e fu in seguito soprannominato Enrico. Partecipò
a diverse mostre e concorsi nazionali e internazionali,
vincendo anche alcuni premi. Morì nel 1883.
Il violino è stato acquistato dal Centro
di Musicologia "Walter Stauffer"
di Cremona e depositato presso la collezione
"Gli Archi del Palazzo Comunale di Cremona".
Simone Fernando Sacconi
1941 – violino
Questo straordinario violino si trova ampiamente
illustrato in "Loan exbition of stringed
instruments and bows" commemorating
the seventieth birthday of Simone Fernando
Sacconi, New York City October 1966. Simone
Fernando Sacconi, universalmente ritenuto
uno dei più grandi liutai di ogni tempo,
trasse l'ispirazione, per la costruzione
di questa mirabile opera, dagli strumenti
intarsiati di Antonio Stradivari, in particolare
l'intarsio è riferito al violino Hellier
del 1679. Il violino è di proprietà del Comune
di Cremona.
 
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