15 Settembre, 2002
Il conflitto di interessi di noi piccoli azionisti
Editoriale di Vittorio Lusvardi direttore del “ Il piccolo giornale” di sabato 6 dicembre 2003.
Il conflitto di interessi di noi piccoli
azionisti
Editoriale di Vittorio Lusvardi direttore
del “ Il piccolo giornale” di sabato 6 dicembre
2003
In Borsa si usa spesso il termine “ sentiment”
che,nonostante l’assonanza con la parola
sentimento, non allude precisamente ai sospiri
di un’adolescente romantica. In Borsa si
diventa sentimentali se l’azienda per cui
batte il cuore promette dividendi e plusvalori
pingui. Altrimenti la passione si raffredda.
Al massimo, si possono provare piccole e
implacabili conflitti di coscienza, che guariscono
subito, con un’aspirina. E’ una frase, questa,
che stanno attraversando tanti azionisti
Mediaste: non tutti votano per Berlusconi,
molti anzi lo detestano. Ma tutti si fregano
le mani per l’impennata del titolo durante
l’intera marcia trionfale della legge Gasparri.
Insomma, legioni di risparmiatori,piccoli
e grandi, sperimentano una sorta di conflitto
d’interessi in scala ridotta: con cuore che
batte a sinistra vorrebbero che la legge
venisse cassata, col portafogli che batte
a destra si augurano l’esatto contrario.
Sentiment da borsa appunto.
Ma la domanda che adesso ci poniamo è questa:
se anche un bravo pensionato un po’ ulivista,
possessore di un centinaio d’azioni che valgono
appena due due milioni scarsi, sente in cuor
suo che la ragion di Stato conta ben poco
contro la ragion del Conto in Banca, cosa
può capitare\a chi, dell’intero capitale
Mediaste, possiede piu’ della metà?
E’ proprio sinistrosamente fazioso immaginare
che Berlusconi primo ministro , capo di Forza
Italia , e capo di mille altre cose, non
abbia fatto un po’ di conto? In fi dei conti,
è un uomo come gli altri:anche il suo cuore
è gonfio di sentiment.
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