15 Settembre, 2002
Manifestazione per la pace e contro il terrorismo tenuta a Roma il 20 marzo scorso
Le motivazioni dell'adesione della Giunta Provinciale di Cremona
Manifestazione per la pace e contro il terrorismo tenuta a Roma il 20 marzo scorso
Le motivazioni dell'adesione delLa Giunta Provinciale di Cremona
La Giunta Provinciale di Cremona
visto l’appello del “Comitato fermiamo la guerra”, che raccoglie enti, associazioni, organizzazioni sociali e cittadini, in risposta all’appello dei pacifisti americani, fatto proprio dal Forum di Bombay e dal Forum Sociale Europeo, per fare del 20 marzo prossimo – ad un anno dall’invasione dell’Iraq – una giornata di mobilitazione mondiale per il ritiro delle truppe, contro la guerra e per la pace in Medio Oriente;
visto l’appello della Tavola della pace e l’invito del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani, di cui la Provincia di Cremona è membro sin dal 23.11.1994, ad aderire e a partecipare alla manifestazione nazionale per la pace che si svolgerà a Roma sabato 20 marzo 2004 in coincidenza con il primo anniversario dall’inizio della guerra in Iraq;
considerato che la manifestazione è stata indetta da un vasto arco di organizzazioni della società civile italiana per raccogliere l’appello del movimento per la pace degli Stati Uniti a promuovere il 20 marzo una giornata mondiale contro la guerra e per dire “Basta guerra. Basta terrorismo. Basta violenza.”;
ricordando che la guerra in Iraq è stata giustificata con manipolazioni e inganni adducendo pericoli e motivazioni palesemente false e inconsistenti;
riconoscendo che la guerra ha provocato la fine della dittatura di Saddam Hussein ma ha gettato il paese nel caos e nella più terribile violenza; che l’Iraq del cosiddetto “dopo-guerra” è diventato il principale campo di battaglia per tante guerre e che, per il popolo iracheno le sofferenze non solo non sono finite ma per molti aspetti sono addirittura aumentate;
considerato che per mettere fine alle sofferenze del popolo iracheno, promuovere il rispetto dei diritti umani e lo sviluppo della democrazia in Iraq l’Italia non può continuare a sostenere l’occupazione illegale dell’Iraq ma deve sviluppare una forte iniziativa per ridare centralità, credibilità e sostegno all’azione dell’Onu, unica autorità internazionale legittimata a garantire la transizione democratica verso un governo iracheno;
consapevole del fatto che la guerra continua non solo in Iraq ma in Afghanistan, in Palestina e Israele, in Congo, in Uganda, in Cecenia e in troppe altre parti del mondo sotto lo sguardo dell’occidente e la divisione dell’Unione Europea;
preoccupata per il continuo, inaccettabile, aggravarsi della situazione nei territori palestinesi e in Israele;
considerato che guerra e miseria si diffondono nel mondo seminando morte, terrore e insicurezza per tutti e che occorre fare ogni sforzo per contrastare queste pericolose minacce;
riaffermando la convinta adesione ai principi e ai fini della Carta delle Nazioni Unite e della Costituzione Italiana che escludono la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e che impegnano il nostro paese e tutte le sue istituzioni ad operare per la pace e la giustizia nel mondo;
Atteso inoltre che il Consiglio Provinciale, con Delibera n. 49 del 28.01.2003 ha deciso di dichiarare la Provincia di Cremona “Provincia per la Pace”;
In applicazione dei principi contenuti nell’art. 7 dello Statuto Provinciale;
delibera di
- aderire e partecipare alla manifestazione nazionale per la pace che si svolgerà a Roma sabato 20 marzo 2004;
- contribuire alle attività locali e nazionali di organizzazione, promozione dell’iniziativa in oggetto, secondo le modalità concordate con il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani;
- invitare tutti i cittadini, in particolar modo i giovani, le amministrazioni comunali, le scuole, le associazioni e le organizzazioni sociali interessate ad organizzare sin d’ora la partecipazione
e chiede al Parlamento e al Governo italiano di
1. accogliere e sostenere attivamente le raccomandazioni formulate dalla “Missione” delle Nazioni Unite per l’organizzazione di elezioni nazionali libere e democratiche in Iraq a partire dal mantenimento della data del 30 giugno 2004 quale termine ultimo per il trasferimento dei poteri ad un governo iracheno provvisorio che a sua volta deve essere definito con il più ampio consenso possibile tra tutte le parti irachene e dalla istituzione di una Commissione Elettorale Irachena autonoma e indipendente.
2. lavorare perché il Consiglio di Sicurezza dell’Onu dia un chiaro e inequivocabile mandato e un sostegno concreto al Segretario Generale dell’Onu nella gestione di questa importantissima quanto difficile fase di transizione.
3. operare perché questa diventi posizione e iniziativa comune dell’Unione Europea o almeno del maggior numero possibile dei paesi europei sollecitando la solidarietà e la collaborazione;
4. non proseguire nella missione militare italiana in corso sotto il comando delle potenze occupanti e, in ossequio all’articolo 11 della Costituzione, mettere, con una dichiarazione formale e solenne in Parlamento e all’Onu, tutte le proprie risorse di qualsiasi natura sotto diretta autorità delle Nazioni Unite per sostenere il loro “ruolo vitale” in Iraq;
5. sostenere l’intervento diretto in Iraq delle organizzazioni italiane e internazionali della società civile e delle Istituzioni Locali impegnate nella promozione e difesa dei diritti umani;
6. assumere tutte le iniziative concrete necessarie per mettere fine alla violenza e alle quotidiane violazioni dei diritti umani, all’occupazione e agli attentati in Palestina e Israele e, finalmente, avviare la costruzione di una pace giusta e duratura basata sul principio “Due stati per due popoli: stessa dignità, stessi diritti, stessa sicurezza”.
Il Presidente pone ai voti palesi l’immediata eseguibilità del provvedimento che viene approvata all’unanimità.
 
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