15 Settembre, 2002
Ho visto piazza Maggiore di Bologna, strapiena, piangere di gioia per Cofferati.
Dice Schiaffo ...." che om, che om, che l'è Sergio, ghet vist che roba ? " - di Gian Carlo Storti
Ho visto piazza Maggiore di Bologna, strapiena,
piangere di gioia.
Dice Schiaffo ...." che om, che om,
che l'è Sergio, ghet vist che roba ? "
- di Gian Carlo Storti
Con il mitico Schiaffo ed altri compagni
siamo andati a salutare Sergio Cofferati,
nella sede del suo comitato elettorale, prima
della festa in piazza Maggiore a Bologna.
Schiaffo con le lacrime agli occhi ha abbracciato
Sergio che ha risposto con un abbraccio altrettanto
forte e con un sorriso. La moglie Daniela
era emozionatissima nel vedere i soliti amici
cremonesi.... Un veloce scambio di battute
su come era andata a Cremona.. Sulla straordinaria
vittoria di Corada, con il quale aveva parlato
in mattinata e sul ballottaggio di Torchio,
a cui Cofferati augura di vincere: "e' l'uomo che va bene, riuscirà, vedrete" - ha aggiunto. Qualche scambio di battute su come stanno gli altri amici cremonesi e poi via... usciamo dal comitato e al seguito della scorta andiamo verso la piazza dove
si stava per aprire la festa in onore del
nuovo Sindaco.
La sede del comitato elettorale è in centro
storico e quindi il piccolo corteo si è mosso
a piedi.
Fatti pochi passi.... un gruppo di ragazzi
che stavano gustando una birra seduti comodamente
ai tavolini di un bar, si alzano in piedi,
parte un fragoroso applauso ed un ritmato
grido di gioia " coffi,coffi,coffi,coffi....vai
sei grande".
Coffi saluta con un ampio sorriso alzando
in braccio.
Al semaforo la scorta fa fatica a contere
un giovane uomo che porta sulle spalle una
ragazzina che con voce felice ed infantile
urla " Sergio, Sergio, Sergio aspetta...".
Sergio sente, si ferma, e si trova addosso
la ragazzina (avrà avuto 6-7 anni) che lo
abbraccia. Il padre, un meridionale di Bologna, è
felice, piange e continua a ripetere "grazie, grazie, grazie... Sergio ringrazia accarezzando la ragazzina.
Andiamo sotto i portici, dove in genere gli
extacomunitari vendono le loro povere cose.
Parte un applauso fragoroso che rimbomba... tutti
lo salutano, si avvicinano, lo voglio toccare.
Avevo notato che aveva due dita bendate... Mi
avvicino e gli chiedo del perchè. Risponde
sorridendo "mi sono venute gonfie a
forza di stringere le mani...." .
Il piccolo corteo si ingrossa, la polizia
fa fatica a contenere l'entusiamo dei passanti...Incredibile...una
cosa così non l'avevo mai vista. Mi è venuto
in mente quello che mi disse Cofferati, quando
venne a Lodi per una iniziativa della Cgil,
di ritorno da Napoli. Stupito, molto stupito
mi raccontò di un giro fatto per le vie di
Napoli con il Bassolino, allora Sindaco.
Gli rimase impressa la partecipazione della
gente che appunto salutava il Sindaco, che
voleva toccarlo, stringergli la mano... Sorrideva
poi nel sottolineare che lo chiamavano, in
stretto napoletano, "don Antonio", segno
di reverenza ed assieme di antica e sottomessa
cortesia...
Arriviamo sotto i portici di p.zza Maggiore.
Scatta il fragoroso appluso corale....Fatica
a raggiungere la zona antistante al palco. La
gente lo ferma. Notiamo l'abbraccio con il
vecchio ed amato sindaco Zangheri, la stretta
di mano con Parisi e mentre sta per salutare
Bersani, una giovane donna, rossa di capelli,
gli salta letteralmente addosso e lo abbraccia
gridando "grazie, grazie, grazie". La
polizia fa fatica a staccare la donna. Cofferati
è diventato rosso in viso e porge lo sguardo,
quasi per scusarsi, a sua moglie Daniela
che risponde sorridendo.
Appena la piazza lo vede parte il boato.
Un boato di gioia, applausi,f ischietti, bandiere
che sventolano. Fa il giro delle transenne
di fronte al palco, stringe mani, riceve
abbracci, spinte, tutti lo vogliono toccare. Impiega
più di mezzora per questo primo giro di
saluti.
Si sposta dietro al palco. Lo spettacolo
inizia, il suo intervento è previsto alle
23.
Riceve gli artisti bolognesi, Ottavia Piccolo,
Gad Lerner, con una stretta di mano, usa
la sinistra (nella destra ha un sacchetto
di ghiaccio per far passare il gonfiore).
La gente è allegra, il conduttore suona e
presenta gli ospiti. Anche Umberto Eco sale
sul palco. Ovazioni di preparazione per il
festeggiato della serata.
Finalmente è l'ora....Una cantante lirica
canta due volte " vincerò". La
piazza va in visibiglio.
Prima di Cofferati parla la Presidente della
Provincia: una donna, colta che trema di
fronte ad una folla così festante che aspetta
il "Coffi".
Finalmente viene fatto il suo nome. La piazza
trema, urla di gioia, grida in coro grazie... Lui
entra e saluta con la mano alzata. L'applauso
è fragoroso. Grida di gioa d'appertutto... una
fiumana di gente è commossa e felice. Piangono
ma di felicità.
Fa cessare l'applauso con la sua voce tonante: "Grazie di essere qui, grazie del vostro aiuto".
L'applauso, per quanto possibile, si raddoppia....Ha
in mano una maschera, una maschera bianca
che raffigura un "principe" che
opera per il bene del suo popolo. Il "cinese" è emozionato.. ha l'occhio lucido...ma
da lontano non si vede. Impega qualche secondo
ha trovare il filo del ragionamento...Parte
e racconta del suo anno di vita a Bologna, degli incontri fatti, della fase di ascolto.
Attacca Guazzaloca duramente, parla della
Bologna del futuro, della Bologna in Europa,
della Bologna che deve sognare e pensare
ai giovani.
Ecco i giovani, tanti ma tanti giovani sono
in piazza....
Chiude il saluto annunciando tre piccole
cose che farà appena insediato: un giorno
alla settimana riceverà i cittadini, toglierà
il vetro antisfondamento che divide l'ufficio
del Sindaco da altri uffici e ripristinerà
l'uso della sala matrimoni civili che Guazzaloca
aveva chiuso...!!!
La piazza applaude, piange di gioia, si sente
liberata. Non liberata materialmente, ma
psicologicamente....Deve essere stata dura,
per quella gente, sopportare una giunta di
centro-destra per cinque anni.
Bologna è ritornata Bologna. Il simbolo della
sinistra di ieri e del centro sinistra di
domani. Tutti si sono resi conto che l'unità
paga, che è con l'unità che si batte "il berlusca" come viene chiamato anche lì.
Sergio saluta, partono i fuochi di artificio.
La piazza è allegra. Bologna, la dotta, è
contenta.
Un rapido saluto a Sergio e poi via verso
Cremona. Non c'è tempo da perdere. Si va
al ballottaggio e Torchio deve vincere. Raccogliamo
gli ultimi voti che servono e ci sentiremo
anche noi felici, liberati. Ti immagini che
tristezza avere per cinque anni Rossoni come
Presidente ...? Non pensiamoci. Raccogliamo
i voti che servono. Anche molti cittadini
leghisti la pensano come noi. Rossoni è proprio
insopportabile. Parliamo con loro.Per una
volta ci troveremo d'accordo.
Dopo questa sera Schiaffo è al settimo cielo
e pronto a ricevere con tutti gli onori il
Sergio alla festa dell'Unità... "che
om, che om, che l'è Sergio, ghet vist che
roba?" dice in macchina .
Gian Carlo Storti
storti@welfareitalia.it
 
Foto durante la festa a Cofferati a Bologna
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