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15 Settembre, 2002
Le ultimissime dai Ds Lombardia
La Giunta Regionale assume sempre provvedimenti non condivisibili.


SOLO SULLA CARTA GLI INVESTIMENTI DI FORMIGONI
Rimangono sulla carta 26,7 milioni di euro per il trasporto pubblico locale, 7,5 milioni per l'acquisto di materiale rotabile, 4 milioni di euro per la riqualificazione delle strutture turistiche, 3,9 milioni per i progetti di sicurezza e prevenzione della criminalità, 1,5 milioni di contributi ai comuni per le piste ciclabili. Sono tutte cifre che, messe a bilancio nel 2004 e non spese, vengono riportate sul bilancio 2005 o cancellate. In compenso i fondi per il buono scuola crescono di 3 milioni di euro, mentre quelli per il diritto allo studio rimangono ancora una volta fermi. Questi i dati emersi dalla discussione del rendiconto 2003 e del conseguente assestamento del bilancio 2004, licenziati dalla prima commissione per essere messi in discussione in Consiglio nella seduta ordinaria di fine luglio. "I dati del rendiconto - dichiara Giuseppe Benigni, consigliere regionale Ds - mostrano una situazione di sofferenza della nostra Regione: la Lombardia ha un indebitamento più alto del 50% rispetto all'anno precedente, vede aumentare le spese correnti e diminuisce la propria capacità di fare investimenti, che finiscono per rimanere solo sulla carta. Le cifre sono molto eloquenti: su 4.612 milioni di euro stanziati per il 2003 dalla Giunta regionale, solo 1.576,6 milioni sono stati effettivamente impegnati". "Ad aggravare la situazione - aggiunge Benigni - interviene poi il Governo centrale il quale, oltre ad avere bloccato le imposte regionali, prima impedisce di ricorrere al debito per finanziare investimenti privati, e quindi tutti gli interventi a favore delle famiglie e delle imprese, poi modifica ancora le proprie normative e impone, già nel 2004, una riduzione della spesa corrente del 10% rispetto al triennio 2001-2003. Insomma, il Governo non smette di penalizzare le Regioni". La manovra correttiva appena annunciata da Berlusconi ha dunque pesanti ricadute sul bilancio della Lombardia, che ora dovrà essere ricorretto in funzione dei nuovi cambiamenti. "L'assestamento di bilancio approvato in commissione - continua Benigni - era stato concepito prima della manovra, ed era basato in gran parte sulla ricerca della copertura dei contributi agli investimenti privati con le risorse proprie della Regione e senza ricorrere all'indebitamento. Ora però l'indebitamento è di nuovo possibile, mentre sono le spese correnti a dover essere conformi alla riduzione prevista con la manovra di bilancio del governo nazionale. Questo assestamento è pertanto virtuale, nel senso che non risponde alle nuove norme emanate dal governo, che dovranno essere recepite con un'ulteriore variazione in autunno".

TOGLIERE I TICKET SENZA MINARE LA SOLIDARIETÀ TRA REGIONI
Dopo la raccolta delle 250 mila firme organizzata dal gruppo Ds nel marzo 2003 e dopo l'impegno assunto recentemente durante la campagna elettorale dal neo Presidente della Provincia di Milano Filippo Penati di aprire un confronto con la Regione sul tema dell'abolizione dei ticket sanitari, anche nella maggioranza sono arrivati i primi accenni di dissenso. Ha iniziato il coordinatore regionale di An, Ignazio La Russa; in questi giorni è stato il turno del capogruppo della Lega Davide Boni che ha inviato una lettera aperta al Presidente Formigoni per chiedere un confronto sulla politica sanitaria e a difesa della devolution. "Boni in sostanza - spiega il consigliere Ds Carlo Porcari - registrando l'impopolarità dei ticket tra i cittadini lombardi, propone di scaricare i costi delle inefficienze del sistema sanitario lombardo sulle altre regioni attraverso lo strumento della devolution". "L'appello accorato di Boni - continua Porcari - rende ancora una volta evidente come la Lega sia una forza politica localistica, incompatibile con l'assunzione di responsabilità nazionali di governo. D'altra parte anche Roberto Formigoni ha dimostrato più volte di essere interessato a sottrarre risorse economiche alle altre regioni con la scusa della devolution". "Come noi abbiamo sempre sostenuto - conclude Porcari - e come da quattro anni dimostrano concretamente le Regioni governate dal centrosinistra, i ticket farmaceutici si possono togliere immediatamente utilizzando strumenti di controllo della spesa più efficaci, quali la distribuzione diretta dei farmaci, il controllo delle prescrizioni, un'adeguata e corretta informazione a medici prescrittori e cittadini, senza far venir meno la solidarietà che deve sempre accompagnare il federalismo responsabile".


BRICIOLE ALLE IMPRESE PER RIMEDIARE AI DANNI DEL GOVERNO
"La Lombardia tenta di rimediare con le briciole ai danni fatti dal Governo". Ha commentato così Giuseppe Benigni, consigliere regionale Ds, lo stanziamento di otto milioni di euro per le nuove imprese e per i lavoratori autonomi lombardi annunciati in settimana dalla Giunta nell'ambito del Progetto Saturno. "La manovra varata in settimana da Berlusconi infatti - ha continuato il consigliere - taglia ben 750 milioni di euro per la 488 (la legge che prevede la concessione di agevolazioni in favore delle imprese che intendono promuovere dei programmi di investimento), 250 milioni per la programmazione negoziata, 150 milioni per il bonus occupazione e altri 100 milioni per le risorse assegnate alle intese con le Regioni. Questi tagli ricadranno in quota parte sulla nostra regione". "La più industrializzata regione italiana - ha concluso il consigliere - corre ora il pericolo non solo di un mancato rilancio delle attività industriali, ma addirittura di un blocco totale della crescita, e le poche briciole destinate oggi dalla Regione non potranno certamente risolvere la situazione".

LICEO AGNESI: MEDIAZIONE CULTURALE PER L'INTEGRAZIONE
Sulla vicenda della sperimentazione del Liceo Agnesi con la costituzione di una sezione dedicata a studenti islamici è intervenuta Maria Chiara Bisogni, consigliere regionale Ds. "Certamente la sperimentazione concepita dal preside del Liceo - ha dichiarato Bisogni - nata con le buone intenzioni dell'approccio graduale all'integrazione scolastica, non poteva costituire un modello di istruzione scolastica perché in contraddizione con i principi costituzionali e il nostro ordinamento scolastico". "La maggioranza dei genitori di religione islamica - ha continuato il consigliere - manda regolarmente i figli nella scuola pubblica. Tuttavia va detto che per questi studenti, come del resto per tutti gli extracomunitarii, mancano adeguati investimenti in insegnanti di sostegno". "Emerge inoltre il fatto - ha concluso Bisogni - che minoranze fondamentaliste di genitori manifestano diffidenza nei confronti di una politica di integrazione culturale sottraendo i figli anche alla scuola dell'obbligo. In questo caso l'approccio non può che essere quello della mediazione culturale, con l'aiuto dei paesi di origine, per superare le diffidenze e gli ostacoli. Tutto il contrario delle guerre di religione e della volontà di creare scandali di tipo razzista".

AMBIENTE: TAVOLO DI CONFRONTO PER SILLA2
La Regione Lombardia ha deciso, senza sentire preventivamente i Comuni interessati, l'aumento da 900 a 1.450 tonnellate al giorno della quota di rifiuti da bruciare nel termovalorizzatore Silla 2. "I Comuni di Rho, Pero e Figino - ha commentato Marco Cipriano, consigliere regionale Ds - hanno sempre collaborato con le Istituzioni, non capisco perché questa volte siano stati tagliati fuori da una decisione che li riguarda direttamente". "Ho partecipato al presidio - continua il consigliere - insieme ai cittadini, agli amministratori locali, alle associazioni ambientaliste per chiedere il ritiro di questo provvedimento e l'apertura di un tavolo di confronto tra la Regione e le amministrazioni comunali".

BRESCIA: 6000 FIRME CONTRO LA CAVA DI CAZZAGO
All'apertura della riunione della commissione Ambiente esponenti del comitato di Cazzago-Rovato hanno depositato sei mila firme raccolte contro l'apertura della cava e il Piano Cave della Provincia di Brescia. La commissione ha sospeso il punto riguardante il Piano cave in ragione delle divisioni profonde esistenti nel centrodestra che si erano già manifestate durante la campagna elettorale, con le critiche espresse dalla Lega contro gli incrementi dei quantitativi previsti dalla Giunta regionale che si aggiungevano ai 70 milioni di metri cubi già approvati dall'amministrazione Cavalli. I Ds da parte loro hanno evidenziato il valore dell'iniziativa del Comitato anticava e, contemporaneamente, hanno espresso un giudizio molto severo nei confronti di un comportamento ritenuto assolutamente irresponsabile di fronte ai problemi di gravi ricadute ambientali sulla bassa bresciana e ai tentativi della Giunta regionale di aumentare il Piano cave, già ampiamente sovradimensionato.

PIANO ACQUE: DEFLUSSI MINIMI ENTRO IL 2006
La commissione Ambiente della Regione Lombardia ha approvato un provvedimento che detta le linee politiche sull'uso e la tutela delle acque per i prossimi anni. Questo provvedimento, ritenuto dal consigliere Marco Tam in gran parte condivisibile, ha visto l'astensione dei Ds per "l'incredibile concessione" alle aziende che sfruttano le acque di applicare i deflussi minimi vitali con troppi anni di dilazione. Secondo il provvedimento, i parametri devono essere infatti applicati entro il 31 dicembre 2015. "Questo significa - dichiara Marco Tam - che per più di dieci anni tutte le aziende elettriche della Valtellina potranno fare scempio dei fiumi e nelle notti d'estate lungo l'Adda e molti torrenti sentiremo ancora l'odore di fogna. Questo è inaccettabile e in Consiglio ci batteremo per proporre la data del 31 dicembre 2006 come limite ultimo per applicare i parametri".


INFORTUNI SUL LAVORO: PIÙ OMBRE CHE LUCI
Nei giorni scorsi è stato presentato a Roma il rapporto annuale INAIL sugli infortuni nei luoghi di lavoro del 2003. Da un'analisi complessiva emerge una lieve flessione degli infortuni in generale, compresi gli infortuni mortali. Una prima superficiale osservazione potrebbe portarci a considerare i dati come un lievissimo passo nella giusta direzione. Tuttavia troppo modesti sono i numeri riguardanti la diminuzione degli infortuni per pensare ad una vera inversione di tendenza. 978.000 infortunati contro i 993.000 dell'anno precedente; 1.394 morti sul lavoro contro i 1.481 dell'anno precedente non sono un'inversione di tendenza e costringono tutti quanti a mettere in campo, con più decisione, una vera strategia di prevenzione che coinvolga i vari soggetti interessati. Inoltre, un'analisi più dettagliata ci dice che, dentro i grandi numeri prima menzionati, abbiamo figure emergenti nel mercato del lavoro che invece aumentano il tasso infortunistico rispetto all'anno precedente. Ci si riferisce ai lavoratori immigrati, agli apprendisti, ai lavoratori precari visti dal versante del lavoro ufficiale, perché non va dimenticato il diffuso fenomeno del lavoro sommerso. Questo dato va incrociato con una recente legislazione che allenta ulteriormente la tutela verso figure già deboli nel mercato del lavoro. Per gli immigrati, inoltre, c'è il problema del tipo di lavoro a cui spesso vengono adibiti, la non conoscenza della lingua e quindi della difficoltà ad apprendere le regole prime per tutelarsi. Così come per i lavoratori precari i quali, trovandosi polverizzati nelle svariate forme del rapporto di lavoro, sono indeboliti anche nel campo della sicurezza in ragione del loro modesto potere contrattuale. C'è una logica che ha permeato la società in questi ultimi anni dalla quale risultano accentuati gli elementi della provvisorietà e della liberalizzazione da ogni tutela (al di là di altre considerazioni più generali quali un minimo di stabilità per impostare la propria vita), avendo una conseguenza anche sulle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. Se pensiamo poi che molte di queste situazioni riguardano i giovani, ecco che ci troviamo di fronte ad una questione più strategica riguardante il mancato investimento sul fattore umano delle future generazioni; e il primo investimento, per tutti, è la salvaguardia della vita umana.

 


       



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