15 Settembre, 2002
Moschea, prova di integrazione...
*di Gian Carlo Storti dalla rubrica il welfare de "Il Piccolo" edizione di sabato 7 agosto 2004

Due notizie, una positiva e l'altra negativa.
Parto da quella negativa: Fini ed il Governo perdono il pelo ma non il vizio...!!!
Vi ricordate la campagna di primavera sul voto agli immigrati fatta da Gian
Franco Fini, vice Presidente del Governo Berlusconi? Solo aria fritta. Nessun
provvedimento è stato assunto, nessuna proposta di legge è all'esame del
parlamento. I giornali si sono riempiti di titoli, la Lega si è arrabbiata,
anzi inviperita e poi tutto è caduto nel dimenticatoio. Gli immigrati possono
aspettare. Intanto lavorino e producano ricchezza. Anche in nero… Chi se ne
frega!!!!
Gli enti locali però si muovono. E Genova, con il suo nuovo statuto, ha deciso
di garantire la possibilità agli immigrati regolari di votare per le
amministrative. Apriti cielo! Il Governo (e Fini dove sta?) è intervenuto per
bloccare il tutto. Quello Statuto è contro la legge dello Stato e quindi va
bloccato. Insomma Berlusconi ci ha ancora una volta dato una lezione. Adesso
sappiamo come fare per garantire il voto agli immigrati. A settembre tutti i
comuni d'Italia modifichino il loro Statuto. In questo modo si aprirà un forte
contenzioso ed il Parlamento dovrà intervenire.
Ovviamente ci attendiamo che anche il Comune di Cremona segua l'esempio di
Genova. Insomma alla ripresa autunnale si può aprire, anche nelle nostre terre,
una “stagione dei diritti" che sicuramente farà bene alla democrazia.
La seconda notizia, quella positiva, o meglio parzialmente positiva. La Giunta
Comunale di Cremona ha prorogato, alla comunità islamica, l'uso della palestra
di S. Felice, fino al 1° ottobre per la preghiera del venerdì. Decisione
sensata ed utile alla integrazione della comunità islamica. Ma sorge spontanea
una domanda: e dopo che si fa? La Giunta Comunale sembra intenzionata a non
prorogare più l'uso della palestra. e pare non sia nelle condizioni di offrire
uno spazio adeguato, per la preghiera, alla comunità islamica. Se così fosse,
nella nostra città, si aprirebbe una fase di malessere che potrebbe sfociare in
malcontento, in azioni di protesta ecc. Ovviamente, come sapete, parto dalla
considerazione, per me ovvia, che una città democratica, pluralista ed ospitale
come Cremona "debba" garantire a questa comunità un luogo adeguato
per il culto.
Che fare ?
Al Sindaco Gian Carlo Corada suggeriamo di aprire con la città tre direttrici
di dialogo:
* lanciare un appello affinché alcuni privati si facciano avanti per mettere a
disposizione una struttura (ex fabbrica o similare) o in affitto o da vendere
alla comunità islamica, che pare possa impegnarsi per l'acquisto;
* interloquire con tutte le associazioni laiche e cattoliche su questo tema (convocando
una sorta di "Stati Generali per i diritti degli immigrati" )
affinché, le stesse, possano contribuire alla individuazione di un sito -anche
provvisorio - idoneo;
* verificare la possibilità di reperire un terreno, in affitto, che possa
ospitare una struttura provvisoria (come i palloni che sono disseminati lungo il
Po che coprono d'inverno i campi da tennis - spero che le regole urbanistiche
della città non lo impediscano).
Solo in questo modo il problema da " privato" - e cioè di una
comunità - diventa "pubblico", da "negativo" a "
positivo", solo in questo modo si avanza sulla strada dell'integrazione,
solo in questo modo si eviteranno tensioni. Certo la Lega Lombarda sarà
contraria, ma credo che su questo tema la nostra città possa dare il meglio di
se stessa.
Buone ferie a tutti.
Gian Carlo Storti
storti@welfarecremona.it
 
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