“Prodi è già il nostro leader, a che servono le primarie?”. Con questa
battuta estiva vengono presentate alcune argomentazioni che contrastano la
proposta delle Primarie lanciata da Romano Prodi..
Proviamo a prenderla seriamente.
a) Le primarie servono solo per definire il leader nazionale? Non credo. E’
certo una funzione importante, ma non è l’unica. Se le primarie non sono un’optional,
ma segnalano un metodo ed una linea di comportamento, allora diventano anche
strumento di selezione partecipata e condivisa dell’intero ceto politico
dirigente dell’Ulivo, per tutte le candidature monocratiche che coinvolgono la
coalizione: parlamentare, sindaco, presidente dei Provincia, presidente di
Regione e - a seconda delle diverse leggi regionali - anche di Consigliere
regionale.
b) Una selezione del ceto politico dirigente organizzata in questo modo
segnala un cambio ‘radicale’ dell’approccio ad una delle questioni
dirimenti della politica. Con le primarie lo scettro delle decisioni passa dalle
segreterie partitiche ai cittadini, e costringe le segreterie a privilegiare la
propria funzione dirigente ed a ridimensionare antipatici aspetti che fan capo
al concetto di dominio più che di direzione: non è cosa da poco. E’ cosa che,
ragionevolmente, può creare timori perché interviene a ‘cambiare’ una
prassi consolidata. E, si sa, il cambiamento crea paure, quando non veri e
propri muri.
c) Ecco perché ‘questo’ cambiamento va governato, con spirito positivo,
entrando nel merito delle questioni sul tappeto: non c’è cosa peggiore del
proporre novità lasciandole nel limbo della indeterminatezza. Perché le
Primarie, come si organizzano, chi può partecipare, chi può candidarsi, con
quali regole? Le risposte ci sono, sufficientemente semplici. Non partiamo dall’anno
zero. E però bisogna metterci mano, in fretta.
d) Le Primarie per tutti e per legge? Si, perché no? Non come obbligo, ché
non di questo si tratta, ma come opportunità. C’è chi ci sta lavorando: in
Parlamento e nel Paese. Occorre dare vigore ed evidenza alla questione,
riprendere le proposte di legge insabbiate in qualche cassetto alla Camera o al
Senato, sostenere - anche - quelle azioni che dal basso stanno facendo crescere
la risposta, tra i cittadini.
e) Ma ci vorrà tempo, e nel frattempo l’Ulivo che fa, va avanti con i
vecchi metodi? No, perché la modalità partecipata può essere decisa anche ‘motu
proprio’ dalla nostra parte politica (in attesa che voglia farlo, se lo
vorrà, anche l’avversario). Da qui la proposta, avanzata da tempo dai ‘Cittadini
per l’Ulivo’, di costituire gli Albi degli elettori dell’Ulivo, platee di
uomini e donne disponibili non solo a prendere parte ad elezioni primarie, in
forza di un acquisito diritto di elettorato attivo e passivo, ma anche a
partecipare più complessivamente alla elaborazione dei programmi
politico-amministrativi nei diversi territori. Albi degli elettori come
formidabile strumento di collaborazione dialettica tra Amministrazione pubblica
e cittadinanza.
f) Dunque primarie (ed Albo degli elettori) come strumenti della
partecipazione democratica in senso lato. Segno distintivo della differenza che
c’è tra Ulivo e casa delle libertà, tra centro sinistra e centro destra. D’altra
parte - ridotta all’essenziale - non sta proprio qui la differenza di fondo
che ci rende diversi/riconoscibili rispetto a chi preferisce, alla
partecipazione democratica ed organizzata, la figura del leader ( o del capo )
solo al comando?
g) Le primarie dell’Ulivo diffuse sul territorio sarebbero, anche, un
fenomenale strumento di comunicazione ed uno straordinario momento motivante e,
se gestite in maniera adulta ed organizzata, risulterebbero anche un
fertilizzante benedetto, volto a rivitalizzare il terreno del libero e positivo
confronto delle idee, dei programmi e delle diverse sensibilità che, da qualche
tempo, sta rischiando di inaridirsi. Nei confronti del quale soprattutto le
nuove generazioni non provano alcun tipo di richiamo.
h) in buona sostanza l’Ulivo ha bisogno di primarie così come del sole ha
bisogno la sintesi clorofilliana. La riforma della politica passa di qui. Non
confondetela come una questione di metodo: questa è sostanza, bella e buona. E’
questione eminentemente politica, di quella politica seria ed importante dalla
quale dipendono le sconfitte e le vittorie non tanto di una parte politica, ma
di un intero Paese.
Deo Fogliazza
Rete dei Cittadini per l’Ulivo - Coordinatore dell'esecutivo nazionale