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 Economia

15 Settembre, 2002
Il Consiglio Provinciale vota all'unanimità la mozione "latte"
“Esperire tutte le iniziative possibili ed opportune che consentano di costituire un efficace strumento di confronto provinciale del latte…”

Voto compatto da parte di tutto il Consiglio Provinciale al testo della mozione relativa al clima in cui operano i produttori del latte. Il documento, votato all'unanimità, accorpa i testi delle due mozioni presentate nelle scorse settimane ed è il risultato di una approfondita discussione avvenuta nell'ambito della Commissione Agricoltura. Il Consiglio si impegna anche ad indicare una scadenza rispetto all'esigenza di verificare i risultati della conferenza permanente di respiro interprovinciale tra produttori, trasformatori e tutti gli attori della filiera del latte, che la mozione si offre di istituire. Di seguito il testo della mozione licenziata dal Consiglio.

Premessa
Da tempo i produttori di latte della nostra area operano in un clima di forte incertezza. Tra le diverse cause di tale situazione, primeggia l'andamento difficile, dei rapporti interprofessionali con l'industria di trasformazione. Da oltre tre campagne produttive manca un'intesa di riferimento nazionale (l'ultimo accordo UNALAT-ASSOLATTE è stato siglato per la campagna 2000-2001) e da almeno due un accordo a livello regionale, il che si traduce non solo nella mancanza di un prezzo di riferimento che funga da guida per i successivi contratti aziendali, ma anche in una serie di problemi su altri aspetti strategici che, diversamente, potrebbero caratterizzare proficuamente i rapporti interprofessionali:
Ciò premesso e preso atto che l'assenza di un accordo interprofessionale crea serie difficoltà all'anello della produzione lattiera, notoriamente la più debole della filiera lattiero-casearia.
Valutato il carattere assolutamente strategico della difesa della produzione italiana di latte, per la qualità che tale produzione assicura al consumatore finale, e per la centralità che essa ha per le produzioni formaggi D.O.P , il cui valore economico è unanime mente riconosciuto (Grana Padano e Provolone Val Padana in particolare) e che nel dibattito in corso per il rilancio produttivo nel settore dell'agricoltura si fanno sentire richieste di un intervento più incisivo e più strutturato degli enti locali in un settore che è strategico per l'economia provinciale
Constatato per altro il divario elevatissimo e non giustificabile, tra i prezzi alla produzione e i prezzi al consumo, a vantaggio di questi ultimi, con evidente danno al produttore e al consumatore; in particolare si evidenzia il fatto che i prezzi ai consumatori sono in continuo aumento mentre quelli al produttore sono in costante diminuzione, che grandi consumatori e multinazionali giocano un ruolo enorme nel trasferire reddito dai produttori di base al vertice della piramide assicurando di conseguenza rilevanti profitti solo ad alcuni settori, creando uno squilibrio nella filiera.
Oltre agli agricoltori (produttori di latte ed allevatori) anche i consumatori non si sentono tutelati da una politica dei prezzi in continua crescita che incide pesantemente sui bilanci familiari.
Considerato inoltre che la situazione sopra delineata si inserisce in uno stato più vasto di difficoltà del settore zootecnico, che da un lato sconta costi di produzione più elevati rispetto ai paesi direttamente concorrenti e dall'altro soffre di problemi irrisolti E, FRA QUESTI, UN EFFICACE PREMIO DI QUALITA' CHE RICONSIDERI I PARAMETRI IN FUNZIONE DEL LATTE TRASFORMATO.
Constatato che l'Assessore all'Agricoltura Caccia e Pesca della Provincia di Cremona ha sollecitato, con nota scritta, all'Assessore all'Agricoltura e Vice Presidente Regionale perché si facesse carico del perdurante stato di sofferenza dei produttori e del riavvio della trattativa sul prezzo del latte e che, in sede di Tavolo Istituzionale lo stesso Assessore Beccalossi ha reso note le difficoltà incontrate anche solo nel riunire allo stesso Tavolo i soggetti interessati alla trattativa;
Valutando che sia quindi opportuno, nonostante la complessità della questione e l'esistenza di una pluralità di interessi, agire per identificare ed avviare vie di soluzione ai problemi, tra i quali, in primis, la bassa remunerazione del latte alla stalla, NONCHE' L'APPLICAZIONE DEL DPR 54 CHE RECEPISCE LA DIRETTIVA EUROPEA SULLE CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE DEL LATTE.
IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI CREMONA
Dà mandato al Presidente della Provincia ed all'Assessore all'Agricoltura Caccia e Pesca di
1. esperire tutte le iniziative possibili ed opportune che consentano di costituire un efficace strumento di confronto provinciale del latte (CONFERENZA PERMANENTE) tra produttori e trasformatori cosi da ricercare una positiva soluzione dei problemi enunciati in premessa, in particolare avviando fin da subito, una serie di incontri con i soggetti coinvolti nella filiera latte (Associazione Provinciale Produttori di Latte Cremona, Organizzazioni Professionali Agricole, e rappresentanti industria lattiero-casearia sia di natura cooperativa che privata, rappresenti della distribuzione) e con la Regione Lombardia.
2. di promuovere le azioni che, a valle degli incontri con i soggetti coinvolti nella filiera latte di cui al precedente punto 1, verranno ritenute le più opportune affinché vengano promosse, in tempi e modi da valutare anche con le altre Province agricole interessate, adeguate misure correttive a livello regionale e statale a sostegno della filiera del latte.
3. di sollecitare la realizzazione di un tavolo di concertazione a livello dell'Unione delle Province della Lombardia sulle problematiche della filiera latte.
4. di proseguire a promuovere iniziative, anche innovative, per commercio dei prodotti locali.
5. di intensificare la politica di stretta collaborazione tra Università e comparto dell'agricoltura e dell'allevamento su modelli di marketing e programmazione riferiti ai sistemi produttivi europei.
Cremona, 10 novembre 2004

 


       



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