15 Settembre, 2002
CreSvi - Cremona Sviluppo Reindustria
Passato e futuro di Reindustria tratteggiati in Commissione Economia della Provincia
Reindustria ha un futuro. Lo ha tratteggiato oggi in
Commissione Provinciale Economia, presieduta da Antonello Santini, il Presidente
della Società Agostino Savoldi, che anche Assessore Provinciale alle Attività
Produttive, con la Direttrice Alessandra Ginelli. Erano presenti all'incontro,
oltre ai consiglieri Ancorotti, Tamagni, Ladina, Rusca, Longhino, Patrini,
Borini, il Presidente della Provincia Giuseppe Torchio, con il referente per
patto dello sviluppo Luciano Panvini, il vice Presidente della Provincia
Agostino Alloni e il Presidente del Consiglio Roberto Mariani, a testimoniare
con la loro variegata rappresentanza istituzionale l'importanza della materia.
Savoldi ha tracciato presente, passato e futuro di Reindustria. Nata dieci anni
fa dalla partnership tra enti locali, sindacati, associazioni, banche, per
rilanciare l'area ex Olivetti, la Società ha utilizzato 5,3 milioni di euro di
aiuti statali (coinvolti 240 imprese, 800 addetti e 73 milioni di euro di
investimenti globali) e ha fatto leva su altre leggi regionali per lo sviluppo
dell'artigianato e la piccola impresa. Ha dato vita a 148 nuove aziende, per 272
addetti. Ha coordinato l'attività di 24 aree produttive e avviato l'azione di
marketing territoriale. L'attività si espanderà nei prossimi anni su tutto il
territorio provinciale. Si integra il nome: CreSvi Cremona Sviluppo Reindustria.
I progetti: recupero aree dimesse, cascine, attività di ricollocamento e
formazione personale proveniente da crisi aziendali (es. il tessile darà molti
problemi), attività di assistenza tecnica amministrativa ai Comuni, attività
di sostegno all'uso finanziamenti comunitari, start-up per soggetti gestori per
attività di interesse pubblico (es. gestione area Tencara di Pizzighettone),
attività di delocalizzazione, progetto per un polo cremasco della cosmesi e suo
riconoscimento regionale e altri progetti speciali, quali la revisione del
progetto NIC, pensando non solo a dar vita a nuove aziende, ma ad innovare ed
internazionalizzare quelle esistenti (solo circa il 7% adeguate ad affrontare
altri mercati) e un progetto per riposizionare il commercio a Cremona.
"Tutte queste esperienze - ha concluso Savoldi - sono in rete con altre
realtà, pubbliche e private. Forte il coinvolgimento dei settori provinciali.
Forte l'azione di sistema". Panvini ha integrato precisando che si stanno
portando a sintesi studi e conoscenze maturate dai settori, perché offrano un
quadro dei bisogni e delle opportunità che trovi una solo corpus nel
patto per lo sviluppo. Da riempire anche di "dettagli" l'intervento
sul marketing territoriale. "La Provincia - ha detto Ginelli - ha un
censimento delle aree produttive, ora dobbiamo conoscere meglio che cosa
propongono e costruire rapporti di attrazione esterna e perfezionare quelli
interni tra i comuni".
Sono intervenuti alcuni consiglieri. Preoccupato su come far conoscere
l'esistenza di questi aiuti il consigliere Tamagni (Ds), con l'invito a fare
promozione anzitutto di se stessi ai comuni di tutta la provincia. Pronto a
difendere gli imprenditori "accusati" di non innovare, di non
investire, il consigliere Longhino (Lega): "E' spesso il mercato a
respingere". "La copertura tecnologica, la ricerca, vanno bene,
perché qualificano l'impresa e la sua performance - ha detto Ancorotti (Fi)-,
ma non fanno da barriera alla concorrenza sleale, penso alla Cina, copiano cose
semplici e le producono a basso costo, in un mercato che le protegge
dall'esterno: per noi italiani è difficilissimo aprire un'azienda".
"Innoviamo poco. Non lo dico io - ha concluso Savoldi - lo dice il Censis
in una ricerca che sta per presentare relativa alla situazione delle imprese in
provincia di Cremona".  
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