15 Settembre, 2002
Agricoltura: cancellare al più presto il comma 551 della finanziaria
Il parere di Guido Soldi, presidente della Cia di Cremona
Si svolta presso la Fiera a Cremona un’assemblea di produttori di latte.
Al centro dell’incontro il comma 551 della legge finanziaria che in materia di quote latte permette di ricorrere oltre ai Tar anche ai giudici di pace.
Una misura - è stato più volte sottolineato dalle organizzazioni professionali agricole e dalle associazioni degli allevatori - che rischia di aprire numerosi contenziosi e di creare ulteriore confusione in un settore, quello appunto lattiero-caseario, che già vive un momento di difficoltà e di grande incertezza.
Un comma, quindi, che deve essere al più presto cancellato.
Alla riunione di Cremona, durante la quale è stato deciso lo stato di mobilitazione della categoria, è intervenuto per la Confederazione Italiana dell'Agricoltura il presidente provinciale Guido Soldi il quale, nel suo intervento, ha portato il convinto sostegno della Cia alla manifestazione, evidenziando l’esigenza di iniziative da intraprendere per arrivare a una piena applicazione della legge sulle quote latte.
Una vicenda - ha detto - che non trova la parola fine. E ora con il comma 551 si riapre questa storia che in altre parti d’Europa hanno già risolto da molti anni.
C’è una sorta di idiosincrasia per le regole, per la legalità, per il rispetto delle leggi.
Qui invece - ha detto Soldi rivolgendosi ai produttori presenti in Assemblea - ci sono persone, agricoltori, imprenditori, famiglie che hanno fatto investimenti e sacrifici per crescere, per produrre, per lavorare nella legalità e si ritrovano presi in giro e offesi da politici senza dignità che con sconvolgente noncuranza contraddicono nei fatti le promesse tanto sbandierate: la 119, la normalizzazione del settore.
Da parte del governo e del ministro delle Politiche agricole c’è stato un comportamento assurdo. E proprio per questo - ha affermato il presidente della Cia di Cremona - noi non dobbiamo fare sconti a nessuno. Noi saremo sempre rispettosi e attenti interlocutori delle Istituzioni, ma sulla difesa della legalità, dei diritti e dei redditi delle nostre imprese tutti i politici, a cominciare dal ministro, devono sapere che noi non cederemo mai.
F.D.
 
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