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15 Settembre, 2002
DEVOLUTION è il contrario di EVOLUTION
di Rita Garavelli

DEVOLUTION è il contrario di EVOLUTION
di Rita Garavelli

Con un termine più appropriato ad una canzone di Adriano Celentano l’Italia sta vedendo la nascita di uno degli ennesimi obbrobri di questo governo; una legge che, oltre ad essere incostituzionale, avrà risvolti tragici sul welfare del nostro paese.
Ma in cosa consiste questa “devolution”?
Consiste forse in una legge che persegue i massimi livelli di efficienza ed efficacia di alcuni servizi pubblici? O consiste forse nello smembramento amministrativo e materiale dell’Italia.
Purtroppo tutto depone a favore della seconda ipotesi.
Prima di tutto è una legge che vede come promotore il Ministro (incredibile) Bossi, noto in tutta Europa per i deliri secessionisti e non certo sostenitore della garanzia pubblica di certi servizi.
Secondariamente “decentra” o meglio “delega” agli enti locali servizi di primaria necessità per il cittadino e costituzionalmente garantiti (istruzione, sanità, ordine pubblico), servizi che devono assolutamente rimanere in capo al governo centrale, e per i quali gli stessi enti locali non hanno risorse ne umane ne finanziarie.
Avremo regioni di serie A e regioni di serie B ma non solo; all’interno di questa fisiologica suddivisione, paradossalmente accadrà che i cittadini potranno vedersi addirittura negati i servizi “devoluti”.
Oltretutto tutti sappiamo che l’orientamento di fondo di questo governo non è certo rivolto al pubblico, ma bensì sono predilette forme di gestione dei servizi di stampo privato.
Mi domando quali saranno i vantaggi derivanti dall’avere diversa istruzione, diversa tutela del cittadino, diversa assistenza sanitaria per ogni regione d’Italia.
In quale modo risulterà efficiente una legge che cura in maniera diversa il cittadino di Roma, quello di Milano, quello di Napoli e quello di Palermo?
Come migliorerà il tasso d’istruzione del nostro paese, già minacciato dalla retrograda Legge Moratti, in seguito alla differenziazione della gestione dell’istruzione?
In terzo luogo mi preme ricordare che non sempre privato è bello, e ne abbiamo ahimè un assaggio nel piano socio sanitario della giunta Formigoni il quale contiene già un forte orientamento alle gestioni private dei servizi (ad esempio IPAB) ma singolare è il concetto di assicurazione sanitaria obbligatoria: questa misura tende già ad un modello di welfare americano: se non avremo i soldi per curarci una gamba rotta, vorrà dire che ce la terremo rotta.
Gli esempi potrebbero continuare all’infinito.
Auspico sinceramente che i nostri parlamentari attuino la battaglia ostruzionistica promessa e confido che ci sia l’opportunità di fermare la “devolution” ed affermare ed attuare quanto già iniziato dall’Ulivo con la grande riforma federalista e non secessionista della Costituzione.

resp. economia ds cremona
rita garavelli
 


       



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