15 Settembre, 2002 Colori del mondo Festa de l'Unità nazionale sull'immigrazione – Ferrara 22 giugno - 11 luglio
Le migrazioni internazionali sono un fenomeno
strutturale i cui effetti coinvolgono l’intero pianeta e incidono
profondamente sugli assetti sociali, economici e politici degli Stati moderni.
Molti sono i fattori che pesano sulle dinamiche migratorie: l’estensione del
modello economico basato sul mercato e sulla competizione, la concentrazione dei
capitali nelle aree più sviluppate, il differenziale di reddito tra nazioni e
aree geografiche, per citarne solo alcuni.
Negli ultimi due decenni alcuni fattori specifici hanno favorito un’intensificazione
dei processi di mobilità delle persone. Sono aumentate le differenze di
opportunità lavorative e di livello salariale tra le aree sviluppate e quelle
sottosviluppate. E’ sorta una nuova questione demografica che si esplicita in
un progressivo calo demografico nei paesi ricchi mentre si registra un aumento
della pressione demografica nelle aree povere. Il mercato mondiale del lavoro è
permeato da un grande paradosso: da una parte si registra nei paesi
industrializzati un’importante domanda di lavoro a fronte di una esiguità
dell’offerta mentre nei paesi poveri si registra un’esuberanza dell’offerta
di lavoro a fronte di una esiguità della domanda di lavoro.
In questo quadro le migrazioni assolvono ad una funzione compensativa dei
dislivelli di sviluppo.
Nel caso dell’Italia l’immigrazione è diventata una realtà consolidata e
la presenza degli immigrati ha raggiunto 3.000.000 circa il 5% della popolazione
ed è una risorsa preziosa per il sistema paese. Il loro contributo all’economia
è stimato a circa il 5,2% del PIL. Quindi gli immigrati sono una risorsa
decisiva per l’Italia.
Senza gli immigrati settori dell’agricoltura, dell’edilizia e la chimica
entrerebbero in crisi. La loro funzione nella riproduzione sociale e nel welfare
è decisiva per garantire i servizi sociosanitari.
Senza il lavoro degli immigrati molte donne italiane non avrebbero potuto
conciliare lavoro e gestione familiare.
Senza l’ingresso di nuovi immigrati il sistema pensionistico sconterà
ulteriori problemi di sostenibilità finanziaria considerando l’invecchiamento
della popolazione e la denatalità.
Infatti, si va creando in Italia un vuoto demografico nel segmento della
popolazione tra i 20 ed i 40 anni e si prevede una perdita annua nella
popolazione in età lavorativa di 250.000 unità nei prossimi venti anni. Un
vuoto che certamente accresce la domanda di immigrazione. Come afferma Koffi
Annan segretario generale dell’ONU “l’Italia per garantirsi il
mantenimento del tasso di sviluppo raggiunto ha bisogno di almeno 250.000 nuovi
ingressi di immigrati l’anno”. Quindi oltre ad essere necessaria, l’immigrazione
si rende persino indispensabile per lo sviluppo futuro del paese.
Pertanto serve una strategia di governo dell’immigrazione e ciò significa
sconfiggere la “sindrome di assedio” che ha percorso le scelte politiche di
vari governi europei negli ultimi anni cedendo ai partiti di estrema destra
hanno fatto del discorso xenofobo il perno della loro strategia di consenso e di
conquista elettorale.
Ma l’immigrazione non è fenomeno da cui difendersi; semmai è un’opportunità
per la crescita e un leva per la competitività. Come afferma Piero Fassino “lo
sviluppo futuro dell’Italia e la competitività della sua economia sta nella
capacità di valorizzare le tre G (genere, gioventù e genti) che sono stati
finora dei giacimenti “nascosti” o poco valorizzati”.
Il nostro partito ritiene utile dare attenzione al tema dell’immigrazione al
fine di accrescere una cultura positiva nei confronti di un fenomeno che sarà
sempre più decisivo per il futuro della nostra società. Per noi l’inclusione
sociale degli immigrati e la costruzione di percorsi di convivenza tra diversi
sono il migliore antidoto alla paura e all’insicurezza.
Pertanto abbiamo deciso di promuovere una festa de l’unità tematica sull’immigrazione
che quest’anno si svolgerà a Ferrara dal 22 giugno al 11 luglio e sarà un’occasione
per discutere del tema, dare spazio alle esperienze e far conoscere le culture
altre per una convivenza civile e democratica.