15 Settembre, 2002
Sì al software libero
Amministrazione Provinciale: Approfondimento in Commissione Cultura sull’open source
 Sì all'open source. Non ha dubbi la Commissione Cultura
convocata nei giorni scorsi dal Presidente Sandro Gugliermetto per discutere la
mozione da lui stesso presentata contenente l'indirizzo di estendere il più
possibile l'utilizzo dei software liberi: cioè prodotti informatici non
soggetti a diritti di proprietà.
All'incontro hanno partecipato i consiglieri Giuseppe Redegalli (Fi), Attilio
Galmozzi (Prc), Maurizio Borghetti (An), Walter Longhino (Lega), Cesare Mainardi
(Ds), Pierfranco Patrini (Udc), Andrea Ladina (Verdi), Massimiliano Sciaraffa
(Lista Torchio), Antonella Poli (Fi).
"E' un problema di democrazia informatica". Così ha introdotto
Gugliermetto, motivando la scelta di portare la mozione in Commissione Cultura
dalla necessità di considerare la questione da una angolatura
culturale."Pagare le licenze ad una solo monopolista (es. Microsoft) è
oneroso e antidemocratico - ha detto -. L'utilizzo del software non proprietario
consente risparmi da indirizzare più utilmente ad esempio verso la formazione
del personale. Ho piacevolmente scoperto come la Provincia, in questi anni, pur
in assenza di un preciso indirizzo politico, abbia già fatto molto in questo
senso". A spiegare cosa sia l'open source è intervenuto il Dirigente
Antonello Bonvini, con la funzionaria Rosalba Azzali. Nel loro excursus è
emerso come la cultura del software libero sia legata al mondo anglosassone e
come da poco anche l'Europa si sia posta il problema. La Provincia ha lavorato
da subito valorizzando l'open source, soprattutto per la sensibilità degli
operatori con cui ha collaborato, ma anche per questioni di economie di scala
che un'organizzazione complessa quale è la Provincia si pone. Infatti, il
sistema a codice vincolato impone che ogni computer che viene installato paghi
un diritto di proprietà, fatto che non accade in un contesto open.
La questione è di carattere culturale, ma contiene anche aspetti gestionali.
"I tecnici della Rete Civica - ha riferito Bonvini -, da cui noi
proveniamo, ci credono. La direzione verso l'utilizzo dell'open source si è
rinforzata con la RUP (rete unitaria provinciale) e il portale e-cremona,
tuttavia gli applicativi tematici dei vari settori di attività soffrono la
presenza ancora eccessiva del software proprietario, anche perché non tutti gli
applicativi presentano la versione open".
Nell'attesa, di una norma definitiva, l'Ente segue il più recente orientamento
ministeriale: usare l'open ogni volta che si può e cercare di diffonderlo,
senza imposizioni, ai Comuni. Bonvini ha concluso con l'apprezzamento del
settore sistemi informativi per l'indirizzo della mozione, in quanto si pone a
conferma delle scelte sinora adottate.
 
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