Respinta a maggioranza dal Consiglio Provinciale, nell'ultima seduta, la
mozione presentata da Borghetti (An) e approvata a maggioranza la mozione
presentata da Mainardi (Ds) sul tema "centri islamici". Ricco il
dibattito al quale hanno contribuito, dopo Maurizio Borghetti che ha presentato
il suo documento, i consiglieri Sandro Gugliermetto (DL), Giovanni Scotti (Lista
Torchio), Cesare Mainardi (Ds), con la proposta di una sua mozione alternativa,
quindi Giuseppe Redegalli (Fi), Claudio Ceravolo (Ds) e Pierfranco Patrini (Udc),
che ha invitato Maurizio Borghetti a ritirare la sua mozione e Cesare Giovinetti
(Lega) che si è espresso a favore della mozione di Borghetti. Sono seguiti gli
interventi di Ladina e Galmozzi interessati ad integrare il testo di Mainardi e
a sviluppare ulteriormente le argomentazioni in campo. Dopo una breve
sospensione, i lavori sono ripresi. Ha preso la parola l'Assessore ai Servizi
Sociali Anna Rozza, per complimentarsi "dei toni pacati e della qualità
del dibattito". "Siamo tutti contro il terrorismo - ha detto -. Per
stare contro ci sono modi diversi. Il modo indicato da Borghetti è
inquisitorio, da gendarmeria". Nel ribadire che non si toccano competenze
provinciali dirette, l'Assessore ha messo in luce un grande lavoro profondo e
importante svolto per garantire dialogo e integrazione: le uniche queste armi
utili per affrontare i temi in campo. Si è quindi passati al voto. La mozione
di Borghetti ha raccolto 5 voti favorevoli (Borghetti, Rusca di Fi, e i tre
leghisti Longhino, Giovinetti, Mazzocco) 8 contrari (maggioranza e Udc), 3
astensioni di Forza Italia. La mozione di Mainardi ha raccolto i favori di tutta
la maggioranza, l'astensione dell'Udc di Patrini, la contrarietà di Fi, An,
Lega.
Per sintetizzare, Borghetti, in merito alla questione relativa all'assegnazione
di un luogo di culto per la fede musulmana a Crema, nel riconoscere libertà di
culto, nei principi costituzionali, pone l'accento su problemi di sicurezza, per
reali pericoli esistenti. Il suo invito, respinto dal Consiglio, era ad
esprimersi contro la creazione di un centro islamico e a fare quadrato con i
sindaci affinché individuino spazi pubblici, diurni, controllati, per questi
raduni religiosi.
Mainardi dal canto suo auspica che i Sindaci del nostro territorio non si
oppongano alle eventuali richieste delle comunità islamiche o di altre
religioni di aprire sedi di culto (Moschee o Templi) o centri culturali nel
rispetto della Costituzione Italiana in particolare l'art.3 in cui si afferma:
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alle
leggi, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali." e l'art. 8 che
recita così: "Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere
davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno
diritto di organizzarsi secondo i propri statuti in quanto non contrastino con
l'ordinamento giuridico italiano."
Mozione di Borghetti (An): No a centri islamici, per ragioni di sicurezza -
Sì a raduni in luoghi pubblici
Sì all’espressione della fede, nei principi costituzionali, ma attenzione
ai problemi di sicurezza, per i reali pericoli esistenti. E’ questa la
posizione espressa da Maurizio Borghetti - Gruppo Consiliare di AN in Provincia
in merito alla questione relativa all’assegnazione di un luogo di culto per la
fede musulmana a Crema, all’interno di una mozione già iscritta nei lavori
del Consiglio Provinciale. L’invito è al Consiglio ad esprimersi contro la
creazione di un centro islamico e a fare quadrato con i sindaci affinché
individuino spazi pubblici, diurni, controllati, per questi raduni religiosi.
Il testo della mozione (Prot. n. 158450 Cr, 10 agosto)
Premesso che
Le istituzioni italiane, nel rispetto della Costituzione vietano qualsiasi
forma di discriminazione razziale o religiosa.
Le stesse sono responsabili della sicurezza dei propri cittadini.
Premesso che
L'integrazione delle comunità straniere all'in.temo del nostro Paese deve
avere come fondamento il. reciproco rispetto delle regole e delle norme
democratiche e di civile "convivenza ed è impossibile si possa realizzare
creando luoghi e centri chiusi alle sole comunità di determinata nazionalità o
religione.
Considerato che
Esiste una situazione di reale pericolo del nostro Paese, esposto a possibili
attacchi terroristici da parte di organizzazioni criminali che agiscono sulla
base di fondamentalismo religioso.
E' accertata la diffusione nell'ambito delle sedi di culto islamico di
soggetti che predicano la Jihad, intesa come 'guerra santa', inducono alla
violenza contro gli 'infedeli' e svolgono attività, illegali e criminose.
L'attuale centro islamico di Crema non è immune da tale pericoloso inquinamento
come dimostrano atti e inchieste giudiziarie in parte pubblicati anche dagli
organi di stampa.
La progressiva diffusione di luoghi di ritrovo e culto islamico comporta
notevoli difficoltà di controllo da parte delle forze dell'ordine e un
ulteriore loro aumento o ampliamento trasforma le difficoltà in
'impossibilità' mettendo a serio rischio i cittadini.
Tutto ciò premesso e considerato
Il Consiglio e la Giunta provinciale di Cremona
Assumendosi le responsabilità istituzionali e politiche che loro competono,
esprimono una netta contrarietà, in questo momento, a consentire in via diretta
o indiretta la creazione di centri islamici.
Invitano i comuni a individuare temporaneamente spazi pubblici diurni ove le
persone di fede islamica possano ritrovarsi per i propri riti e incontri
religiosi, senza riserve sui controlli da parte delle autorità preposte alla
sicurezza.
Invitano le comunità islamiche ad svolgere le attività culturali negli
spazi e nelle strutture pubbliche disponibili.
***
Mozione luoghi di culto cittadini stranieri di altre religioni
Considerato che:
Il nostro paese è sottoposto al pericolo di possibili attacchi terroristici
in particolare da parte d’organizzazioni che fanno uso strumentale della
religione islamica per propagandare idee di violenza e di "guerra
santa" ai fini del reclutamento di uomini e di donne per l'attuazione dei
loro atti criminali.
Gli attentati terroristici sono atti contro la libertà, la convivenza civile
tra le persone e i popoli, sono crimini contro l'umanità.
Compito dei governi e delle istituzioni di tutti i paesi, delle forze
democratiche del mondo è di operare per sconfiggere il terrorismo
fondamentalista e suoi disegni politici.
La lotta al terrorismo non è contro un nemico di un determinato paese come
dimostrano gli attentati recenti in Spagna, Inghilterra e Egitto.
Per batterlo occorre un’azione efficace dell'intelligence e delle polizie
internazionali per individuare chi si nasconde nell'ombra della clandestinità,
per colpire chi fornisce le armi, chi finanzia e per scoprire i collegamenti
politici, per chiudere i luoghi in cui si fa reclutamento terroristico, e
perseguire penalmente i responsabili di tali azioni.
Ciò non è sufficiente.
E' necessario isolarli: prosciugare l'acqua in cui nuotano.
Indispensabile diventa l'azione dei governi dei paesi di religione musulmana,
delle comunità islamiche di rifiuto e della condanna dell'azione violenta e
criminale dell'islamismo integralista e fondamentalista. I presupposti culturali
sui quali fanno leva i terroristi sono: l'intolleranza, la guerra tra civiltà,
la negazione dei diritti delle persone e delle donne, la coincidenza dei
postulati religiosi con le leggi dello Stato, il rifiuto delle diversità e
quindi la negazione del concetto di eguaglianza fra gli uomini senza distinzione
di religione, d’opinioni politiche, culturali e sociali.
Costruire una società mondiale in cui si realizzi il superamento delle
povertà e delle ingiustizie sociali di intere nazioni e continenti e si affermi
il rispetto dei diritti delle persone e in particolare delle donne ; la laicità
dello Stato; la difesa della legittimità della diversità delle idee politiche,
sociali e religiose di ciascun uomo o di intere comunità che non contrastino
con la convivenza civile e pacifica ;il riconoscimento dell’indipendenza dei
popoli; la democrazia come valore universale costituisce una delle condizioni
indispensabili ed irrinunciabili per sconfiggere l'odio, l'ignoranza e la
violenza che sono i connotati dello scontro di civiltà di cui sono fautori gli
estremisti islamisti.
Per queste ragioni vietare la possibilità di esercitare la propria religione
in liberi luoghi di culto scelti dalle comunità dei credenti e la realizzazione
di centri culturali islamici o di altre religioni è, oltre che essere
incostituzionale, sbagliato perché non aumenta la sicurezza degli abitanti in
Italia anzi può diventare pretesto per rafforzare l'azione di reclutamento
delle organizzazioni criminali.
E' vero che le indagini di polizia sembrano aver individuato presunti legami
tra alcune persone che operavano nelle moschee italiane e di Cremona con il
disegno terroristico islamico, ma ciò non autorizza a lanciare anatemi contro
intere comunità, comprese le loro convinzioni religiose e ad impedirne o
limitarne la pratica del culto.
Vale , a questo proposito, il rispetto dell'art. 27 della Costituzione
Italiana :
" La responsabilità penale è personale”.
IL CONSIGLIO PROVINCIALE
auspica che i Sindaci del nostro territorio non si oppongano alle eventuali
richieste delle comunità islamiche o di altre religioni di aprire sedi di culto
(Moschee o Templi) o centri culturali nel rispetto della
Costituzione Italiana in particolare l'art.3 in cui si afferma: “Tutti i
cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alle leggi, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali.”
e l'art. 8 che recita così: “Tutte le confessioni religiose sono
egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla
cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti in quanto non
contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.”
Capogruppo Democratici di Sinistra
Cesare Mainardi