15 Settembre, 2002
Il condono fiscale piace a gran parte degli italiani. L’operato del governo, meno
Di Renato Mannheimer
Il condono fiscale piace a gran parte degli italiani. L’operato del governo, meno.
Di Renato Mannheimer
Il condono fiscale piace a gran parte degli italiani. L’operato del governo, meno. Sembra una contraddizione, ma non lo è.
La cancellazione di pendenze fiscali è stata accolta con favore dall’elettorato, al di là della indignazione di osservatori e commentatori, tanto che il dato diffuso dal presidente del Consiglio (60% favorevoli) appare addirittura sottostimato.
Al tempo stesso, da diversi mesi, la popolarità del governo (tra i vari modi per misurarla, continuiamo ad attenerci alla percentuale di giudizi positivi espressi sul suo operato) risulta decrescere. Per diversi motivi. Gli elettori dell’opposizione contestano, come si sa, una attenzione a loro avviso eccessiva verso la difesa di interessi specifici di Berlusconi e del suo entourage.
Tra i votanti per il centrodestra circola invece un disagio crescente per la mancata realizzazione di alcune promesse fatte in campagna elettorale, in primo luogo la diminuzione della pressione fiscale. Di qui, sino a prima della Finanziaria, un progressivo calo di consensi verso l’esecutivo da entrambi i fronti... In questi giorni il condono fiscale ha frenato il malcontento tra gli elettori del centrodestra, tanto che sia tra costoro, sia nel segmento decisivo degli indecisi e degli astenuti, il trend negativo si è invertito, temperando così anche il calo di popolarità comunque registrabile considerando l’elettorato nel suo complesso.
Anche tra i votanti per la Casa delle Libertà (e tra gli indecisi e astenuti), il grado di soddisfazione per l’operato del governo risulta comunque inferiore a qualche mese fa. Ed è andata calando - anche nelle ultime settimane - la stessa popolarità personale del presidente Berlusconi.
Tutto ciò, sin qui, ha spostato assai poco le intenzioni di voto espresse dai cittadini. C’è stato un incremento di voti virtuali per il centrosinistra (in particolare per i Ds), ma di dimensioni assai inferiori all’erosione di consensi per il governo e tale comunque da non incidere più di tanto sui rapporti di forza, che rimangono indiscutibilmente a favore del centrodestra.
Il calo di popolarità dell’esecutivo rimane tuttavia un segnale da non sottovalutare. «Per fortuna l’opposizione è ancor più disunita e sgangherata di noi. Se no saremmo davvero in un bel guaio», ha detto ieri (in un colloquio privato) un esponente del governo. Berlusconi, da sempre attento e sensibile agli umori dell’opinione pubblica, ha ben compreso il pericolo insito nella situazione. Tanto da intervenire personalmente, «strigliando» i suoi stessi colleghi di partito e di coalizione. Sapremo nei prossimi mesi se il Cavaliere riuscirà a invertire il trend calante del consenso o se l'opposizione - per ora molto impegnata nella ricerca del candidato per elezioni che si svolgeranno tra diversi anni - saprà approfittare dell’occasione per trasformare l’insoddisfazione nei confronti del governo in intenzioni di voto per sé.
 
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