15 Settembre, 2002
Lavoro precario
Voto a maggioranza alla mozione di Galmozzi in Consiglio Provinciale
 Mozione del consigliere Attilio Galmozzi (Prc), sulla
precarietà del lavoro, approvata a maggioranza dal Consiglio provinciale, nel
corso dell'ultima seduta, contrari Forza Italia e An, astensione della Lega
Nord.
"La mia riflessione parte dal fatto che in Provincia il 21% è atipico - ha
detto Galmozzi, nel presentare la mozione -". Ha chiesto un convegno,
un'azione presso l'Upi, un monitoraggio del rispetto dei diritti dei lavoratori
nelle imprese appaltatrici, nonché una progressiva riduzione degli atipici in
Provincia. L'Assessore al lavoro Manuela Piloni, riconoscendo che il tema è
"molto avvertito", ha detto sì al convegno, "non prima di avere
dati del centro impiego e del Sies" e ha riferito che "in sede Upi il
tema è già uscito, ci sono forti convergenze sul discorso mercato lavoro, ci
sono già progetti di legge regionali, tesi a trovare garanzie di tutela
maggiori per i lavoratori atipici, occorre capire quali sono le misure per
contrastare il fenomeno, rispetto alle richieste della nostra provincia".
Sugli appalti locali, Piloni ha aggiunto che "la Provincia ha sempre
richiesto la liberatoria alle ditte appaltatrici rispetto alle garanzie
contrattuali e previdenziali dei propri lavoratori, adesso c'è lo sportello
unico che si preoccupa di garantire questi diritti". Per quanto riguarda
l'ultimo punto, "il 13 dicembre 2005 la Giunta ha preso atto del protocollo
d'intesa sottoscritto con i sindacati che prende precisi impegni rispetto ai
cosiddetti lavoratori atipici della Provincia". I punti qualificanti:
"aprire un tavolo provinciale di monitoraggio del lavoro atipico, avviare
trattative per la stipula di un accordo che contiene delle norme di tutela
specifiche degli atipici e soprattutto di individuare modalità per trasformare
maggior numero di contratti atipici in contratti a tempo determinato, la
Provincia inoltre si impegna realizzare un piano pluriennale di stabilizzazione
forza lavoro con tempi e le modalità stabiliti dalle norme vigenti".
E' quindi intervenuto Gianni Rossoni (Fi): "Nessuno vuole inneggiare alla
precarietà, ma questo tema segna una diversità culturale, non si tratta così
un tema così importante per i giovani. Anzitutto, la legge Biagi è figlia
della Treu, è ha stabilizzato alcune situazioni, tipo i cococo. Il tempo
determinato è una garanzia per i giovani verso un traguardo di maggiori
certezze, un'occasione per farsi conoscere; la finanziaria 2006 dà garanzie ai
giovani anche per la prima casa". C'è poi un problema di costo del lavoro,
la regole vessanti per le imprese, la necessità di evitare di sovraccaricarsi
di pesi rispetto al mercato, la Cina, la globalizzazione. "Tra pochi giorni
inizia l'iter legislativo regionale di nuovo progetto sul lavoro si aprirà un
confronto serrato, tra gli argomenti caldi ruolo Provincia rispetto mercato del
lavoro - ha concluso-".
Cesare Mainardi (Ds) ha detto che l'occupazione giovanile è un problema:
"Se la legge Treu non ha risolto la questione tra lavoro e precarietà, la
legge Biagi non lo ha risolto del tutto". Il tema getta una sfida alle
imprese italiane. "Per assumere un ingegnere con sua qualifica a tempo
indeterminato non si pone all'azienda il problema del costo del lavoro, ma
quello dell'innovazione di prodotto e dei processi". Non è poi vero che la
precarietà è solo un problema economico. "Un precario è più debole
dentro e fuori l'azienda". Per Mainardi la produzione è arretrata, ma le
finanze aumentano "girano tanti soldi in borsa che non c'entrano con la
produzione". Infine, "Abbiamo una tasso di disoccupazione superiore
alle altre province, il problema non è la flessibilità, è che se un giovane
continua a cambiare lavoro arriva alla mia età non ha diritti. "Non so se
è colpa di Berlusconi o Bertinotti so solo che il problema c'è".
Renato Ancorotti (Fi) ha preso la parola per riferire che "ogni azienda ha
una quota per contratti sindacali per far intervenire il lavoro sia a tempo
determinato che interinale, per cui non è vero che si prendono i precari per
poi mandarli via quando si vuole". A suo parere la flessibilità serve a
coprire determinate produzioni in alcune fasi, ma anche per un giovane è un
opportunità per fare esperienza. Se, poi, si dice che sono aumentate le partite
Iva, per far lavorare gente da dipendenti, questo è contro la legge".
Ha ripreso la parola Piloni "la mozione è condivisibile, la precarietà
non è frutto di una visione ideologica ma dato di fatto percepibile da
tutti". Galmozzi ha ringraziato Piloni per aver già fatto molto nel segno
della mozione e ha risposto a Rossoni "vivo la contraddizione di una
generazione che oggi deve fare i conti con una situazione di fondo che è
precaria, ho provato a metterla in una mozione, quanto ai cococo non è vero che
la legge li ha eliminati, se così fosse non avrebbe senso parlare di
precariato". Quanto ad Ancorotti: "Parla di flessibilità come
strumento per rilanciare la competitività, da noi flessibilità è
sfruttamento" .
Ha ripreso la parola Ancorotti: "Non lo accetto. Anzitutto i costi sono gli
stessi, da imprenditore dico che la flessibilità serve per aumentare le quote
possibili, le imprese italiane fanno molto, c'è ricerca, attenzione al
prodotto, facciamo poi però entrate prodotti di aziende che non hanno dovuto
seguire le stessi leggi, non dico che non debba entrare nulla, dico che andrebbe
difesa l'impresa italiana, a competere almeno alla pari".
Voto a maggioranza.
 
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