15 Settembre, 2002 Fita Cna e ponte sul Po La precarietà deve finire e qualcuno deve risponderne
Spiace dover constatare che alcuni problemi legati a difetti nella posa in opera e nella tipologia dei materiali usati per i giunti posti nella sede stradale sul ponte del Po, stiano creando seri problemi ai moltissimi cittadini che ogni giorno transitano su quel manufatto.
La circolazione a senso alternato ha creato nuovamente notevoli rallentamenti e il blocco proclamato per i mezzi pensati superiori ai 35 quintali è stata una obbligata conseguenza di cui ci rendiamo conto. Infatti come associazione di categoria abbiamo provveduto a diramare immediatamente un comunicato affinchè tutti gli autotrasportatori della Lombardia vengano a conoscenza del blocco del traffico sul ponte dei mezzi pesanti superiori ai 35q.li (blocco che partirà da giovedì 2 marzo alle ore 7.00 per concludersi sabato 4 marzo alle ore 7.00).
Responsabilmente, siamo consci che i cittadini non debbano essere ulteriormente penalizzati da quella che è una situazione inaccettabile per tutti: il ponte è chiuso per riparare quelle stesse manutenzioni che si erano concluse solo pochi mesi fa. Il ponte sul Po è una risorsa preziosa, non solo per i cittadini, ma per tutto il comparto economico e sociale.
Noi della CNA Fita siamo tra quelli che vogliono avere un ponte in perfetta efficienza, un ponte come tanti altri ce ne sono in Lombardia, ma che sia fruibile e transitabile, per questo ci sentiamo di concordare con il presidente della provincia di Cremona, On. Torchio, quando dice di valutare seriamente la possibilità di non provvedere al saldo della ditta incaricata dei lavori, perchè stante il ripetersi dei guasti e dei malfunzionamenti è evidente che i lavori di ristrutturazione non sono stati realizzati a “regola d’arte”.
Inoltre non comprendiamo come mai non sono state ancora nemmeno discusse le proposte che come CNA Fita abbiamo proposto ad enti ed istituzioni già due mesi orsono, riguardanti gli accorgimenti da attuare perennemente e da subito sul ponte, quali ad esempio il blocco del transito dei mezzi eccezionali superiori alle 44 tonnellate che vi transitano regolarmente e la riduzione del limite di velocità. Questa precarietà di transito deve finire, e qualcuno deve risponderne, non ne possono sempre fare le spese solo i cittadini e il mondo economico.