15 Settembre, 2002
I «sì» della Commissione Ambiente e del Consiglio Provinciale
Sì a minidroelettrico, solare e biomasse da prodotti locali
Incoraggiare il minidroelettrico, il solare fotovoltaico e le produzioni
agricole locali negli impianti a biomasse. E' l'indirizzo espresso oggi dalla
Commissione Ambiente, da formalizzare in una mozione in Consiglio Provinciale.
All'incontro, questa mattina, in Provincia, convocato dal Presidente Andrea
Ladina, c'erano i consiglieri provinciali Pierluigi Tamagni (Ds), Sandro
Gugliermetto (Margherita), Fermo Borini (LT), Giuseppe Fontanella (FI), Maurizio
Borghetti (An), Walter Longhino (Lega), Anna Riccardi (Ds), Giampaolo Dusi (Prc),
Carlo Rusca (FI), Antonella Poli (FI). Con loro la Dirigente del Settore
Ambiente, Mara Pesaro, e i funzionari Barbara Armanini e Giuseppe Galloni. Hanno
introdotto l'Assessore Giovanni Biondi e il Presidente Ladina, con l'invito a
cogliere "le opportunità e le criticità legate alle diverse produzioni di
energia alternativa, per sensibilizzare, ma anche arrivare a conseguire
risultati concreti". La discussione ha preso avvio con la relazione dei tecnici
sugli impianti conosciuti, con una premessa sulle competenze la Provincia dà sul
mini-idrico la concessione alla derivazione dell'acqua e per gli altri impianti,
esempio biogas, dà l'autorizzazione tecnica al funzionamento dell'impianto. 12
gli impianti autorizzati: 10 biogas (Malagnino, Castelleone, Vescovato, Persico
Dosimo, Cumignano, Rivolta, Trigolo, Gradella, Soncino, Formigara), 1
termoutilizzatore a Cremona, 1 idroelettrico a Genivolta. In previsione, ma non
in fase autorizzativa, un impianto a Cella Dati, potenza circa 19.000 kW,
consumo 3.700 kg all'ora olio di palma, olio a basso costo di origine tropicale;
un impianto biogas a Vicomoscano che utilizza fanghi, liquami, scarti
agroalimentari ecc.., per circa 100 ton al giorno, non si sa se il refluo in
uscita può essere usato o deve subire altri trattamenti, un impianto biogas in
comune di Castelleone, per la produzione energia elettrica da liquami, biomasse
e umido organico; un impianto a Soresina ibrido, parte metano, parte biomasse di
legno (potenza 5000 kW dal rinnovabile, consumo 50 mila ton annue di legno, da
filiera agricola locale. Gli uffici sono inoltre a conoscenza di altri impianti
in progetto, ma ne ignorano le specifiche tecniche, si parla di impianti ad olio
di palma a Sesto Uniti e a Vescovato, a gasogeno in Comune di Gadesco, e a
biogas a Derovere, dalla raccolta dei rifiuti.
Per quanto riguarda gli impianti idrolettrici. Genivolta in raddoppio è l'unico
attivo. Da solo fa 16% delle fonti rinnovabili in provincia di Cremona.In
cantiere altri impianti che sfruttano i salti idraulici dei fiumi a Crema,
Bagnolo, Gombito, Isola Dovarese, Montodine, Pizzighettonee Spino Adda.
Il consigliere Pierluigi Tamagni (ds) ha evidenziato che un milione di kW/anno
soddisfano l'esigenza di 350 famiglie e producono un risparmio di 500 barili di
petrolio/anno. "L'impianto idro di Genivolta 7 milioni kW annui dà energia
elettrica a 2400 famiglie, calcoliamo a Spino quante famiglie servirà l'impianto
previsto di quasi 3 mila kw.! L'acqua c'è in abbondanza e non inquina:
potenziamo l'idroelettrico!".
Dusi (Prc) ha chiesto un approfondimento relativo ai progetti in cantiere, a
partire da quello di Cella Dati: "valutare tutti i parametri di funzionamento di
questi impianti, per il rischio siano inquinanti, e puntare sulla produzione di
energia da salti d'acqua su tutti fiumi locali". Gugliermetto (Margherita) ha
suggerito di presentare un indirizzo per facilitare alcune tipologie di
impianto. Rusca (Fi) ha rinforzato il messaggio: "acqua sì (c'è e non costa
nulla), agricoltura sì (c'è materia prima) e andiamo a vedere cosa fanno i
tedeschi con impianti a biogas".
Walter Longhino (Lega) e anche Anna Riccardi (Ds) hanno indicato come vie
percorribili il solare e l'idroelettrico - petrolio si esaurirà tra 40 anni -
insistendo per utilizzare la filiera locale dei prodotti. Stigmatizzato dalla
commissione l'uso di olio di palma "tropicale" o produzioni dedicate che
coinvolgono realtà socio economiche lontane perché determinerebbe una nuova
dipendenza e condizioni etiche di produzione incontrollabili. "Anche perché - ha
detto con chiarezza la Dirigente Mara Pesaro - la Provincia può
controllare solo il funzionamento dell'impianto".
Biomasse, sì in un discorso integrato
Studio della «Cattolica» in Consiglio
"Energia alternativa. Si può e conviene. Sì alle biomasse, in un discorso
integrato, con solare e fotovoltaico, l'importanza degli incentivi a livello
nazionale". Così sintetizza il Presidente del Consiglio Roberto Mariani
l'apprezzata audizione in Consiglio ieri del Prof. Ermes Frazzi dell'Università
Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Agraria. Ha introdotto l'incontro
l'Assessore all'Ambiente Giovanni Biondi, per agganciare l'iniziativa
"all'attenzione che il Consiglio sta manifestando sulla materia", "alla
disponibilità delle associazioni di categoria agricola", nell'attesa "si
intervenga con determinazione a livello nazionale". Fazzi ha parlato di un
interesse accademico sia sotto il profilo economico che ambientale. "Problema
che ci si deve porre per valutare un'alternativa ai combustibili fossili, che
producono energia, ma anche anidride carbonica e che hanno disponibilità
limitata nel tempo". All'esame il solare, le biomasse, il fotovoltaico,
quest'ultimo fissa energia 30 volte superiore al kmq a quella delle biomasse,
che, seppure importanti, danno un contributo a livello mondiale non superiore al
14% dell'energia alternativa prodotta. "Non è più del 10%, con calcoli
ottimistici, di quella che consumiamo in un anno. Vanno dunque bene le biomasse,
purché siano considerate in un discorso integrato - ha concluso Frazzi". Vasta
la gamma di biomasse considerate per rendimento energetico e costo di
produzione. Da distinguere tra prodotti appositamente coltivati e prodotti
residuali. Tra i prodotti coltivati apposta per essere trasformati in energia,
pioppo mais e sorgo hanno rendimenti più alti di girasole e colza, ma se si
considera il costo dell'energia in dollari per barile petrolio equivalenti la
colza ha il massimo rendimento. Il mais e il prato - prodotti agricoli
caratteristici della provincia -, il primo produce più energia, ma il prato ha
un rendimento energetico doppio del mais perché richiede meno "lavoro" in
termini di concime, acqua, tempo per produrlo.
Il consigliere Andrea Ladina (Verdi) ha chiesto informazioni rispetto agli
obiettivi di Kioto. Frazzi ha risposto che Kioto ci impone il 2,5% entro il
2010, il governo italiano si è impegnato a raddoppiare quel dato. Ma siamo
indietro. Tutto è legato agli incentivi e ai conseguenti movimenti del mercato.
Pierluigi Tamagni (Ds) ha sottolineato l'importanza del costo ambientale e la
necessità di tener conto dei costi sociali che derivano dai combustibili fossili
e ha chiesto se con i certificati verdi il sistema regge economicamente. Il
Prof. Frazzi ha citato l'esempio della Germania dove dagli anni '80 con la crisi
petrolifera non si è mai abbassata la guardia, "oggi le tecnologie sono lì",
"senza incentivi si ferma tutto".
Ha concluso il Presidente della Provincia Giuseppe Torchio. Si è complimentato
per il "coraggio" dello studio, ha parlato di aggiornare il piano
energetico per creare un vero circuito dell'alternativo e ha ribadito, sulla
scorta dell'indirizzo consiliare, l'impegno per la produzione di energia
elettrica dai nostri fiumi.
 
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