15 Settembre, 2002
«Capricci Cremonesi»
Il 4 aprile al Teatro Filo omaggio «etno-jazz» a Tarquinio Merula

Da «girodivite»:
Il musicista Tarquinio Merula commise vari errori. Per primo, quello di
nascere a Busseto dove tutti hanno orecchie solo per Giuseppe Verdi. In seguito,
quello di crescere e lavorare a Cremona, città di Monteverdi. E, benché le sue
opere fossero pubblicate dai migliori stampatori di Venezia e che avesse suonato
a lungo a Varsavia (alla corte del re di Svezia) e poi a Bergamo, “rimpatriato”
e fatto organista del duomo di Cremona, non appena chiese una retribuzione che
riteneva appropriata al suo prestigio, si trovò sostituito da un collega… meno
costoso. Già, dimenticavo. Siamo nel 1635. Non fosse per la corte del Re di
Svezia e Polonia, poteva sembrare una storia di oggi. In questa antica storia di
contratti a termine c’è un lieto fine: nel 1646 «a furor di popolo i fedeli
invocarono la nomina di Merula come Maestro ed organista» del Duomo di
Cremona. Così Merula visse fino alla fine del 1665 circondato dalla stima dei
suoi concittadini. Poi morì. Ma morì proprio! Se non fosse per la “stravaganza”
(o il buon palato) di qualche giovane organista di chiesa o di qualche temeraria
orchestra d’archi, concerti, messe, sonate e canzoni di Merula avrebbero
l’attenzione solo di chi spolvera per mestiere libri e carte d’archivio. Ma le
sue canzoni eccellono per l’immediatezza melodica e un suo «capriccio» contiene
la quintessenza della musica da ballo secentesca, nella straordinaria fantasia e
nel virtuosismo delle sue variazioni.
Nella Cremona definita – a ragione o a torto: non è il momento di discuterlo
– «città della musica», avviene una cosa al limite dell’incredibile.
Preceduto persino da una conferenza stampa, presenti gli assessori alla cultura
di Comune e Provincia in rappresentanza dei rispettivi Enti patrocinanti, nel
Teatro Filo (4 aprile, ore 21) va in scena, per così dire, «Capricci
Cremonesi - suite per piccola orchestra liberamente ispirata ai temi barocchi di
Tarquinio Merula (1590-1665)». La propone l’Associazione Musicale Porta
Marzia. Autore di questa “resurrezione” del Merula: Fabio Turchetti, che non
sappiamo se definire cantautore o compositore. (La rivista World Music Magazine
ha optato per il primo, presentando e pubblicando il suo disco «Da Los Arcos
a Compostela. Diario di un pellegrino»). [...]
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