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15 Settembre, 2002
Lavoro e mobbing, in certi ambienti colpisce il 14% dei lavoratori di G.C. Storti
Secondo i dati forniti dagli esperti della Clinica del lavoro di Milano, il record negativo è detenuto, col 14% dei casi, dalla pubblica amministrazione.

Lavoro e mobbing, in certi ambienti colpisce il 14% dei lavoratori

 

Secondo i dati forniti dagli esperti della Clinica del lavoro di Milano, il record negativo è detenuto, col 14% dei casi, dalla pubblica amministrazione. A Taranto un centro terapeutico

 

Cosa è il mobbing ? Si parla di mobbing quando un dipendente è oggetto ripetuto di attacchi da parte dei superiori (datore di lavoro e/o suoi preposti ) ma anche dei suoi colleghi di pari grado ed in particolare quando vengono attuati comportamenti diretti ad isolarlo, discriminarlo o comunque a provocarne un progressivo disadattamento lavorativo. 

 

Nell’88% dei casi provoca turbe del sonno, nell’85% ansia, nell’80% umore depresso. Ma in 36 casi su 100 causa cefalea, in 58 astenia, spossatezza e in 54 anche mal di stomaco: è il mobbing, quella forma di “terrore psicologico” che viene esercitato sul posto di lavoro attraverso attacchi ripetuti da parte di colleghi o dei datori di lavoro. Sono dati forniti dagli esperti della Clinica del lavoro di Milano in occasione dell’Icoh, il Congresso mondiale sulla Medicina del lavoro al via oggi presso il Fiera Milano Congressi Center.

 

«Si tratta di un fenomeno in grande crescita - afferma Maria Grazia Cassitto, del dipartimento di Prevenzione e medicina del lavoro della Fondazione Policlinico, Mangiagalli, Regina Elena - ma per fortuna la gente comincia a diventarne consapevole e a chiedere aiuto. Il mobbing oggi è un problema che, secondo dati europei, interessa ben il 14% dei lavoratori e che è presente in ogni settore lavorativo, con la caratteristica specifica di essere inscindibilmente legato alla cultura del Paese in cui si verifica».

 

Secondo la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (con sede a Dublino), nell’arco di 12 mesi l’1,9% delle donne e l’1,2% degli uomini sono vittima di violenza fisica sul luogo di lavoro da parte di colleghi, mentre il 4,5% delle donne e il 3,5% degli uomini sono vittima di violenza “esterna”. Questa aumenta in quei settori lavorativi in cui si opera a stretto contatto fra le persone.

 

Il record negativo in fatto di mobbing è detenuto, col 14% dei casi, dalla pubblica amministrazione. Seguono i settori di istruzione e sanità, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazione col 12%, quindi il commercio col 9% e il settore immobiliare col 7%.

 

Secondo uno studio della Clinica del Lavoro di Milano su 250 pazienti, gli eventi più frequenti che possono precedere la comparsa del mobbing sono, nel 23,3% dei casi, forme di ristrutturazione o cambiamenti ai vertici di un ufficio o di un’azienda, in seguito ai quali i soggetti riportano riduzione delle mansioni, proposte di licenziamento, o si originano tensioni con i colleghi dei nuovi gruppi di lavoro. Oppure, nel 18,1% dei casi, il cambiamento di un superiore. Ma anche, nel 12,9%, l’inserimento in un nuovo posto di lavoro che appare come “momento di criticità”. Ma anche la richiesta di un avanzamento di carriera può essere - accade nel 9,2% dei soggetti - un evento che precede il mobbing, come pure - nel 7,2% dei casi - l’insorgenza di una invalidità, e perfino (4,8%) trasferimenti all’interno dell’azienda anche per avanzamenti di carriera.

 

Ma come si esercita in genere il mobbing?

 

«Attraverso varie forme - risponde Cassitto -: con attacchi alla persona, tendendo ad escluderla, isolarla, emarginarla, anche ridicolizzarla davanti ai colleghi. Ma viene esercitato anche attraverso critiche continue o comportamenti atti a svalutare le sue proposte o le sue iniziative. A volte il lavoratore viene costretto anche a una forzata inattività».

 

Al di là della soluzione radicale del singolo problema, denunciandolo alle autorità aziendali o sindacali, gli effetti che esso provoca portano con sé malesseri anche fisici, come il mal di stomaco continuo. È importante riconoscere questi malesseri e cercare di risolverli: per anni la Clinica del lavoro di Milano è rimasta praticamente l’unica struttura di riferimento nazionale per la diagnosi e cura dei disturbi correlati al mobbing, i più frequenti dei quali sono le turbe del sonno, l’ansia, l’umore depresso, la cefalea, l’astenia e il mal di stomaco. Questo ha comportato un sovraccarico di lavoro con la necessità di diffondere conoscenze e promuovere l’attivazione di altri centri in altre regioni italiane. In questo contesto si sono sviluppati due centri pubblici a Napoli, due a Roma e uno a Pisa. A Taranto già esisteva presso l’Asl locale una struttura diagnostica per il mobbing attivata in occasione della vertenza delle Acciaierie Ilva.

 

Riflettiamo,riflettiamo.

storti@welfareitalia.it

 


       



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