A Genova, nel luglio del 2001, abbiamo vissuto quella che Amnesty
International ha definito la “più grave violazione dei diritti democratici in un
paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”.
Migliaia di giovani umiliati e malmenati, da coloro che avrebbero
dovuto garantire la sicurezza, anche la loro.
Carlo Giuliani, un ragazzo di 22 anni, ucciso.
Quelle giornate hanno cambiato profondamente le nostre vite e segnato un
pezzo della storia di questo paese. Non smetteremo mai di interrogare la società
e le istituzioni sul perché sulle responsabilità della violenza di quei giorni.
La commissione di inchiesta parlamentare, richiesta in questi cinque anni con
tenacia dai genitori di Carlo, dai movimenti e da tante organizzazioni
democratiche di questo paese, deve finalmente essere istituita, per sanare una
ferita tuttora aperta e dolorante nelle coscienza di quanti ancora si
interrogano sulle responsabilità politiche e materiali di quei tragici fatti.
Verità e giustizia, per provare a ricucire lo strappo drammatico che lì si è
determinato tra tanti giovani che per la prima volta sceglievano la via della
partecipazione e le istituzioni che decidevano di reprimere con la
violenza questo inedito slancio.
Ma a noi piace ricordare Genova anche per i suoi aspetti positivi, che pure
hanno segnato la storia di questi ultimi cinque anni.
Lì si è affacciato per la prima volta sulla scena politica un nuovo
movimento, straordinario per ampiezza, maturità e consapevolezza. Un movimento
diverso da quelli del secolo appena concluso, che in questi anni è
cresciuto, si è radicato, ha saputo far convivere culture ed esperienze
diverse, ha contribuito al cambiamento di questo paese.
Le ragioni di quelle giornate sono ancora attualissime.
Il G8 continua ad essere un organismo privo di legittimazione democratica, in
cui i paesi ricchi pretendono di imporre al resto del pianeta l’ordine economico
e politico a loro più conveniente.
Un ordine che continua a produrre ingiustizie, povertà e guerre.
Per questo chiedemmo allora e continuiamo a chiedere oggi che il G8 sia
sciolto, come passaggio indispensabile per costruire un mondo diverso, che metta
al centro la pace, la giustizia sociale, i diritti.
Anche quest’anno saremo a Genova, per ricordare e per continuare insieme il
cammino iniziato cinque anni fa.
Paolo Beni, Presidente Nazionale Arci