15 Settembre, 2002
Eutanasia, dove è possibile. di Gian Carlo Storti
Olanda e Belgio riconoscono il diritto al suicidio medicalmente assistito o all’eutanasia
Eutanasia, dove è possibile di Gian Carlo Storti
Olanda e Belgio riconoscono il diritto al
suicidio medicalmente assistito o all’eutanasia
«Caro presidente voglio l'eutanasia». È quanto
chiede Piergiorgio Welby, co-presidente dell'associazione
Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica,
malato di distrofia muscolare, al presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano. Nella
lettera inviata giovedì, Welby scrive: «la
mia volontà, la mia richiesta che voglio
porre nelle sedi politiche e giudiziarie
è poter ottenere l'eutanasia. Vorrei che
anche ai cittadini sia data la stessa oppurtunità
che è concessa agli svizzeri, belgi, olandesi».
Welby è tenuto in vita dalle macchine e lui
stesso dice che «è solo un testardo e insensato
accanimento nel mantenere attive delle funzioni
biologiche».
L'appello non può lasciare indifferenti.
Nel nostro paese il tema riapre le ferite
fra il mondo laico ed il mondo cattolico.
E la chiesa cattolica riparte all’attacco
e con grande forza riafferma per il tramite
delle parole inequivoche del cardinale Javier Lozano
Barragan. “Che sia un’azione o un’omissione
di cure destinata a causare la morte, l’eutanasia
per la Chiesa equivale sic et simpliciter
a un’assassinio».
Nel frattempo il Senato definisce il calendario
sul testamento biologico rilanciato qualche
mese or sono da Umberto Veronesi che affermava
“Il testamento biologico infatti non è altro
che la definizione di direttive anticipate,
ciò che un cittadino vorrebbe o non vorrebbe,
nel caso non fosse in futuro in grado di
pronunciarsi, su una terapia anche vitale
e il medico deve già sapere qual è la volontà
di una persona.
Tale testamento ha quindi un valore educativo
e verrà diffuso anche tra i giovani, purtroppo
spesso coinvolti negli incidenti stradali.
È un passo ulteriore per riappropriarsi delle
decisioni sulla propria vita, " un passo
in avanti per la civiltà".
Ecco di seguito il quadro della legislazione
attualmente in vigore nei Paesi europei che
autorizzano o tollerano l'eutanasia:
- Olanda e Belgio: leggi simili consentono
ai medici di praticare sugli ammalati in
condizioni terminali la ''dolce morte'' senza
incorrere in conseguenze penali. In Olanda
e' autorizzata per i malati a partire dai
12 anni, ma per quelli tra i 12 ed i 16 anni
e' necessaria l'autorizzazione dei genitori.
In Belgio a partire dai 18 anni. La richiesta,
in forma scritta, deve essere ''volontaria,riflettuta
e reiterata'' e non frutto di pressioni esterne.
Spetta sempre al medico curante verificare
che la malattia sia incurabile e provochi
una ''sofferenza fisica o psichica costante
ed insopportabile''. Ogni proposta di eutanasia
va notificata ad una commissione (composta
in Olanda da almeno tre esperti, e in Belgio
da 16) incaricata di verificare se tutte
le condizioni stabilite dalla legge siano
state rispettate.
- Italia: L'eutanasia è illegale e la pratica
eutanasica è vietata ed equiparata all’omicidio
del malato, anche se consenziente.
- Danimarca: La persona malata in modo incurabile
può decidere di fermare il trattamento medico.
Dal 1992 in caso di malattia incurabile o incidente
grave, con un ''testamento biologico'' i
danesi possono chiedere di non essere tenuti
in vita artificialmente.
- Francia: L'eutanasia è illegale, ma il
codice penale distingue tra eutanasia attiva
(azione che provoca direttamente la morte,
assimilata all'omicidio) e quella passiva
(assenza dell'azione terapeutica).
- Germania: Nel 1998 la Corte d'appello di
Francoforte ha aperto la strada all'autorizzazione
dell'eutanasia per le persone in coma irreversibile.
Secondo la corte, l'eutanasia è autorizzata
solo se corrisponde alla volontà del paziente,
ma deve essere approvata dai tribunali tutori.
- Gran Bretagna: L'eutanasia e il suicidio
assistito sono illegali. Tuttavia la giustizia
ha autorizzato alcuni medici ad abbreviare
la vita di malati tenuti in vita artificialmente.
In Scozia, per la prima volta nell'aprile
1996, un paziente è stato ''autorizzato a
morire''.
- Spagna: Il codice penale del 1995 non considera
più l'eutanasia e il suicidio assistito come
un omicidio
- Svizzera: il suicidio assistito non è reato
purché dietro la decisione non vi siano “motivi
egoistici”. Si parla, infatti, di “accompagnamento
al suicidio” e il medico deve limitarsi a
fornire i farmaci al malato. Sulla base di
questa legislazione ogni anno scelgono la
morte tra i cento e i duecento malati terminali
- Ue: Dopo un lungo e polemico dibattito
l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa
ha bocciato nel 2005 una raccomandazione
che avrebbe aperto la strada alla legalizzazione
dell’eutanasia. Conosciuta come ‘Rapporto
Marty’, dal nome del parlamentare liberale
svizzero che ne chiedeva l’approvazione,
il rapporto era stato presentato sotto un
singolare eufemismo: “assistenza ai pazienti
in fin di vita”. La proposta e’ stata respinta
con 138 voti contrari, 26 favorevoli e 5
astenuti.
Così fuori dall'Europa:
- Stati Uniti: la legge federale vieta la
dolce morte. L'Oregon è l'unico Stato ad
aver autorizzato nel 1994 l'eutanasia per i malati in fase terminale
che l'abbiano formalmente richiesta.
- Australia: nel 1996 è stata approvata una
legge pro eutanasia dal parlamento dei Territori
del Nord, ma nove mesi più tardi, nel marzo
del 1997, è stata abrogata dal parlamento
federale.
- Cina: nel 1998 il governo ha autorizzato
gli ospedali a praticare l'eutanasia per
i malati in fase terminale in una malattia
incurabile.
Conclusione.
Il dibattito su eutanasia si, eutanasia no
è , in Italia, purtroppo è ideologico. Questa contrapposizione non aiuta
certo ad affrontare serenamente le importanti
questioni di principio in campo. Come sempre
mostriamo una pesante incapacità di confronto
sereno e legato alle condizioni di vita delle persone. E’ una antica contrapposizione
che purtroppo non ci porta lontano. Peccato
.
storti@welfareitalia.it
 
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