15 Settembre, 2002
La contrattazione come progetto di benessere di Donata Bertoletti seg.gen. FP Cgil-Cr
La relazioen al convegno della FP cgil del \3 ottobre u.s. c/o aula magna Ospedale di Cremona
La contrattazione come progetto di benessere
Riprendiamo il filo conduttore del congresso
della FP CGIL di Cremona
“ “Buon lavoro” é l’augurio che potremmo
scambiarci ogni mattina tra persone che lavorano
nello stessa organizzazione, pensando di
cooperare in armonia e di poter tornare a
casa la sera soddisfatti.
Ma non è così.
ll lavoro rappresenta tra le maggiori fonti
di malessere e di insoddisfazione anche per
chi ama il proprio lavoro.
Nemmeno la precarietà del lavoro fa passare
in secondo piano la qualità del lavoro.
Anzi. Quantità e qualità sono invece interconnessi
tra loro.
Quando il lavoro, è buon lavoro, ben organizzato,
diventa un’importante componente del welfare
locale, non solo perché produce reddito,
ma anche perché assicura ai singoli fiducia
e benessere”
Questo scrivevamo e discutevamo al nostro
congresso provinciale e durante i mesi successivi
abbiamo continuato ad approfondire questi
temi.
L’esperienza quotidiana della contrattazione
aziendale ci ha fatto maturare delle consapevolezze,
alcune di carattere generale, di contesto,
altre legate al lavoro:
Quelle generali:
-
Stiamo vivendo una fase di ulteriore trasformazione
del sistema sociale
-
Grazie a una nuova sensibilità diffusasi
anche fra gli economisti, lo sviluppo del
territorio viene misurato ed analizzato non
solo in termini quantitativi di crescita
di produttività economica, ma anche sulla
quantità e qualità del benessere sociale
diffuso nella comunità. Stabilendo così il
nesso tra il benessere delle persone e la
loro predisposizione ad intraprendere attività,
che risulta non essere solo legato alle risorse economiche, ma anche
alla positività e qualità delle relazioni
sociali.
Quelle legate al lavoro sociale:
-
L’erogazione di tutti i servizi preposti
al benessere delle persone, pubblici e privati,
per la loro inevitabile caratterizzazione,
viene effettuata da persone.
-
Il luogo dove si decidono quali e quanti
servizi per le persone, è sempre un posto
di lavoro, pubblico o privato, dove il sindacato
confederale è al tavolo della trattativa.
-
Là dove si erogano i servizi alle persone,
ci sono dipendenti pubblici o privati che
il sindacato organizza o potrebbe organizzare.Queste consapevolezze ci hanno indotto a
riflettere su un nuovo ruolo del Sindacato,
per promuoverne il protagonismo e quindi
quello degli operatori, all’interno dei processi
di trasformazione sociale.
Per non subirli o farli scorrere, impermeabili.
Il sindacato, una risorsa
Il sistema organizzato del sindacato, può
costituire non solo una risorsa politica
per il territorio, ma anche contribuire al
suo sviluppo in termini di benessere sociale.
Attraverso due elementi:
1.
la contrattazione ai vari livelli, territoriale
e aziendale
2.
la rete dei delegati sindacali alla contrattazione
(R.S.U.)
La contrattazione aziendale nei luoghi di
lavoro in cui si erogano servizi alla persona,
è dal sindacato intesa come un luogo importante
e privilegiato per l’attivazione di azioni
che realizzano la democrazia del lavoro;
luogo in cui, con pari dignità, vengono rappresentati
interessi e diritti diversi: quelli dell’azienda
( e questo nel pubblico costituisce una novità),
dell’utente e dei dipendenti.
I dipendenti attraverso i delegati sindacali
possono rappresentare i loro interessi al
tavolo della trattativa, in forma collettiva
e regolamentata, protetti da regole certe,
concordate e non imposte.
I delegati sindacali sono portatori di una
straordinaria ricchezza:
sono terminali nervosi e quindi sensibili
tra le reazioni o le attività prodotte dagli
imput aziendali e le necessità che nascono
tra i dipendenti.
Spetta infatti ai rappresentanti sindacali,
quando ci sono e quando ci riescono, saper
elevare un interesse individuale ad interesse
collettivo, trasformarlo in diritto collettivo
da rivendicare al tavolo della trattativa.
Tutte le volte che questa funzione sindacale
delegata riesce, si offre alla contrattazione
aziendale l’opportunità di affrontare una
difficoltà organizzativa e quindi di verificare
nella sua efficacia e/o efficienza, l’organizzazione
del lavoro attuata.
Ovvero l’organizzazione del lavoro di professionisti
che gestiscono ed erogano servizi determinanti
per il benessere dei cittadini.
La contrazione aziendale va oltre il salario
La realtà infatti evidenzia come la contrattazione
aziendale affronta tematiche che superano
l’erogazione del salario accessorio individuale
o la programmazione del turno di reparto…
La contrattazione allarga continuamente le
sue sfere di competenze e deve misurarsi
con il bilancio della struttura di appartenenza
e, di conseguenza, con la situazione economica
e sociale del territorio, fino ad arrivare inevitabilmente a misurarsi
con la qualità della prestazione erogata,
indissolubilmente legata alla qualità del
servizio, pubblico o privato che sia ed alla
sua economicità.
Il miglioramento dell’organizzazione del
lavoro e il consolidamento di buone relazioni
sociali rappresentano una crescita e un vantaggio
sia per il sistema produttivo e dei servizi
che per la società nel suo complesso.
Il benessere sociale richiede attenzione
al lavoro.
Il lavoro, è uno dei terreni su cui intervenire
per produrre inversioni di tendenza, per
chiedere politiche coraggiose e chiare, prima
di tutto sfatando il pregiudizio che regole
certe nel lavoro creino privilegi.
Infatti,
- l’assenza di regole nel mercato del lavoro,
- la logica soprattutto lombarda, del contenimento
della spesa è andata ben oltre la razionalizzazione
dei servizi, ne ha fortemente intaccato la
loro qualità, che viene misurata soprattutto
in termini quantitativi;
- la scelta delle esternalizzazioni e delle
privatizzazioni dei servizi a favore del
privato, come unica soluzione alle cosiddette
rigidità del sistema pubblico, ( favorendo
la nascita e la straordinaria moltiplicazione
di Società che hanno scopi ben diversi da
quelli dell’interesse pubblico salvo averne
scoperto il businnes)
- il non essersi posti l’alternativa e la
prospettiva di un servizio pubblico ripensato
e riorganizzato in funzione delle nuove esigenze
della comunità che cambia;
- ma soprattutto, la scelta di non voler
dare, in molti servizi, la possibilità al
pubblico di riformarsi, nella sbagliata convinzione
che all’interno del servizio pubblico non
esistano le risorse intelligenti in grado
di produrre cambiamento.
Tutto questo sta portando ad un preoccupante
abbassamento della qualità dei servizi alla
persona e, inevitabilmente, a meccanismi
di abbassamento dei salari fino a meri livelli
di sussistenza, tanto da considerare ”rendita”,
una dignitosa retribuzione.
Si rileva,inoltre la persistente disattenzione
nei confronti della classe dirigente pubblica.Sovraccaricata di nuove competenze e responsabilità,
ma soprattutto non accompagnata in questa
straordinaria fase di cambiamento, da una
puntuale formazione di supporto.
Questo a dimostrazione, di fatto, come nel
nostro paese non si colga che le strategie
politiche per essere realizzate, devono basarsi
su processi organizzativi certi ed adeguati.
Necessitano quindi politiche del personale
che diano valore anche a chi è affidata la
responsabilità della realizzazione organizzativa
(classe dirigente, ma anche i vari livelli
di responsabilità).
Formazione e valorizzazione professionale
che deve essere rivolta all’intera classe
dirigente e a tutti i livelli di responsabilità
e non, come stiamo assistendo, al continuo
affidamento, ad una ristretta cerchia di
intellettuali, della soluzione dei problemi
di riorganizzazione e razionalizzazione dei
servizi pubblici, come se fossero gli unici
depositari delle soluzioni.
Forse sarà il modo per giustificare gli inspiegabili
compensi di pochi, ma questo non favorisce
la crescita di una più ampia classe dirigente.
Per una politica alternativa, che punti sul
capitale umano e sul valore del lavoro
La FP CGIL si domanda allora se esiste la possibilità
di proporre una politica alternativa.
e è possibile ragionare su un nuovo asse
di intervento che armonizzi diverse politiche:
politiche per la produttività, politiche
che orientino il sistema dello stato sociale
al capitale umano e ad interventi che accrescano
e qualifichino la produzione di beni pubblici,
siano essi prodotti da Enti pubblici o da
strutture private.
Quindi riconosciamo la peculiarità del lavoro
sociale, che lo rendono sotto certi aspetti,
indispensabile e speciale.
Ma Il terreno dell’intervento pubblico (inteso
come erogazione di funzioni pubbliche, non
è misurabile con le stesse unità di misura
dei beni materiali, perché esse rischiano
di distorcerne il senso, ma soprattutto il
valore.
Il lavoro sociale è tale perché pieno di
significati e la motivazione ne è la componente
essenziale.
E’ in questo quadro e con queste consapevolezze che la “contrattazione
pubblica” diventa il luogo che appartiene
al sindacato non solo per affermare lo straordinario
valore del lavoro e delle funzioni pubbliche,
ma per contrastare, in termini concreti,
la insistente volontà di scaricare sul lavoro
e sui lavoratori la principale causa dell’aumento
dei costi dei servizi nonché delle responsabilità
di una cattiva erogazione dei servizi.
La contrattazione aziendale e sul del territorio,
allora deve porsi anche degli obiettivi di
carattere generale:
1.
la centralità del benessere della persona
nella sua dimensione completa
2.
il capitale umano come risorsa fondamentale
su cui investire,
3.
il benessere lavorativo, che di per sé non
è naturale, ma di cui vanno costruite le
condizioni, ponendo al centro dell’azione
sindacale, la stabilità e la formazione degli
operatori, la buona organizzazione del lavoro
e lo sviluppo delle relazioni sociali dentro
e fuori i luoghi di lavoro;
4.
l’introduzione di nuovi meccanismi di valutazione
e controllo del sistema dei servizi pubblici
5.
il rilancio e il potenziamento delle funzioni
pubbliche e dei servizi pubblici
IL Metodo adottato
Condivisione e ricerca
1^ fase:
-
costruire un gruppo di interesse
-
trascrivere le idee e le analisi effettuate
-
ricerca di una guida che ci offrisse supporto
scientifico: dott.ssa Franca Olivetti Manoukian
2^ fase:
-
verifica del livello di condivisione all’interno
del gruppo dirigente della FP CGIL di Cremona,
raccolta di idee e osservazioni
-
attivazione di gruppi di lavoro coinvolgendo
tutti i delegati alla contrattazione:
sono stati riuniti 3 lavori di gruppo in
aprile e 3 lavori di gruppo in settembre
3^fase:
Socializzazione delle idee e delle problematiche
emerse attraverso il seminario
4^ fase
a.
Avvio del confronto con CISL e UIL di Categoria
per costruire insieme le condizioni per una
piattaforma da portare alla trattativa.
b.
Contestuale socializzazione , a partire dal
sindacato dei pensionati, con tutte le altre
categorie di lavoratori del sindacato
Conclusione
Va riconosciuto al territorio cremonese di
aver condiviso questi contenuti e di aver
avviato un percorso che ha già visto alcuni
atti concreti:
“ Il patto per lo sviluppo” della Provincia
di Cremona, sottoscritto da tutte le parti
sociali, accoglie l’obiettivo del benessere
sociale e CGIL CISL E UIL hanno per la prima
volta, in un unico documento collegato lo
sviluppo alla condizione di uno stato sociale
evoluto.
Come va rilevato che il Comune di Cremona
e l’Azienda Ospedaliera hanno adottato, ed
è in fase di sperimentazione, un nuovo processo
organizzativo che si pone l’obiettivo del
coinvolgimento attivo del personale nel lavoro;
nel Comune di Cremona, per la prima volta
fra le 200 strutture cremonesi, verrà somministrato
a tutti i dipendenti un questionario che
rileverà il livello percepito di benessere
organizzativo.
A tal proposito, perché anche nel nostro
territorio come avviene in altri paesi, fra
tutte le aziende pubbliche e private non
si istituisce un riconoscimento formale al luogo
di lavoro che raccoglie il maggior gradimento
organizzativo tra i dipendenti?
Si formalizzerebbe così il riconoscimento
a quel luogo, in cui il lavoro è concretamente
riconosciuto come valore, luogo che produce
anche un bene collettivo che accresce la
ricchezza del territorio, assegnandogli la stessa considerazione che si attribuisce
alla produzione economica.
Ma perché le parole non si trasformino in
invocazioni, servono azioni.
La FP CGIL ha cominciato da qui, condividendo valori,idee
e sentimenti, con il proprio quadro dirigente,
ma ora serve andare avanti, con le altre
organizzazioni sindacali, con gli Enti, le
Aziende e le strutture che, nel confronto,
vorranno condividere con noi questi valori.
Grazie
 
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