Tratti così dal bel libro di Marco Allegri “Le Fiamme Verdi e la Resistenza
dei Cattolici Cremonesi” (ed. Tipografia La Nuova Rapida – settembre 1985),
volentieri introduco una breve biografia ed alcune riflessioni che di loro
scrivevano autorevoli nostri concittadini.
“…ciascuno dotato di una forte personalità, dai tratti distintivi ed
inconfondibili, essi condividono una forza interiore che il rischio della
retorica apologetica non scalfisce minimamente, lasciandola invece emergere
incisivamente dalle scarne e sobrie commemorazioni e testimonianze di chi li ha
conosciuti e stimati.”
Di Renzo Gastaldi scriveva così don Giuseppe Gallina nel 1946, ad un anno dal
sacrificio: era ”….giovane vibrante di sensibilità, spirito sottile, acuto,
leggermente ironico, non era di quelli che si rivelano immediatamente al primo
incontro. Per capirlo, per amarlo bisognava stargli vicino a lungo. Animo
inquieto, spesso insoddisfatto. Perciò tutt’altro che mediocre. Voleva salire. E
compì tenacemente il suo cammino. Quando Dio lo chiamò aveva soli vent’anni. Ma
era maturo, assai più di altri suoi coetanei”.
Carlo Gilberti, suo grande amico che lo avrebbe seguito nella guerra
partigiana in Val d’Arda, costituiva, per certi aspetti, l’ideale completamento
per la sua accentuata sensibilità interiore celata accortamente da una esteriore
rudezza. Forte fisicamente, versato per le scienze, estroverso, ben gli si
addiceva.
Ed ancora di Carlo Gilberti scriveva sempre don Gallina: “….non era di quelli
che amano seguire il gregge. Avverso ad ogni mimetismo, non si piegò se non
quando fù persuaso. Allora il suo spirito di indipendenza, la sua volontà
tendenzialmente ribelle, il suo bisogno istintivo di ragionare, di discutere,
combattere – tutta la sua vita e la sua anima – si piegarono al servizio
dell’idea”.
Il giudizio di don Gallina è autorevole e penetrante. Responsabile
dell’Associazione giovanile di Azione Cattolica a Sant’Ilario dal 1937 al 1945,
li ebbe come giovani allievi. Renzo Gastaldi e Carlo Gilberti, massacrati dai
tedeschi a Rio Farnese, furono spiritualmente preparati ed orientati da lui alla
Resistenza.
Per ultime, ma non ultime, ancora volentieri desidero riprendere alcune
considerazioni di don Primo Mazzolari che così ricordava: “…..il valore della
Resistenza – parlo da cristiano – non è soltanto legato alla libertà, alla
giustizia, alla democrazia, cioè alle sante cose che uno si propone di difendere
o attuare, ma al modo con cui esse vengono difese ed affermate. Ci vogliono
grandi cause e cuori più grandi, insegne immacolate e cuori ancor più chiari,
altrimenti si mette “vino nuovo in otri vecchi”. Benché personalmente voluto né
suggerito alcun atto di violenza, confesso però che in certi momenti, di fronte
a certe infamie nazifasciste, non ho saputo mantenermi un animo interamente
sgombro di “ribelle per amore””.
Giorgio Carnevali
(Partigiani Cristiani Cremona)