15 Settembre, 2002
Celebrata la Giornata della Memoria
Presenti autorità e cittadini - L'intervento del Sindaco Corada nel cortile Federico II in Palazzo Comunale
Autorità, cittadine e cittadini,
oggi siamo riuniti a celebrare la Giornata della Memoria.
Istituzioni e popolo, il 27 di gennaio di ogni anno, si ritrovano a ricordare la Shoah, e lo fanno non solo in omaggio a quanto assegna la legge istitutiva che insieme abbiamo voluto, ma anche perché, insieme, ci rendiamo conto di quanto indispensabile sia conoscere e ricordare.
Il baratro nel quale l'umanità fu scagliata dal nazismo è troppo buio e terribile per essere nominato: la Shoah è l'indicibile. Oggi noi siamo chiamati a ricordare, a confermare il nostro impegno, a ribadire ed a diffondere questa verità, contro le tentazioni, che pure periodicamente si ripresentano, a negare ciò che è accaduto o anche solamente a ridurne la portata.
Con le celebrazioni del Giorno della Memoria l'umanità viene indotta a ricordare e, ricordando, a conoscere e cercare di capire.
E' importante cercare di conoscere, di capire. Ed é importante per il futuro più che per il passato.
E' decisivo, perché tutto quanto é successo può ancora succedere, anche se a tutti noi ciò può forse risultare impensabile, apparire assurdo.
Se non lo facessimo, se per ventura decidessimo che no, non si deve ricordare, allora - anche nella nostra bella Italia, anche nella nostra grande e civile Europa - potremmo rischiare ancora una possibile marea di violenza generata da intolleranza, da libidine di potere, da ragioni economiche, da fanatismo religioso o politico, da attriti razziali.
"Ciò che è accaduto può ritornare" ci ha detto Primo Levi. Indicando con ciò i pericoli dai quali é necessario guardarsi, tutti i fenomeni che possono condurre ad aberrazioni come il genocidio perpetrato dal nazismo: e non abbiamo forse visto in anni recenti, e non vediamo oggi affacciarsi alcuni di quei fenomeni, in più parti del mondo e anche non lontano dal nostro Paese?
E d'altra parte non é già successo, anche qui da noi, nei nostri quartieri, nelle nostre scuole, nelle nostre case? Non é successo anche per noi italiani? Non sono forse stati Shoah anche gli anni bui delle leggi razziali del Fascismo? Non sono forse stati Shoah, oltre alle terrificanti persecuzioni pianificate in modo scientifico e criminale contro il popolo ebraico, anche quelle perpetrate contro gli omosessuali e quelle nei confronti delle popolazioni zingare?
Ecco perché é meritoria l'educazione alla memoria. Ecco perché é decisivo il confronto, il libero dibattito, la creazione di un clima culturale, di insegnamento nelle scuole, di educazione, appunto, alla memoria.
Più che nelle aule dei Tribunali che - quando è indispensabile, vanno pure doverosamente utilizzate - è forse qui, a questo livello, che va combattuta maggiormente la giusta battaglia affinché l’orrore non abbia a ripetersi.
Dobbiamo saperci dotare di una "Didattica della Memoria".
Ed in fondo é di questo che stiamo trattando, attraverso l'importante azione che da anni conduce il nostro Comitato per la difesa e lo sviluppo della democrazia.
Quando organizza - come ha fatto in questi anni - le visite di studenti ed insegnanti ai campi di sterminio, istruendo percorsi didattici e formativi volti a far crescere "una generazione di testimoni oculari", indispensabile per non dimenticare quale prezzo è stato pagato nel ‘900 per raggiungere "la più alta e matura forma di democrazia e libertà".
Oppure quando organizza le attività culturali e di approfondimento come quella odierna, che fa parte di una ricca ed articolata rassegna che si sviluppa durante l'intero week end, toccando praticamente l’intero territorio della nostra provincia.
Dopo Auschwitz il mondo non è più lo stesso. Dopo Auschwitz il miracolo forse è di aver saputo e voluto continuare a credere nel bene.
L'antisemitismo è il più radicale dei razzismi ed il razzismo è luogo eletto della ferocia e della stupidità umana. Non dimentichiamolo mai, e facciamo in modo che questa semplice ma profonda verità accompagni le diverse generazi oni e diventi humus nel quale far crescere le nostre coscienze e le nostre sensibilità.
Gian Carlo Corada, Sindaco di Cremona
Nella foto: Il Sindaco Corada, il Presidente della Provincia Torchio ed i due Presidenti dei Consigli comunale e provinciale, Fanti e Mariani
|