15 Settembre, 2002
27 gennaio: Giornata della Memoria
Le iniziative del Comitato provinciale per la Difesa e lo Sviluppo della Democrazia
PROVINCIA DI CREMONA
Comitato Provinciale per la difesa e lo sviluppo della Democrazia
27 gennaio: Giornata della memoria
....per non dimenticare
"Se dall'interno del Lager un messaggio avesse potuto trapelare agli uomini liberi, sarebbe stato questo: fate di non subiro ciò che a noi viene inflitto"
Primo Levi)
Parlare del passato, vivendo nel presente con un occhio
orientato al futuro. Non è possibile cercare di comprendere il
nostro tempo senza far riferimento alla Shoah. Proprio da
questi tragici fatti gli Stati, in ogni parte del mondo, si sono
sentiti obbligati a rispettare l’idea dei diritti umani. Ancora
oggi questo messaggio non ha perso il suo significato e la sua
attualità.
Gli strumenti della convinzione morale e dell’integrità
spirituale pur potenti non sono riusciti a rendere questi principi
universalmente accettati. La memoria, dunque, assume una
duplice valenza: è un dovere verso un popolo che è stato
vittima di un lucido disegno di sterminio, verso una civiltà che
si è tentato di estirpare dalla storia europea ma è anche un
dovere verso le giovani generazioni.
Rileggere quei fatti, visitare quegli stessi luoghi che hanno
visto cadere tante vittime innocenti, è stimolo per rafforzare la
cultura della pace e della fraternità, così tragicamente stravolta
ed offesa nel secolo appena concluso. Capire cosa è successo,
ma soprattutto come e perché, può fornire un contributo
essenziale per evitare che certi drammi si ripetano. È una
minaccia ancora oggi concreta:.I l percorso ideato dal Comitato
Provinciale per la difesa e lo sviluppo della democrazia ne è
chiara testimonianza perché affronta altre tragedie, quali quella
bosniaca che, giustificate dall’odio razziale, etnico e religioso,
hanno insanguinato, in tempi recenti, molte parti del mondo.
Nozioni distorte di libertà, intesa come licenza, continuano
a minacciare diritti che dovrebbero essere garantiti ad ogni
persona.
Queste ideologie rappresentano la minaccia più pericolosa
all’affermarsi della democrazia. Occorre un atteggiamento
responsabile, verso le giovani generazioni, affinché cresca la
conoscenza dell’eccidio più grave che la storia umana ricordi e
penetri nel cuore e nella mente degli uomini e delle donne del
nostro tempo il monito che deriva dalla lettura di queste
drammatiche pagine della storia recente.
Gian Carlo Corada
Presidente della Provincia di Cremona
Ilde Bottoli
Coordinatrice del Comitato per la Difesa e lo Sviluppo della Democrazia
Cremona 26 gennaio 2003 – ore 20,30
"A come Srebenica"
Regia di Simona Gonela con Roberta Biagiarelli
Teatro “A. Ponchielli”
Intorno al 9 luglio 1995
l'armata serbo-bosniaca attacca
la Zona Protetta di Srebrenica e
il territorio circostante e la
occupa due giorni dopo.
Seguono stupri, mutilazioni,
esecuzioni di civili, sepolture di
vivi. Ma il massacro di 9.000
civili di quella metà di luglio è
solo l'epilogo di una storia
iniziata tre anni prima, una
storia di Assedio. Dicono: chi è
sopravvissuto a Srebrenica non
può dire di avere sentimenti in
corpo e chi non l'ha conosciuta,
non può dire di aver visto la guerra in Bosnia.
È per questo che abbiamo voluto raccontare l'assedio e la
caduta di Srebrenica. Un'attrice sola sul palco per un'ora e
mezza diventa narratrice e protagonista di una storia dove la
Ragion di Stato e gli Interessi di Politica Internazionale hanno
giocato a Risiko con la vita di decine di migliaia di persone.
Questo lavoro è nato un anno e mezzo fa per smentire ciò che
spesso si è detto sulla guerra di Bosnia: tutti uguali, tutte bestie.
Questo spettacolo ricorda le vittime e punta il dito sui carnefici.
Oggi raccontare questa storia è sempre più difficile. Le
parole rischiano di semplificare la complessità di ciò che sta
accadendo sotto i nostri occhi, di offendere il dolore di molti.
Semplicemente abbiamo tentato di dare una voce agli eventi, di
infilare tra le tante cose dette e taciute il nostro sguardo. Solo
questo, e mai come ora ci siamo sentite tanto lontane da una
Verità.
Giovanna Giovannozzi, Roberta Biagiarelli
Ingresso: posto unico Euro 3,50
Spettacolo realizzato in collaborazione con la Fondazione "Teatro A. Ponchielli"
Cremona 27 gennaio 2003 - ore 17.00
"Triangoli. Simboli di uno sterminio"
Tavola rotonda per non dimenticare
Centro Culturale S. Maria della Pietà - Sala Rodi
Il Parlamento della Repubblica Italiana- così come altri
Stati europei - ha stabilito, nella data del 27 gennaio,
anniversario della liberazione di Auschwitz da parte
dell'Unione Sovietica, "il giorno nazionale della memoria" al
fine di ricordare le vittime del nazismo e del fascismo.
Il Comitato provinciale per la difesa e lo sviluppo della
democrazia fa di questa indicazione una ragione di metodo
proponendo una riflessione di ampio respiro, capace di
indagare, accanto alla tragedia dello sterminio degli ebrei,
anche gli altri perseguitati condannati alla deportazione:
nomadi, omosessuali, testimoni di Geova.
Gli internati erano distinti nelle diverse categorie con
triangoli cuciti sulle divise: i prigionieri per reati criminali
portavano un triangolo verde, rosso i politici, nero gli
"asociali”, viola i Testimoni di Geova, rosa gli omosessuali e
giallo gli ebrei, abitualmente combinato con un altro a "formare
una stella di David”.
Programma:
Saluto di Gian Carlo Corada
Presidente della Provincia di Cremona
Intervengono
Ernesto Rossi
Componente direttivo "Opera Nomadi"
Yasha Reibman
Portavoce comunità ebraica di Milano
Aurelio Mancuso
Segretario Nazionale ARCI Gay
Francesco Pellegri
Coordinatore Testimoni di Geova di Cremona
Presiede
Ilde Bottoli
Coordinatrice del Comitato
 
|