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15 Settembre, 2002
Studi di settore: colpite ancora una volta le piccole imprese
Una preoccupata presa di posizione della CNA nazionale - Interviene Giusseppe Ghisani, presidente CNA di Cremona

Cremona 5 giugno 2007 – Gli studi di settore sono uno strumento nato per determinare la capacità di produrre ricavi o conseguire compensi delle imprese e dei lavoratori autonomi all'interno dei singoli settori economici. La loro finalità è rappresentare la situazione economica ed aziendale del contribuente e di superare la modalità di controllo di ricavi o compensi basata esclusivamente sulle scritture contabili. Sugli studi di settore lo scorso dicembre era stato siglato un accordo dai Ministri Bersani e Visco e dalle Associazioni Nazionali dell’Artigianato e del Commercio. L’accordo prevedeva che la revisione di questo strumento avvenisse con il coinvolgimento ed il confronto della commissione di esperti, che vede la partecipazione anche delle Associazioni di Categoria.

Ora però il Governo ha deciso di applicare unilateralmente nuove regole che rischiano di avere effetti inaccettabili sulle dichiarazione dei redditi relative al 2006, in quanto gli incrementi dei ricavi medi che scaturiscono dalle elaborazioni risultano spropositati rispetto alla reale redditività aziendale, provocando nei fatti un ulteriore ed insostenibile aumento della pressione fiscale.

Questo si accompagna, inoltre, ad una ulteriore crescita di adempimenti burocratici complessi, difficili da interpretare e probabilmente inutili anche per la stessa Amministrazione fiscale. Tutto ciò appare come un deliberato proposito punitivo per le piccole e medie imprese che rischia di portare alla chiusura di molte aziende e non certo all’auspicata emersione del sommerso.

Questo nuovo meccanismo di valutazione del reddito prodotto dalle piccole imprese corre poi il rischio di chiudere l’esperienza Studi di Settore nel caso in cui, com’è ipotizzabile, produrrà una considerevole defezione agli indicatori proposti.

CNA, insieme alle altre associazioni di categoria, denuncia questo improvviso e intollerabile dietro-front governativo e si oppone con vigore a questo clima di generalizzazione unilaterale e vessatorio e dichiara lo stato di mobilitazione impegnandosi a vari livelli per tutte le azioni possibili orientate a una sostanziale modifica applicativa dei nuovi meccanismi di valutazione del reddito prodotto dalle piccole imprese.

“Il Governo – dichiara Giuseppe Ghisani presidente della CNA di Cremona - sembra voler unilateralmente tradire la funzione degli Sudi di Settore tornando sui propri passi per disattendere addirittura lo stesso accordo di dicembre. E’ un atteggiamento a dir poco preoccupante.

Applicando i nuovi indici, il Ministero dell’Economia costituisce in modo del tutto automatico nuovi parametri. Aumentano i ricavi congrui e di conseguenza le tasse, modificando le previsioni fatte precedentemente con le imprese. Non viene colta la specifica realtà aziendale. E si colpisce indistintamente causando quello che per molte imprese potrebbe essere un colpo di grazia. Assisteremo poi ad un ulteriore abbassamento del livello di fiducia degli imprenditori verso le istituzioni, poiché si sentiranno accusati di essere, per l’ennesima volta, il “problema” e non la risorsa del sistema Paese.

Non intravedo nessun beneficio da questa sconsiderata iniziativa, anzi il rischio concreto è che alcune imprese siano spinte a nascondersi dall’anagrafe tributaria e a rifugiarsi nel già affollato sommerso. La classe politica deve più rispetto alla piccola impresa, per il ruolo che svolge nell’economia e nella società italiana. La prima regola del reciproco rispetto è quella onorare i patti.

Cosa che il Governo con questa sgraditissima sorpresa non sta facendo.

CNA si sta già muovendo a tutti i livelli – locale, regionale e nazionale – affinché l’Amministrazione finanziaria modifichi l’applicazione degli indicatori, escludendo i cosiddetti contribuenti marginali, quindi le piccole imprese e tutte quelle che operano in condizioni di marginalità economica, per le quali l’indicatore non coglie la realtà”.

 


       



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