Aumento di 170 euro mensili per le collaboratrici familiari conviventi.
«Ancora diffusa illegalità e pesanti discriminazioni di carattere previdenziale»
Roma, 16 febbraio 2007 – Soddisfazione per la firma del nuovo contratto
delle lavoratrici e dei lavoratori domestici da parte delle Acli Colf,
l’Associazione professionale delle Acli che organizza i collaboratori e le
collaboratrici familiari. Dopo due anni di trattative, l’accordo raggiunto nei
giorni scorsi è stato formalizzato nel primo pomeriggio presso la sede del
Ministero del Lavoro alla presenza del ministro Cesare Damiano. Il contratto
entrerà in vigore il 1 Marzo.
«I livelli salariali introdotti – spiega Pina Brustolin, responsabile
nazionale delle Acli-Colf, che ha partecipato alle trattative – corrispondono in
linea di massima alle paghe reali esistenti sul mercato, e riconoscono alle
collaboratrici familiari conviventi un aumento di 170 euro mensili, da
corrispondere in due tempi: il primo a marzo 2007 e il secondo a gennaio 2008».
Le nuove classificazioni contrattuali su otto livelli rispondono con più
precisione ai mutamenti professionali riscontrati in questi ultimi anni e
chiariscono i vari rapporti di lavoro che si possono instaurare nell’ambito
familiare. La distinzione, anche a livello salariale, tra le lavoratrici
professionalmente preparate e quelle prive di esperienza e formazione, comporta
il riconoscimento e l’incentivazione di una formazione professionale adeguata.
L’istituzione, infine, di una specifica Cassa Malattia presso l’Inps,
con oneri a carico delle parti: famiglia e lavoratrice, rappresenta secondo le
Acli-Colf una parziale soluzione alla lacuna legislativa che esclude i
lavoratori domestici da questo diritto. «Ma bisogna ricordare – commenta Pina
Brustolin – che solo 500mila lavoratrici su oltre un milione risultano
attualmente iscritte all’Inps». E aggiunge: «Restano ancora numerose
questioni irrisolte che determinano pesanti discriminazioni di carattere
previdenziale per un’intera categoria di lavoratori socialmente
indispensabile per il supporto dato alle famiglie nella cura degli anziani, dei
malati, dei non autosufficienti».
Situazioni che richiedono interventi di natura legislativa che solo Governo e
Parlamento possono attuare. Le Acli Colf propongono di cominciare riscrivendo
ex novo la legge 1403/71, che ha istituito il sistema previdenziale vigente
nel lavoro domestico. Chiedono di regolamentare il mercato del lavoro tramite
i soggetti pubblici e privati già esistenti sul territorio, che gestiscano
la domanda e l’offerta di lavoro, superando la diffusa illegalità e garantendo
il rispetto delle norme e dei diritti del lavoro; di istituire il nuovo
profilo professionale delle “assistenti familiari”; di riconoscere il
valore sociale del lavoro di cura tramite sostegni al pagamento dei costi
del lavoro e degli oneri sociali alle famiglie che sono sempre più in difficoltà
a causa dei bassi redditi.