15 Settembre, 2002
“Questione Po: occorre passare dalle intenzioni ai fatti”
Seduta congiunta Comitato di Consultazione dell’Autorità di Bacino e Comitato Scientifico
“Questione Po: occorre passare dalle intenzioni
ai fatti”
Seduta congiunta Comitato di Consultazione
dell’Autorità di Bacino e Comitato Scientifico
“Parlare del futuro del Po e del bacino idrico
padano significa affrontare in modo determinato
e chiaro le questioni della navigazione fluviale,
della produzione di energia pulita, dell’intermodalità,
della regimazione, dell’equilibrio tra politiche
di tutela ambientale e di sviluppo economico.
Viceversa è solo teoria e inutili sforzi”:
con queste parole il presidente della Provincia
di Cremona, on. Giuseppe Torchio ha aperto
i lavori, in qualità di coordinatore, del
Comitato di Consultazione dell’Autorità di
Bacino, che ha trattato le proposte progettuali
e gli indirizzi da affrontare nel corso del
IV congresso nazionale del Po, che si terrà
a Piacenza il prossimo 23 e 24 novembre,
alla presenza di Ministri, presidenti di
Regione, rappresentanti istituzionali e delle
rappresentanze economiche e sociali.Presenti
anche alcuni componenti del Comitato Scientifico
che seguono tutte i lavori congressuali:
prof. Passino, coordinatore del gruppo scientifico,
prof. Armando Brath dell’Università di Bologna,
prof. Ireneo Ferrai dell’Università di Parma,
prof. Enrico Ciciotti, dell’Università Cattolica
di Piacenza e prof. Giuseppe Marchetti dell’Università
di Pavia.
Il complesso e lungo iter pre-congressuale
del Po, iniziato a Cremona lo scorso febbraio,
dove i principali attori pubblici e privati
a livello comunitario e nazionale si sono
incontrati per trovare una linea comune,
con risposte di sistema alle tante di criticità
del Po, rischia di rimanere “lettera morta”
se non si coniugano le diverse attese delle
Istituzioni, dei territori, dei portatori
di interessi, degli ambientalisti.
“Dobbiamo trovare un modello di azione comune
– ha continuato Torchio – Come dice lo stesso
Passino, è importante la coesione istituzionale
tra i vari Enti ed Istituzioni che si basi
trasversalmente su un percorso concertativi
chiaro, definendo strategie e non singoli
interventi.
Tuttavia, la stessa Regione Lombardia sta
investendo in progetti e risorse, insieme
all’Aipo, proprio sulla asta fluviale del
Po nel medio tratto (Foce Adda e Foce Mincio),
sull’intermodalità acqua-ferro - gomma, con
ricadute benefiche per l’ambiente, sui poli
portuali e logistici ed anche sulla riqualificazione
ambientale lungo le golene. Ora siamo ad
una svolta: se vi è una progettualità concreta
sul Fissero-Tartaro –Canal Bianco per arrivare
sino al mare, anche i nostri territori rivendicano,
al di là di logiche campanilistiche, uguali
opportunità di navigazione e rilancio economico,
anche per reperire fondi per la valorizzazione
paesistica delle nostre zone in sinergie
con le province limitrofe e un “accordo di
fiume” sul medio corso del Po da Foce Adda
a Foce Mincio”.
“I progetti della Consulta delle province
rivierasche sul lavoro, sviluppo sostenibile,
salvaguardia del patrimonio architettonico
e rurale, turismo “verde”, intermodalità
possono ora, attraverso i fondi comunitari
, nazionali e regionali divenire realtà,
ma occorre una precisa volontà e questa deve
essere manifestata agli Organi di Governo
il prossimo 23 novembre a Piacenza. A noi
spetterà il compito di concertare soluzioni
che facciano sintesi anche di esigenze opposte,
che sappiano affrontare globalmente i tanti
mali del Po e del bacino”.
Una situazione che cela forti preoccupazioni
anche perchè, come è emerso nel corso dell’incontro,
il percorso della revisione del “decretone
ambientale” nr. 152 non è ancora alle fasi
conclusive e molti sono i lati oscuri nel
testo normativo, in primi la partecipazione
degli Enti locali e dei portatori di interessi
ai processi gestionali di pianificazione
e di interventi lungo il corso del fiume
dove risiedono oltre 16 milioni di cittadini.
Tutto ciò all’interno di un quadro territoriale
in evoluzione con prime risposte sinergiche
di province del Nord Ovest e Nord Est, che
puntano molto sulle infrastrutture all’interno
di un rinnovamento economico di cui da tempo
se ne discute.
“Dobbiamo arrivare al congresso del Po a
Piacenza con una proposta di contratto di
fiume, noi faremo la nostra parte per la
navigazione insieme a Mantova ed insieme
alla Regione Lombardia, all’interno di una
progettualità più ampia che coinvolga tutti
gli aspetti inerenti l’asta del Po” – ha
precisato il Vice presidente della Provincia,
Agostino Alloni.
Le prossime tappe saranno la redazione di
interventi e documenti che le varie espressioni
socio- economiche del Comitato di Consultazione
redigeranno da presentare nel corso del convegno
nazionale a Piacenza.
Ufficio Stampa
Provincia di Cremona
 
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