15 Settembre, 2002
Il Novecento raccontato da Antonio Debenedetti
Fuori programma che arricchisce ulteriormente il Festival del racconto
Sabato 31 maggio , alle 19, al Filodrammatici
Il Novecento raccontato da Antonio Debenedetti
Fuori programma che arricchisce ulteriormente
il Festival del racconto
Il programma del festival del racconto si
arricchisce di un ulteriore motivo di interesse:
la lectio magistralis, sabato sera, alle 19 al teatro Filodrammatici,
di Antonio Debenedetti, inviato speciale
per la cultura del "Corriere della Sera",.
Debenedetti è a ragione riconosciuto come
uno dei principali cantori del nostro Novecento:
testimone, grazie anche all’eredità culturale
del padre Giacomo, delle trasformazioni avvenute
in Italia nel “secolo breve”, manifesta ogni
volta la grande capacità di raccontare la
macro-storia tramite aneddoti, pensieri e
ricordi ripresi dalla quotidianità della
propria famiglia, della propria esistenza
e della propria cerchia di amici, letterati
e intellettuali. È la storia degli uomini,
un palpitante romanzo di esistenze.
Raffaele Di Capria, proprio un anno fa, in
occasione del settantesimo compleanno di
Debenedetti, così ne tratteggiava la figura:
“Antonio è uno di quei narratori che hanno
saputo raccontare luci e ombre di questo
oggetto multiforme che è la vita in modo
molto personale e sorprendente. Nelle sue
opere si percepisce con grande naturalezza
la capacità fuori dal comune di afferrare
insieme, nel giro di pochi pensieri e con
una scrittura capace di muovere le corde
dell’animo, tutti gli aspetti della vita”.
La vita come letteratura, il Novecento come
storia, da narrare e riscoprire non con un
approccio di ricerca freddo e cronachistico,
ma con la passione e l’eleganza che le parole
di Antonio Debenedetti, forgiato da un’esperienza
personale multiforme, variegata e sperimentata
sempre sul campo, garantiranno al pubblico
cremonese.
“Il racconto del Novecento” è la lectio magistralis di un artista raffinato e profondo, un’occasione,
per ciascuno, di prendere coscienza di sé
e del proprio tempo, di un passato sentito
come remoto dalle generazioni più giovani,
che pure deve continuare a lasciare traccia,
anche grazie a questi racconti-memoriali.
È, quello di Debenedetti, un invito a riannodare
i fili esili ma tenacissimi che legano il
passato al futuro passando per il presente,
che accompagnano il passaggio di testimone
tra le generazioni. Il racconto di Debenedetti
coglie l’essenziale modulando crudeltà e
ironia, cinismo e commozione, sia quando
l’accento viene posto su uno momento particolare
di un’intera esistenza, l’attimo cruciale
in grado di modificare il destino di persone
comuni e, con esse, della storia stessa,
sia quando l’attenzione si sposta su una
vita intera, scrutata con rapidità ma sempre
con acuto spirito di osservazione.
Ascoltare Antonio Debenedetti significa essere
travolti da un fiume in piena di ricordi
straordinari, figure e parole che hanno nutrito
una passione precocissima per la scrittura,
portata avanti negli anni, come ha scritto
Giulio Ferroni, seguendo “un itinerario di coerenza estrema, rivolto
a perseguire un’analisi spietata di figure
di solitudine, di vita reticente e sospesa,
di sorda negazione di se stessi, di impossibile
comunicazione”.
Cremona, 29 maggio ‘08
Ufficio Stampa: tel. 0372 406 311 – 210 –
349 - 231
 
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