15 Settembre, 2002
Mucche al pascolo nella sede di Assolatte, due risultati immediati ottenuti da Coldiretti
Entro i prossimi sette giorni si svolgerà un ‘tavolo’ fra Organizzazioni agricole, Assolatte e i rappresentanti delle Istituzioni. E Galbani sigla l’accordo per 42 centesimi al litro
Mucche al pascolo nella sede di Assolatte,
due risultati immediati ottenuti da Coldiretti
Entro i prossimi sette giorni si svolgerà
un ‘tavolo’ fra Organizzazioni agricole,
Assolatte e i rappresentanti delle Istituzioni.
E Galbani sigla l’accordo per 42 centesimi
al litro
Entro i prossimi sette giorni si svolgerà
un nuovo tavolo fra le Organizzazioni agricole,
Assolatte e i rappresentanti delle Istituzioni.
E’ l’importante risultato ottenuto stamani
dagli allevatori della Coldiretti che, chiamati
a raccolta dalla prima Organizzazione degli
agricoltori, si sono dati appuntamento a
Milano, per condurre le mucche “al pascolo”
in città, in via Adige n. 20, presso la sede
degli industriali del settore, responsabili
di aver offerto un prezzo per il latte alla
stalla che non consente neppure di coprire
le spese di mantenimento e sopravvivenza
degli animali, dopo i rincari di gasolio
e mangimi. Altro fondamentale effetto dell’assedio
degli allevatori con le proprie mucche alla
sede di Assolatte è stato l’accordo siglato con Italatte, la maggior
industria del settore, che rappresenta i
marchi Galbani, Invernizzi e Cademartori.
L’accordo prevede un prezzo del latte alla
stalla di 42 centesimi al litro, a partire
dal prossimo mese di luglio sino alla fine
di dicembre 2008. “E’ un accordo di buon
senso sulla base delle richieste che avevamo
presentato alla parte industriale - spiega
Nino Andena, vicepresidente nazionale della
Coldiretti - il fatto che una grande e importante
realtà come Italatte abbia dimostrato lungimiranza
e voglia di dialogo ci fa auspicare che questo
sia d’esempio anche per le altre aziende
di trasformazione di tutta Italia”.
La clamorosa iniziativa milanese ha sancito
stamani l’avvio di una nuova mobilitazione
che – ha evidenziato la Coldiretti – non
escluderà altri blitz per bloccare la produzione
negli stabilimenti. Gli allevatori della
Lombardia, regione dove si produce il 40
per cento del latte italiano, accanto a tutti
gli allevatori italiani, sono determinati
ad andare avanti ad oltranza, finché non
si arriverà alla fissazione di un equo prezzo
del latte alla stalla. L’obiettivo della
mobilitazione è ora quello di estendere le
condizioni dell’accordo ‘Galbani’ a tutte
le industrie del settore in Lombardia.
All’iniziativa di stamani ha preso parte
una folta delegazione di imprenditori agricoli
del territorio cremonese, guidati dal presidente
Roberto De Angeli e dal direttore Assuero
Zampini. Il gruppo partito dal nostro territorio
aveva con sé alcune vacche, condotte nel
cuore di Milano per testimoniare, anche con
questo gesto, la determinazione degli allevatori
a lottare per ottenere una giusta remunerazione
e salvare le stalle italiane.
Grande, quindi, la soddisfazione dei cremonesi
per questi primi obiettivi ‘centrati’, dopo
l’assedio ad Assolatte.
“Ci auguriamo che si possa giungere all’attesa
svolta per tutto il comparto – spiega il
presidente De Angeli –. La manifestazione
milanese ha confermato la vicinanza tra l’agricoltura
e la gente. Insieme alle mucche gli allevatori hanno portato
quintali di latte, che sono stati distribuiti
ai cittadini, i nostri primi alleati in queste
azioni. E’ stato un modo per evidenziare
il valore del nostro latte, un patrimonio
prezioso, che non va buttato. Al tempo stesso
è stata un’occasione per chiedere scusa ai
cittadini incontrati per i disagi che la
nostra mobilitazione sta inevitabilmente
comportando”.
“La mobilitazione della Coldiretti andrà
avanti ad oltranza fino a quando non si sbloccherà
la trattativa con un giusto accordo per il
prezzo del latte alla stalla per tutte le
industrie del settore. La pretesa dell’industria
di diminuire il compenso degli allevatori
è inaccettabile: gli attuali 42 centesimi
di euro al litro rappresentano il minimo
vitale per la sopravvivenza degli allevamenti
di fronte ai rincari record dei costi del
mangime e dell'energia per effetto dell'aumento
del petrolio – sottolinea il direttore Zampini
–. Tutta la filiera deve collaborare, se
vogliamo difendere la zootecnia italiana
e, con essa, la qualità del latte made in
Italy. Basti pensare che, negli ultimi venti
anni, sono scomparsi i tre quarti degli allevamenti
italiani, che si sono ridotti da oltre 180mila
a poco più dei 45mila attualmente in attività
che con 1,8 milioni di mucche garantiscono
una produzione di latte di 10 miliardi di
chili ad alta qualità e costi competitivi”.
Il rischio è l'estinzione del latte italiano
che viene prodotto dagli allevatori ad un
prezzo che si moltiplica di quasi quattro
volte (+281 per cento) prima di arrivare
sul banco del negozio a 1,6 euro al litro.
Nella insostenibile forbice tra prezzi alla
produzione e al consumo vi è sufficiente
margine - sostiene la Coldiretti - per garantire
un’adeguata remunerazione agli allevatori
e per non aggravare i bilanci delle famiglie.
“Nonostante i forti aumenti di costi per
mangimi ed energia, gli allevatori italiani
– ribadisce Zampini – sono pronti a bloccare
il prezzo di vendita del latte alla stalla
ai livelli attuali per contenere con responsabilità
la spirale inflativa, se un analogo impegno
sarà assunto anche da industria e distribuzione”.
PREZZI: LATTE; COLDIRETTI, ACCORDO CON GALBANI
DOPO ASSEDIO MUCCHE
Dopo l’assedio degli allevatori con le proprie
mucche alla sede dell’associazione di rappresentanza
delle industrie di settore (Assolatte) a
Milano, è stato siglato l’accordo con Italatte,
la maggior industria del settore, che rappresenta
i marchi Galbani, Invernizzi e Cademartori.
Lo rende noto con soddisfazione la Coldiretti
nel sottolineare che l’accordo prevede un
prezzo del latte alla stalla di 42 centesimi
al litro, a partire dal prossimo mese di
luglio sino alla fine di dicembre 2008..
“E’ un accordo di buon senso sulla base delle
richieste che avevamo presentato alla parte
industriale - spiega Nino Andena, vicepresidente
nazionale della Coldiretti - il fatto che
una grande e importante realtà come Italatte
abbia dimostrato lungimiranza e voglia di
dialogo ci fa auspicare che questo sia d’esempio
anche per le altre aziende di trasformazione
di tutta Italia”.
La trattativa era stata interrotta martedì
notte quando le industrie avevano presentato
una proposta giudicata irricevibile dagli
allevatori perché il prezzo proposto non
copriva neppure i costi di produzione. A
quel punto, dalla Coldiretti reduce dal blocco
dello stabilimento Auricchio di Cremona,
erano partite nuove e clamorose manifestazioni
di protesta.
Una mobilitazione, con presidi negli stabilimenti,
mucche in piazza e distribuzione gratuita
di latte ai cittadini che ha avuto quindi
successo ed ha consentito di raggiungere
l’obiettivo di un prezzo minimo per gli allevatori
necessario per dare un futuro alle stalle,
senza alimentare una spirale inflativa.
La mobilitazione continuerà - precisa la
Coldiretti - per estendere le condizioni
dell’accordo a tutte le industrie del settore
in Lombardia dove si produce il 40 per cento
del latte italiano. Siamo pronti - dice la
Coldiretti - a nuove manifestazioni davanti
alle principali industrie di trasformazione
convinti delle nostre buone ragioni e dell’appoggio
dell’opinione pubblica che ha continuato
a dare sostegno alle nostre iniziative.
Durante la protesta sotto la sede degli industriali
del latte a Milano, centinaia di persone
hanno ricevuto in dono un litro di buon latte
italiano, mentre le mucche Guendalina e Onestina
hanno pascolato davanti al palazzo di Assolatte
in attesa di vedere riconosciute le buone
ragioni degli allevatori, che sono arrivati
in massa con bandiere e striscioni per chiedere
solo la conferma del vecchio prezzo del latte
a 42 centesimi al litro, senza alcun aumento
nonostante il prezzo record raggiunto dal
mais alla Borsa di Chicago.
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