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15 Settembre, 2002
Assemblea nazionale 'Cittadini per l'Ulivo' - Roma sabato 22-3-03
La relazione di Iginio Ariemma, l'ordine del giorno conclusivo ed il Manifesto del Movimento

ASSEMBLEA DE “I CITTADINI PER L 'ULIVO"
Roma, 22 marzo 2003

Relazione introduttiva di Iginio Ariemma

Di fronte alla tragedia della guerra in corso é molto difficile parlare d’altro.
La testa e gli occhi sono pieni delle immagini di Bagdad bombardata.
E ognuno di noi ha la voglia di gridare la propria angoscia.
Ma bisogna farlo. Senza retorica, ovviamente. Quasi per necessità.
Ma bisogna anche parlare d’altro.


Cinque mesi fa a Chianciano, quando siamo sorti ci siamo posti sostanzialmente due obiettivi, poi ribaditi nell'assemblea di Roma di fine novembre:

1. Costituire la rete dei cittadini per l'Ulivo sull'intero territorio nazionale (ed europeo) sulla base del manifesto che oggi, con gli opportuni emendamenti, approviamo.
2. Sollecitare la convocazione della Costituente dell'Ulivo che avesse come protagonisti oltre ai partiti ed agli eletti anche le associazioni e i movimenti di base; e che avesse come obiettivo la costruzione di un soggetto politico federato che operasse unitariamente.

Per quanto riguarda l'obiettivo numero 1, il bilancio é decisamente positivo. A Chianciano i comitati erano poco più di 80, oggi ci avviciniamo a 350. Ovviamente non tutti hanno lo stesso peso, sia numerico che qualitativo. Alcuni sono all'inizio, ma generale é la crescita su quasi tutto il territorio nazionale.
Anche le formichine sono in aumento e tuttora arrivano ad essere quasi 12.000.
Ovviamente so bene che molti sono i problemi: di carattere organizzativo, finanziario, persino di riconoscimento da parte dei partiti dell'Ulivo, ma é indubbio che é una realtà in crescita che dimostra che la scelta fatta a Chianciano é stata giusta. Ci sono poi i problemi di coordinamento ai vari livelli, e a livello nazionale. Ma di questi dirò alla fine.
Con l'assemblea di oggi noi facciamo un ulteriore passo in avanti perché approviamo il Manifesto. Manifesto che é l'atto costitutivo de "I cittadini per l'Ulivo"; é la base per l'adesione al movimento, é la base per il confronto con le altre realtà associative.
Un manifesto che é una sorta di sintetica carta dei valori, che guida la nostra azione:
· La pace come valore supremo
· I valori fondanti della Costituzione repubblicana.
· Il ruolo determinante sul piano della sovranità per il governo dei grandi problemi mondiali degli organismi sopranazionali, sia pure riformati.
· La costruzione dell'Europa politica.
· L 'Ulivo come casa comune delle forze riformiste e riformatrici. Come sede di confronto democratico e di unità, ma anche come forza di governo del Paese.
Anche sull'avvio del processo costituente del nuovo Ulivo - il nostro obiettivo principale - qualche passo in avanti é stato compiuto. Anche se, ad oggi, non si sa se viene confermata l'Assemblea dell'Ulivo del 13 aprile che dovrebbe avviare il processo, il quale avrebbe il suo compimento nel dicembre 2004.
I vertici dei segretari di partiti, finora non hanno ancora preso una decisione definitiva. Ci sarà un altro vertice la prossima settimana. Molti sono ancora gli elementi di incertezza, di confusione, fattori che potrebbero anche "svuotare" notevolmente l'appuntamento.
In questa vicenda noi siamo molto critici nei confronti del coordinamento dei partiti dell'Ulivo.
Infatti tuttora, a tre settimane dal 13 aprile, non si comprende quale sia la decisione. Questo stop and go é molto negativo per tutti. Così non si costruisce l'Ulivo, ma lo si sfarina, generando delusione, sfiducia, disincanto. E' ora dunque di porre fine a questo tira e molla. I partiti devono assumersi fino in fondo la responsabilità che loro spetta. Come “Cittadini per l'Ulivo” ci siamo assunti la nostra: offrendo la nostra disponibilità a partecipare e a collaborare con i partiti e per i partiti del centro sinistra e facendoci tramite con le altre realtà associative. Se ancora una volta, come è successo nel passato, dovessero prevalere l'inerzia, i particolarismi partitici, le resistenze al nuovo, lo status quo, saremmo costretti a trarne le conseguenze, rivedendo il nostro rapporto con i partiti dell'Ulivo. In senso molto più critico e meno generoso di quanto abbiamo fatto finora.
L' Assemblea plenaria dell'Ulivo - ne siamo convinti - se ben preparata, ben gestita e utilizzata al meglio, potrebbe rappresentare un avvio significativo del processo costituente. Almeno sotto due aspetti :

1. Rimotivare politicamente la necessità dell'Ulivo come soggetto che vuole operare unitariamente per costruire un'alternativa credibile e ravvicinata al governo delle destre.
2. Come occasione di incontro, di dialogo e di confronto fra tutte le forze politiche che sono all'opposizione e tra queste e le associazioni e i movimenti della società civile.
Alcuni hanno obiettato che i tempi sono eccessivamente stretti e che quindi sarebbe necessario rinviare l'appuntamento più in là nel tempo. Ma é realisticamente possibile? Stando al calendario mi sembra alquanto difficile. Dopo Pasqua inizia la campagna elettorale amministrativa che coinvolge oltre 15 milioni di cittadini. Il 15 giugno c'è il referendum sull'articolo 18. L 'unica data possibile, considerando gli strascichi del voto che sul referendum quasi certamente divideranno i partiti di opposizione, potrebbe essere, se va bene, la fine di giugno o luglio. Conviene aspettare fino ad allora? Più si va avanti nel tempo più prende piede la logica proporzionalistica, intrinseca alle elezioni europee, secondo la quale ogni partito cercherà di rendersi il più visibile possibile per prendere qualche voto in più rispetto non soltanto all'avversario ma anche all'alleato e all'amico.
Una logica, tra l'altro, che sospetto non riguarda soltanto i partiti dell'Ulivo ma anche i movimenti della società civile sorti nell'ultimo anno, alcuni dei quali non escludono la presentazione di proprie liste alle elezioni europee.
Ma veniamo al merito del processo costituente, mettendo in chiaro innanzitutto un punto: come "Cittadini per l'Ulivo" noi vogliamo partecipare, prendere parte, a pieno titolo e con pari dignità al processo costituente. Lo abbiamo detto fin dall'inizio e lo ribadiamo anche oggi. Ovviamente intendiamo partecipare in modo autonomo, cioè a pieno titolo ma con piena autonomia.
C’é a questo proposito una differenza con altri movimenti. Non con tutti, alcuni hanno una posizione simile alla nostra. I girotondini invece - una parte, non tutti - pur disponibili al confronto e al dialogo costruttivo sui temi e sul programma con l'Ulivo, ritengono che "l'entrare a far parte di organismi direttivi sarebbe uno snaturamento dei movimenti e di tutto quello che hanno rappresentato nella vicenda politica dell'ultimo anno, in quanto attraverso l'autonomia dai partiti hanno saputo conquistare la fiducia e la partecipazione di molte persone che si erano allontanate dalla politica". E' una posizione legittima che ha un fondamento; una posizione che rispettiamo, ma che non é la nostra. Secondo noi, come scriviamo nel manifesto, se si vuole rilanciare e rimotivare l'Ulivo e costruire una alternativa credibile dell'opposizione alle destre, occorre una iniziativa penetrante ed incisiva che pur partendo dall'elettorato e dalla base della società non sia contro i partiti ma per i partiti del centrosinistra, aiutandoli a rinnovarsi ed a cambiare. Il cardine di questo rinnovamento e rigenerazione é per noi proprio la costruzione dell'Ulivo come soggetto politico di coalizione, fortemente strutturato e unitario. Per questo intendiamo partecipare autonomamente ma direttamente alla costruzione del nuovo Ulivo.
Il secondo punto che va chiarito subito è il seguente: un processo costituente per essere tale deve avere un minimo di formalità. Come in ogni processo democratico la forma é sostanza. Ci siamo trovati di fronte ad una proposta iniziale del coordinamento dei partiti - sia pure generosa - un po' burocratica ed eccessivamente rigida, oltre che frettolosa. Mi riferisco al discorso sulle quote, sui delegati, al non coinvolgimento fin dall'inizio dei movimenti della società civile. Ma ancora più errata ci sembra l'ipotesi di un percorso costituente senza regole, senza binari in cui prevarrebbe un indistinto movimentismo e un plebiscitario assemblearismo. L 'esperienza ci insegna che in questo modo avrebbero il predominio gli organismi che finora hanno sempre governato la coalizione (leggi, il coordinamento dei segretari di partito) e quindi non si uscirebbe assolutamente dal verticismo partitico.
Siamo convinti che possano e debbano essere aperti tavoli o forum di confronto e di dialogo con tutti i movimenti disponibili. Meglio ancora se questi forum sono permanenti. Specialmente sul programma generale e sui singoli temi Questo é possibile; e sarebbe un risultato da valorizzare se essi si insediassero già all'Assemblea dell'Ulivo del 13 aprile.
Ma questi forum non sono sufficienti se non c'è una più forte e ampia assunzione di responsabilità che concerne il complessivo processo costituente. A proposito del programma voglio ricordare che nemmeno il programma Prodi del 1996 - oggi tanto decantato - fu approvato dai partiti e dagli elettori. Così é stato anche per il programma Rutelli del 2001. Non a caso. Non c'è stata infatti un'approvazione formale ufficiale del programma perché ogni singola forza politica volle tenersi le mani libere per il futuro.
Ancora un problema. Alcuni partiti hanno espresso una legittima preoccupazione sulla diarchia DS e Margherita che sarebbe eccessiva e tale da esautorare le minoranze. Non so se sia vero. Qualche volta sarà successo. Ma questo problema non si risolve con il diritto di veto da parte dei partiti minori. Il rispetto delle minoranze - sacrosanto se si vuole valorizzare e arricchire l'Ulivo - può a mio avviso esercitarsi se c'è una gestione dell'iniziativa accorta, e soprattutto se l'Ulivo si dà regole nuove per definire le materie su cui é necessaria l'unanimità o il voto a maggioranza, consentendo tra l'altro la formazione di maggioranze e minoranze che attraversino anche gli stessi partiti.
Infine. Quale potrebbe essere quel minimo necessario di formalità per avviare il processo costituente? Al momento attuale sono state avanzate due proposte: quella dei delegati eletti nelle assemblee provinciali proporzionalmente ai voti e con quote prestabilite alle associazioni di base; e quella dell'Assemblea di tutti gli eletti aperta ai movimenti di base. Ne l'una ne l'altra sembrano però avere il consenso necessario.
Inoltre esiste il problema del percorso costituente e degli organi preposti a garantire e a guidare tale percorso. Non tocca a noi fare una proposta. Ribadiamo però che:

1. Noi chiediamo di essere parte a pieno titolo e con pari dignità nel processo costituente.
2. Chiediamo di parteciparvi in modo autonomo, senza surrettizie cooptazioni.
3. Chiediamo di essere coinvolti sin dall'inizio.

Dalla vicenda di queste settimane emerge che il cosiddetto spirito dell'Ulivo - quello nostro, unitario per cui siamo nati - in larga misura non é presente. Più spesso prevale la parte, la ricerca dell'identità o dell'interesse o della visibilità particolare. Rigenerare lo spirito dell'Ulivo, la sua unità é il grande lavoro che ci spetta a partire dal territorio. Per questo riteniamo che non vada abbandonata l'idea di convocare le assemblee nel territorio per creare i coordinamenti territoriali dell'Ulivo dei partiti aperti a noi e alle altre realtà associative. Il processo del nuovo Ulivo é tanto più forte se nasce dal basso e si struttura sul territorio.
Vengo ora all'ultima parte della mia introduzione. Affrontando uno dei nodi che maggiormente abbiamo discusso in questi mesi soprattutto nei comitati di base. Un nodo che riguarda la natura del nostro movimento, se volete la sua ragione sociale. Provo ad esprimerlo in estrema sintesi anche per non dare adito ad equivoci. A mio parere i “Cittadini per l'Ulivo” hanno prospettive di sviluppo, di estensione e di influenza se non limitano la propria ambizione ed i propri obiettivi.
Finora l'abbiamo fatto. Infatti noi abbiamo tre grandi traguardi:

1. Noi siamo portatori di valori e di principi di fondo (quelli del manifesto) tutt'altro che semplici.
2. Intendiamo essere protagonisti di un processo che aumenta il potere di partecipazione democratica e di decisione dei cittadini sia nella definizione dei programmi e dell'agenda politica dei partiti, sia nella gestione delle candidature attraverso procedure democratiche fino al ricorso alle primarie. Per quest'ultimo compito, fondamentale é la nostra azione per la costruzione di albi degli elettori dell'Ulivo che deve partire subito a prescindere dalla possibile e auspicabile battaglia a favore di una legge nazionale sulle primarie.
3. L 'Ulivo nostro é non soltanto quello dei partiti ma é quello dei cittadini con tanto di iscrizione individuale.

Ora per perseguire con successo questi obiettivi deve essere chiara la bussola principale. I “Cittadini per l'Ulivo” non devono chiudersi in se stessi in modo autoreferenziale, nella propria organizzazione, ma devono essere i promotori della partecipazione, dell'iniziativa, dell'intervento dei cittadini che si ispirano all'Ulivo e quindi prima di tutto degli elettori ulivisti iscritti o no ai partiti. Le formichine e i comitati di base devono essere il lievito unitario dell'Ulivo e il ponte fra società civile e l'Ulivo, tra i movimenti ed i partiti dell'Ulivo.
Dobbiamo aver presente i due rischi principali, se ci chiudiamo in noi stessi e diventiamo autoreferenziali: diventare anche noi un piccolo partito, l'ottavo, oppure essere strumentalizzati di volta in volta da questo o quest'altro partito perdendo la nostra autonomia.
Ciò significa sciogliersi nei movimenti? No, sarebbe un errore. Ho detto prima quali sono le nostre peculiarità e differenze. Riguardano valori, contenuti, la posizione sul processo costituente. Occorre però progettare una struttura anche organizzativa dei cittadini per l'Ulivo che sia rispondente pienamente a quanto dicevo prima, cioé che guardi permanentemente ai cittadini e agli elettori dell'Ulivo. A Chianciano abbiamo detto che deve essere una struttura a rete. Io qui voglio ribadire che deve essere una struttura leggera, flessibile, aperta, pronta a rinnovarsi continuamente e a ricercare forme di collaborazione con le altre realtà associative.
Un punto particolare mi preme sottolineare. L 'orientamento di guardare innanzitutto verso i cittadini elettori - come conseguenza e per coerenza - assegna all'iniziativa dei comitati di base una priorità quasi imprescindibile: costruire nei prossimi mesi nei collegi elettorali l'albo degli elettori dell'Ulivo, con tanto di nomi e di registri. Sulla base di una sorta di una nostra autoregolamentazione, prima che sia varata una legge sulle primarie che non si sa come e quando verrà varata.
Nella bozza di manifesto discussa in questi mesi c'eravamo presi l'impegno di eleggere il nuovo Coordinamento Nazionale. Credo che vada dato un giudizio positivo, decisamente positivo, sul lavoro svolto dal coordinamento operativo provvisorio che ha guidato la nostra iniziativa in questi cinque mesi. E' normale che si debba procedere al rinnovamento del coordinamento dando ad esso una struttura più stabile e più riconoscibile. Sia pure nella misura del possibile data la situazione interna ed esterna in grande movimento. Del resto i “Cittadini per l'Ulivo” oggi sono più numerosi, i comitati di base sono quadruplicati e quindi sono emerse forze nuove che vanno valorizzate. Ci vuole anche un ringiovanimento. Alcuni di noi hanno una lunga storia dietro di se, sono troppo "datati" politicamente per esprimere compiutamente e rappresentare il nuovo proprio dei “Cittadini per l'Ulivo”.
Siamo in grado oggi di procedere in modo serio ed efficace ad un tale rinnovamento? A me sembra che faremmo un'operazione affrettata. Di qui la proposta: prorogare per un tempo ristretto l'attuale coordinamento. Se é necessario con limitati ampliamenti e correzioni. Dare vita oggi ad una commissione ristretta - quasi di saggi - che prepari una proposta di struttura e nominativa del coordinamento nazionale da sottoporre alla prossima assemblea generale di tutte le formichine.
Questa Assemblea plenaria dovrebbe tenersi al più presto compatibilmente con l'andamento della campagna elettorale.


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Ordine del giorno

Cittadini per l’Ulivo
.Assemblea 22 marzo 2003

I “Cittadini per l'Ulivo” considerano urgente e necessario dare avvio ai processo costituente dell'Ulivo. La costituzione dell'Ulivo come soggetto politico federato che operi unitariamente, fondato sui partiti, sugli eletti e sulle realtà associative di base è necessaria sia per rafforzare ed allargare l'opposizione sia per rendere più incisiva e credibile l'alternativa al governo delle destre che tanti danni arreca all'Italia.

I “Cittadini per l'Ulivo” chiedono pertanto ai partiti dell'Ulivo:

1. di avviare il processo costituente dell'Ulivo a cui i “Cittadini per l'Ulivo” intendono partecipare a pieno titolo e con pari dignità;
2. di essere parte di tale processo costituente insieme ad altre associazioni che lo vogliano sostenere, in modo autonomo, fin dal momento iniziale della preparazione, nelle iniziative e negli organismi direttivi a garanzia e a guida del buon esito finale;
3. di dare vita al tempo stesso ad un processo che coinvolga una realtà più ampia di movimenti attraverso le opportune iniziative territoriali, a livello regionale, provinciale, di collegio e di comune;
4. di insediare a questo fine forum o tavoli di consultazione e di intesa programmatica su temi generali e specifici con tutti i movimenti e le realtà di base che, pur non aderendo organicamente all'Ulivo, sono disponibili al dialogo costruttivo con esso.

I “Cittadini per l'Ulivo”, a partire dalle realtà territoriali in cui operano, con lo spirito unitario e costruttivo che li caratterizza, sono chiamati a mobilitarsi perché nelle prossime elezioni amministrative abbiano a prevalere le liste e i candidati che si ispirano all'Ulivo.
 


       CommentoIl Manifesto politico de "I cittadini dell'Ulivo"



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